Edilizia mortale - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
Vai ai contenuti

Edilizia mortale

Attualità
Spetta/Le Redazione
 
Pochi sanno, che una "strage degli innocenti" simile a quella narrata dal Vangelo, è effettivamente avvenuta in Italia, e purtroppo è ancora in atto.
In Italia, gli anni sessanta sono stati protagonisti di una rinascita economica e sociale epocale, con innovazioni tecnologiche impensabili solo pochi anni prima. Complice una maggiore disponibilità economica causata dal boom economico, aiutata da un progresso tecnologico soprattutto sui materiali da costruzione, quegli anni sono stati caratterizzati da un prodigioso sviluppo dell’edilizia sia civile che industriale. Si sentiva forte il bisogno di riparare, o costruire ex novo opifici distrutti o fortemente danneggiati dalla guerra, ma lo si faceva in modo, e con materiali nuovi, che potevano accelerare di molto i tempi di costruzione, e soprattutto abbassarne sensibilmente i costi. Questi materiali in sostanza si dividevano in due tipologie, quelli metallici, e quelli in cemento. La siderurgia aveva avuto un progresso tecnologico notevole, tanto che ora era in grado di fornire un buon numero di profilati metallici di diverse forme e spessori, in più questi profilati potevano essere “zincati a caldo,” un nuovo procedimento che in pratica proteggeva il metallo dalla corrosione senza più alcun bisogno di vernici e manutenzione. L’altra tipologia invece forniva travi, solette, pareti e perfino coperture in cemento armato precompresso, che garantivano una solidità all’edificio, e una velocità di esecuzione un tempo impensabile. Così, nelle periferie delle città grandi e piccole, cominciarono a sorgere capannoni più o meno grandi,  che ospitavano piccole fabbriche, botteghe di artigiani, e alcune nuove attività come le officine automobilistiche e le carrozzerie, necessarie per la riparazione del parco auto italiano che si faceva di anno in anno più corposo. Fu proprio nell’edilizia che uno dei nuovi materiali trovò la sua maggiore applicazione. I capannoni industriali con la maggiore velocità di costruzione, e più economici, avevano una larghezza standard, di due misure, e ora ne spiegheremo il motivo. Erano realizzati con la struttura metallica zincata, e con le pareti di tamponatura costruite con i nuovi manufatti di cemento chiamati “cellublock,” mentre la copertura era fatta di un nuovissimo materiale, economico, e dalle caratteristiche quasi fantascientifiche: l’Eternit. Queste lastre ondulate erano realizzate con amianto impastato con il cemento, e garantivano un buon isolamento termico, e soprattutto, come diceva il loro nome, erano pressoché eterne. Avevano due raggi di curvatura standard, ecco dunque la diversa larghezza dell’edificio, mentre per la sua lunghezza non vi erano limiti. Si cominciarono a costruire anche scuole, palestre, case per edilizia popolare, e i primi grandi condomini privati. Molti di questi edifici furono realizzati utilizzando a profusione i nuovi materiali e le nuove metodologie a basso costo, così la quasi totalità delle coperture erano in Eternit, come con lo stesso materiale erano realizzate canne fumarie, tubi di scarico, e perfino i grossi serbatoi di acqua potabile posti sui tetti per garantire una buona pressione di esercizio per tutti. Ma le innovazioni tecnologiche non finivano qui. Fu realizzato un nuovo sistema di pavimentazione, con mattonelle di un nuovissimo materiale, multicolore, estremamente sottile e leggero, di facile pulizia, fonoassorbente, ignifugo, e soprattutto a basso costo, realizzato con laminato plastico e amianto; il Linoleum. Nelle scuole di nuova costruzione, vennero installati anche il nuovo sistema di riscaldamento con termosifoni in ghisa, e per evitare la dispersione di calore, le tubature in ferro erano coibentate con fasce di Asbesto imbevute di collante, cosi come il locale caldaia, e il retro di ogni termosifone erano spruzzati con uno spesso strato di Amianto fioccato impastato con cemento. La richiesta di materiale in fibrocemento era così alta che, lo stabilimento Eternit, di Casale Monferrato, non era più in grado di far fronte alla richiesta, e così nella zona Apuana sorse una nuova fabbrica per la sua produzione, che fu chiamata Fibronit. Questo materiale con proprietà quasi miracolose, fu impiegato a profusione in vari settori; dalla nautica, all’edilizia, dall’industria automobilistica, e quella meccanica, per finire perfino all’interno di prodotti cosmetici. Ma purtroppo, in pochi anni, ci si accorse di quanto fosse grave e mortale il lato “oscuro” di questo materiale. Per la verità, oggi sono in molti ad affermare che della sua pericolosità si sapesse da decenni, ma per non scontentare il “dio denaro,” chi sapeva, si guardò bene dal parlarne, condannando a morte migliaia di lavoratori. Il meccanismo della nocività dell’Amianto è di per se abbastanza banale, ma forse proprio per questo micidiale. Le sue microscopiche fibre, entrano per inalazione nei polmoni, e quando alcune di loro passano la Pleura, provocano una infiammazione delle cellule che da origine a un terribile tumore polmonare; il mesotelioma pleurico. Questo tumore oltre che letale, è anche subdolo, perché dall’inalazione delle fibre alla sua comparsa possono passare più di trenta anni. Si pensi che alla Eternit di Casale Monferrato, si sono ammalate di mesotelioma pleurico e sono morte, anche le mogli dei lavoratori, solo per aver spazzolato e lavato i loro indumenti da lavoro. Anche alla Fibronit di Carrara Avenza, la quasi totalità dei lavoratori è deceduta per la stessa malattia, incrementando così le migliaia di casi che si sono verificati in tutta Italia. Alcuni anni fa il Governo Italiano, pensò di anticipare la pensione per tutti quei lavoratori che erano stati esposti a questa micidiale sostanza, per permettere loro, almeno fin quando stavano ancora bene, di poter godere della compagnia della famiglia. Oggi in Italia, nonostante la campagna di rimozione dell’amianto sia cominciata da decenni, in parte sovvenzionata da Regioni e Comuni, esistono ancora migliaia di tonnellate di manufatti in fibrocemento, come coperture, contenitori o tubature, che oggi, essendo le agevolazioni finanziarie terminate, frenano di molto la loro rimozione. Questo purtroppo, con il progressivo degrado dei manufatti dovuto al tempo, e all’azione degli elementi atmosferici, accentua il rischio per le persone che abitano nelle vicinanze. Migliaia di persone hanno perso la vita, e purtroppo almeno per un altro decennio, accadrà ancora, si spera solo che nel frattempo la scienza medica trovi un rimedio, a questa vera e propria “strage degli innocenti” causata dall’avidità umana.
Mario Volpi 25.11.22
Racconti di questa rubrica
CarraraOnline.com
CarraraOnline.com
Torna ai contenuti