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Sezione a cura di Mario Volpi
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Un male antico

Una Volta Invece

Spetta/Le Redazione
19 febbraio 2014

La paura del dentista penso che sia atavica come quella per la morte, anche se oggi i moderni sistemi di anestesia sono in grado di non far sentire al paziente alcun dolore. Ma se si è superata la paura del dolore è rimasta ben radicata quella "economica". Si assiste così a una vera e propria migrazione verso i paesi del'Est dove i prezzi sono dimezzati. Un tempo anche gli ottici praticavano prezzi...pazzi, oggi un paio di occhiali da vista costa...a 1 € a buon intenditor......

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Un male antico

Forse a causa della scarsità di argomenti nuovi, la cinematografia, soprattutto americana, ci ripropone film sugli antichi Romani, o drammi ambientati nel Medioevo. A prescindere dalle ricostruzioni dei luoghi e dei personaggi, spesso più che fantasiose, salta all’occhio un particolare palesemente falso, ma che la maggior parte dei futuri spettatori, e anche gli stessi protagonisti ignorano. La totalità dei personaggi, compreso le comparse, sfoggiano tutti una dentatura perfetta, cosa assolutamente impossibile in quelle Ere. Il cosiddetto “mal di denti” ha perseguitato l’uomo fin dalla sua apparizione sulla Terra, e stranamente, è stata una di quelle patologie che è andata aggravandosi di pari passo con l’evoluzione dell’uomo. Recenti studi su reperti fossili di centinaia di migliaia di anni fa, hanno stabilito che l’uomo preistorico, oltre ad avere i denti molto più grossi e solidi, aveva una specie di tessuto protettivo che proteggeva il dente mentre questo si consumava. Con il miglioramento delle condizioni di vita, e la cottura dei cibi, l’evoluzione ha fatto si che i denti si riducessero di volume, il consumo sempre più massiccio degli zuccheri poi, li ha resi più vulnerabili a una patologia che è ancora presente ai nostri giorni; la carie. Il dolore prodotto da un dente cariato è lancinante, soprattutto se viene a contatto con liquidi caldi o freddi, e su di esso hanno scarsa efficacia i rimedi “dei semplici” come si diceva un tempo, ossia delle erbe medicinali. Un tempo l’unico rimedio possibile era l’estirpazione del dente malato, ma questa pratica limitava di molto la capacità di una persona anche giovane di masticare il cibo, un tempo duro e fibroso. Gli Etruschi già nel IV secolo a.c. erano in grado di fare protesi con denti di animali tenuti insieme da uno scheletro d’oro, di una tale precisione da stupire i dentisti moderni. Anche i Romani usavano una tecnica simile, ma durante i secoli bui del Medioevo tutto questo sapere andò perduto. La qualità del cibo, e la malnutrizione, intaccavano i denti delle popolazioni medievali già in tenera età, tanto da arrivare da adulti con la maggior parte dei denti cariati o mancanti. In pieno Medioevo vi erano i cavadenti erranti, ciarlatani che durante le fiere, si adoperavano, complice un compare, a mostrare quanto fosse semplice e indolore levare un dente. Quando però toccava al paziente vero, la finta si trasformava in tragedia. Questo veniva sdraiato per terra, immobilizzato dal ciarlatano e dal compare che vi si accovacciavano sopra, e con una pinza si estirpava il dente, mentre trombe e tamburi coprivano le urla del poveretto. Non era raro che a distanza di poche ore subentrasse una grave infezione, ma ormai il ciarlatano era a far danni nel paese vicino. Negli anni cinquanta il mal di denti era il disturbo più ricorrente in adulti e bambini, non era raro vedere persone con una sciarpa legata attorno al viso deformato da una guancia gonfia. Oggi ancora mi stupisco di come fosse inesistente in quegli anni l’igiene orale, ma che a tutti noi sembrava normale. La maggior parte delle persone anziane, aveva i denti guasti, o era parzialmente sdentata. Lo spazzolino da denti e il dentifricio, erano sconosciuti, per non parlare di filo interdentale e colluttorio, o di prodotti contro l’alitosi. E’sempre vivo nella mia memoria, un ragazzo mio vicino di casa, che la sera prima di andare “a far l’amore”, come si diceva un tempo, a casa delle fidanzata, si strofinava per un buon quarto d’ora le foglie di salvia sui denti. Per lenire il dolore si usavano metodi a metà strada tra la stregoneria e l’erboristeria. Decotti di malva, e di petali di rose, chiodi di garofano stretti fra i denti, risciacqui con vino o grappa, mettere aglio e sale grosso sul dente dolente, o se il dolore era insopportabile, un pò di tabacco di una sigaretta. Se proprio il dolore non passava, e diventava insostenibile, si andava dal farmacista che ti dava un analgesico. I dentisti, a quei tempi, erano rarissimi, e “a pagamento” cosa che non era sostenibile per gran parte della popolazione. Solo agli inizi degli anni sessanta la “Cassa Mutua” come si chiamava una volta il Sistema Sanitario Nazionale, istituì a Carrara un gabinetto dentistico, che dopo aver preso il numero, e aspettato per giorni il tuo turno, ti levava il dente o te lo piombava, come si diceva una volta. Le otturazioni venivano praticate non prima di avere devitalizzato il dente con l’arsenico, che veniva introdotto all’interno del dente dopo la trapanatura. I tempi erano biblici, per chiudere definitivamente un dente ci voleva più di un mese, e il dolore, specie per la trapanatura era importante. Solo la parte più benestante della popolazione poteva in qualche modo usufruire dei servigi dei rari dentisti che, dopo la devitalizzazione, facevano le capsule, d’oro per i più ricchi, e di acciaio per chi voleva spendere meno. L’estetica lasciava molto a desiderare, ma sempre meglio che avere i denti neri o totalmente mancanti. Nell’immediato dopoguerra molti materiali divennero di uso comune come il Caucciù  che fu usato per fare le prime “dentiere” come si chiamavano le protesi al tempo, tutte mobili. Spesso queste protesi deformavano pesantemente la voce delle persone, o creavano situazioni esilaranti con i loro “movimenti” improvvisi e non voluti. Oggi per fortuna, questo sembra frutto di un romanzo di fantascienza, l’uso dello spazzolino è diventato comune fin da bambini, i dentisti sono in grado di effettuare otturazioni invisibili, indolori, e durature, come perfette e quasi indistruttibili sono le protesi mobili e fisse. Oggi chi porta una protesi può sfoggiare uno smagliante sorriso come un attore hollywoodiano. L’unica cosa che offusca questo splendore, è quando il dentista presenta la parcella.

Volpi Mario

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