Una generazione “fortunata” - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
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Una generazione “fortunata”

Una Volta Invece
Spesso penso a cosa penserebbe un antico romano se fosse stato preso e portato nel nostro secolo. Certamente qualcosa di simile a quello che provano quelli, che come me, hanno abbondantemente superato gli "anta!"

Nel 1993 in Francia, ebbe un enorme successo, il film “I visitatori.” Questa fortunata pellicola raccontava la fantascientifica storia di un cavaliere del 1100, che con il fido scudiero, è catapultato per l’errore di un mago, nella Francia contemporanea, rimando sconvolto, e stupito nel vedere le meraviglie tecnologiche del nostro tempo. Questo, in parte, è ciò che è accaduto alla mia generazione. Va precisato, che per “mia generazione ” intendo tutti coloro nati durante la seconda guerra mondiale, o quando questa era finita da poco, e che ora “navigano” tra le settanta, e le novanta primavere. In pochi anni l’Italia, è passata dal cavallo a fieno, al cavallo-vapore, trasformando completamente, e repentinamente la vita dei suoi abitanti. Un adagio cinese, dice che “per un pesce, e facile nuotare, mentre è difficile per un airone,” intendendo dire che per molti il cambiamento di abitudini, e stili di vita è quasi impossibile. Immaginate l’angoscia di un carbonaio degli anni 40, che ha passato gran parte della sua vita nei boschi, dovere per sopravvivere, emigrare in città come Milano o Torino, e andare a lavorare in una fabbrica. Questo ovviamente è un esempio limite, ma esprime bene i cambiamenti epocali che sono avvenuti nel corso di una sola generazione. Si pensi, che per convenzione internazionale, la durata di una generazione è stimata in circa settant’anni, ma in questo periodo in gran parte del mondo ci sono state invenzioni, e innovazioni, che hanno influenzato e cambiato in modo irreversibile la vita quotidiana di milioni d’individui. I sociologi sono tutti concordi nell’affermare che per i cambiamenti avvenuti a partire dal primo dopoguerra, durante una sola generazione, in altre epoche sono stati necessari secoli. Prima di tutto, nel 1946 l’Italia diventa una “Repubblica Democratica,” mettendo fine al Regno d’Italia dei Savoia, nato nel 1860. Ciò porterà, non senza qualche “conflitto d’opinione,” tra i suoi abitanti, alla nascita di una classe dirigente eletta dal popolo, che darà origine ai primi Partiti politici nazionali. Nel 1953, in piena ricostruzione post bellica, nasce in Italia una cosa che ha dell’incredibile; la televisione. Dopo appena un anno questa formidabile invenzione, raggiungerà oltre la metà della popolazione italiana del tempo. Oggi questo appare un fatto non rilevante, invece ebbe una parte fondamentale nello sviluppo di un Paese per certi versi ancora arcaico e medievale, dove gran parte della popolazione era analfabeta. La televisione che da allora cambierà il nome da EIAR, in RAI, promuoverà programmi televisivi di alfabetizzazione popolare, in collaborazione con il neonato Ministero dell’Istruzione, come la famosa trasmissione “non è mai troppo tardi,” condotta da un grande maestro, Alberto Manzi, che avrà il merito di far imparare a leggere e scrivere a moltissime persone di cui, oltre un milione e mezzo, riuscì tramite esame, a ottenere la licenza elementare. Intanto al Salone di Ginevra del 1955, al costo di “appena,” 590.000 lire, la FIAT, presenta la sua nuova creazione, la Fiat 600. Gli italiani scoprono le “cambiali,” e il nuovo modo di pagare “ in comode rate,” con cui si possono avere degli oggetti altrimenti irraggiungibili, che possono cambiare la vita, proprio come la macchina. Nel decennio della sua produzione di Fiat 600, ne saranno vendute quasi tre milioni, e le sue differenti versioni cambieranno per sempre anche il modo di lavorare degli italiani. Nei primi anni cinquanta, una società privata di telefonia, installa a Milano la prima cabina telefonica pubblica. Finirà così l’epoca del Posto Telefonico Fisso, dove per fare un’interurbana con un parente, magari distante appena trenta chilometri, bisognava prenotare il giorno, e l’ora, della chiamata, tramite le “signorine,” e pagare una cifra esorbitante. Intanto, le due superpotenze, Russia, e Stati Uniti, alleate durante la seconda guerra mondiale, ora si sfidano in un duello scellerato che sarà chiamato “guerra fredda.” Fanno a gara a chi produce la bomba atomica più potente, che fanno esplodere per “prova,” sotto terra, nello spazio, su gli atolli, nella tundra e perfino sul fondo del mare. In questa prova di forza senza senso, furono fatte esplodere quasi 2500 bombe nucleari, esponendo il mondo, con tutti gli esseri viventi, a un livello di radiazioni molto pericoloso. Nonostante tutto però, questa gara tecnologica porterà nel 1957, la Russia a lanciare nello spazio, un satellite chiamato “Sputnik,” con a bordo il primo essere vivente terreste, una cagnetta, che si chiamava Laika. Da lì a poco il primo astronauta russo Juri Gagarin, farà lo stesso percorso di Laika, ma lui tornerà felicemente sulla terra. Anche le aziende italiane sono in piena crescita tecnologica, tanto che alla Fiera di Milano del 1959, è presentato dall’Olivetti, una strana macchina per scrivere, chiamata computer, che si dice sia in grado di fare cose fantastiche. Intanto, gli Stati Uniti, umiliati dai successi spaziali russi, risponderanno con un’impresa straordinaria, il primo uomo sulla luna. Era il 1969, e la missione Apollo 11, portò gli astronauti americani, Neil Armstrong, e Buzz Aldrin, sul suolo lunare. In Italia nel 1976, la Corte Costituzionale con una sentenza pone fine al monopolio Rai sulle trasmissioni radio e televisive, in ambito locale, mantenendolo però su tutto il territorio nazionale. Ciò porrà le basi per la nascita delle prime emittenti radio e televisive private, che cominceranno le trasmissioni senza alcun canone, traendo profitto solo dalle entrate pubblicitarie. Sarà proprio l’uso di una martellante pubblicità, che favorirà la vendita dei primi Personal Computer. Il più noto, fu il Commodore 64, dove il “64” indicava i Bit disponibili. Commercializzato nel 1982, ne furono venduti migliaia, a poco meno di un milione di lire, prezzo al tempo non proprio popolare. Questo pseudo-computer, era composto da una semplice consolle a tastiera, da collegare tramite un cavo in dotazione, alla televisione messa in modalità AV, che così diventava un monitor. I programmi erano caricati tramite una cassetta a nastro magnetico, come quelle usate per i magnetofoni mangianastri divenuti popolari proprio in quegli anni. Utilizzato prevalentemente per i primi giochi elettronici, era in grado di produrre anche suoni, oltre a una buona varietà di tinte cromatiche. La grafica paragonata a quella odierna, era infantile, ma al tempo sembrava fantascientifica. Anche la telefonia evolveva freneticamente, dai primi telefoni pubblici a gettoni, si passerà nel 1983, al primo cellulare. La Motorola, un’Azienda americana mette in commercio un telefono che ha dell’incredibile, perché, anche se è grande come un mattone, si può portare ovunque, e telefonare senza fili in tutta Italia. Intanto un gruppo di ricercatori del CNR di Pisa, nel 1986, riesce a collegarsi per la prima volta, con un mega computer contenuto a stento in un’intera stanza, con una stazione satellitare in Pennsylvania, negli Stati Uniti. Con questa impresa eccezionale l’Italia fu la quarta nazione a collegarsi alla neonata Rete Internet. Da lì in poi tutto crebbe a una velocità spaventosa, che tagliò completamente fuori la fascia più anziana della popolazione, non più in grado di tenere il passo con una tecnologia sempre più veloce. Così, molti di questa “fortunata” generazione, non essendo più tecnologicamente autosufficienti, hanno urlato, come la celebre Mafalda, ” fermate il mondo, voglio scendere!” Ma con tutta la tecnologia di questo mondo, penso che questa richiesta non sarà esaudita.
 
Mario Volpi 28.8.21
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