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Sezione a cura di Mario Volpi
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Il Paese dei paesi

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Il bel Paese è considerato tale soprattutto per gli oltre 8000 piccoli Borghi che ci sono. Quasi tutti millenari, alcuni addirittura  abitati ininterrottamente sino dall'epoca romana, sono dei veri e propri libri di pietra su cui è incisa la nostra storia.

L’Italia è famosa nel mondo, oltre che per le città d’arte, soprattutto per i suoi numerosi e splendidi Borghi antichi. Questi “paesi” come sono chiamati nel parlato volgare, sono sorti quasi tutti nell’Alto Medioevo. Dopo il disfacimento dell’Impero Romano, le popolazioni barbariche germaniche e slave, invasero la penisola italiana, abbandonandosi a stragi e saccheggi, che cancellarono completamente la civiltà romana, provocando un “buio” culturale che durerà secoli. Solo attorno al X secolo, si riformò un embrione di vita civile, con la nascita dei “Burg” (Borghi) in lingua tedesca, che altro non erano che poche baracche attorno a una Pieve, un’Abbazia, o un Castello, che fornivano una, anche se effimera, forma di difesa. Nel corso dei secoli, poi, questi originari agglomerati di case, divennero sempre più finalizzati per rispondere sempre meglio non solo allo scopo abitativo, ma anche e soprattutto al nuovo ordine sociale ed economico, che piano, piano, stava tornando a riformarsi. Sorsero così i Borghi nelle vicinanze dei luoghi di lavoro, o dove si trovavano le principali fonti di sostentamento dell’intera comunità. Tipico esempio ne sono i Paesi a Monte della zona Apuana. Tutti millenari, questi paesi sono sorti proprio a questo scopo. Torano, Miseglia, e Colonnata, oltre a essere a due passi dalle cave di marmo, sono addirittura costruiti con il materiale di risulta delle lavorazioni. Sorgnano, Fontia, e Noceto, erano invece posti in mezzo ai boschi di castagno, da cui ricavavano la maggior parte del loro sostentamento, e che servivano all’allevamento di pecore e maiali. Storia diversa è invece per Castelpoggio, e Gragnana. Sorti sull’antichissima Via del Sale, e su un ramo secondario della Francigena, traevano il loro sostentamento dal transito dei pellegrini, e dai commerci con la vicina Emilia. In quei tempi bui, la principale preoccupazione della gente era la difesa contro gli attacchi armati degli innumerevoli, signori, e signorotti, in cerca di facili prede. Così pur senza l’utilizzo di costose e invalidanti mura, si studiarono e realizzarono forme di difese passive molto efficaci, come stretti e bassi archi di pietra tra casa e casa, che, oltre a rinforzare le strutture, impedivano il passaggio alla temuta cavalleria, o stretti e tortuosi vicoli, ed erte scalinate facilmente difendibili anche da pochi uomini sommariamente armati. Alcuni Borghi, soprattutto lungo la costa, furono costruiti in luoghi a picco sul mare, difficilmente accessibili, per sfuggire alle frequenti incursione dei pirati Saraceni. Storia curiosa è quella degli splendidi paesi delle Cinque Terre. Molti pensano che questi siano nati come Borghi marinari, niente di più falso. Le popolazioni della Val d Vara, attorno alla fine del 1500, forse per ovviare a un aumento demografico significativo, si espansero fino a occupare le ripide scarpate che sprofondavano nel mar Ligure, e decisero di insediarvisi. La costa, era ormai priva del pericolo dato dalle incursioni Barbaresche, ciò rendeva possibile costruire le case quasi sulle spiagge. Si formano così i cinque attuali paesi, e per sfruttare al meglio il benefico e mite clima costiero, si crearono terrazzamenti sulle erte scarpate per le coltivazioni della vite e dell’ulivo. Quindi sono stati gli agricoltori, e non i marinai a fondare le splendide Cinque Terre. Nel corso dei secoli, anche l’architettura dei Borghi cambierà, per adattarsi meglio alle necessità del luogo. Nei Borghi montani ad esempio, le strade saranno strette, e tortuose, per “rompere” i freddi venti invernali, i tetti aumenteranno lo spiovente per far scivolare la neve, e per meglio isolarsi dal freddo saranno coperti da lastre di ardesia locale. I Borghi marinari invece, erano quasi tutti dotati di una specie di scivolo, per il varo delle barche da pesca, e il loro recupero alla sera. Anche in assenza di predazioni, carestie e pestilenze, però, la vita dei Borghi, non era del tutto “sana” in quegli anni oscuri. Totalmente chiusi agli stranieri, un po’ per paura, ma soprattutto perché del tutto autosufficienti, nei paesi, i matrimoni erano celebrati solo tra gli abitanti, spesso, consanguinei. Così, per la totale mancanza del necessario rimescolamento genetico, nel corso dei secoli, si generarono numerose patologie e deficit mentali tra gli abitanti. Non a caso in ogni paese erano presenti, individui con gravi handicap fisici, ma soprattutto comportamentali, i famosi  “scemi del villaggio,” come erano chiamati un tempo, ma comunque ben tollerati, e spesso addirittura mantenuti dall’intera comunità. All’interno del Borgo, anche i nomi, e perfino i cognomi, erano uguali, e per distinguere un individuo dall’altro, si faceva ricorso ai sopranomi, o alla casata di appartenenza, ad esempio “Piè della Terè” (Pietro della Teresa.) Anche il nome del paese, spesso derivava dalla storpiatura del nome dialettale della lavorazione, o del prodotto che era predominante nel Borgo. Noi toscani però, come è noto, siamo dei buontemponi, e lo dimostra il nome un po’ particolare che hanno ancora oggi alcuni paesi, come Paperino in provincia di Prato, Belsedere, vicino a Siena, o Femminamorta, a Pistoia. Con l’avvento del progresso, è diventato estremamente difficile continuare a vivere nei paesi, che si sono andati gradatamente spopolando. Alcuni, oggi sono ormai dei paesi fantasma, con le case in rovina, mentre altri, vuoi per la loro fortunata posizione, o per l’estrema versatilità al cambiamento degli abitanti, si sono convertiti al turismo, riuscendo a trarre il loro principale sostentamento da questo settore. Certo che oggi per chi decide di continuare a vivere in un antico Borgo la vita non è facile. Bisogna saper rinunciare a molte comodità della vita moderna. Prima di tutto all’uso indiscriminato dell’auto, perché molti di questi paesi hanno le antiche stradine che non consentono il passaggio alle auto moderne. Ciò implica il dover compiere gran parte delle attività quotidiane a piedi, anche nelle giornate fredde e piovose. Bisogna mettere in conto anche le difficoltà della logistica, come l’acquisto e il trasporto di oggetti ingombranti o pesanti, ed eventuali ristrutturazioni della casa, e non ultimo l’impossibilità di usufruire in tempi rapidi dell’assistenza dei mezzi di soccorso, come Vigili del Fuoco, o di un’autoambulanza in caso di necessità. Anche le comunicazioni non sono al meglio, spesso questi Borghi non sono serviti da linee telefoniche in grado di sopportare Internet. Stesso discorso vale per le fognature, quasi sempre assenti, a cui si deve sopperire a proprie spese con fosse asettiche private. Quasi sempre situati in luoghi non facilmente accessibili, questi Borghi, sono sconsigliati a chi ha l’attività lavorativa nelle periferie urbane, spesso distanti decine di chilometri. Per il resto però, in questi antichi paesi si vive ancora la vita a misura d’uomo, dove il tempo, non è più un tiranno, ma un amico, con cui passare tranquillamente la giornata, ammirando magari uno spettacolare tramonto, circondati dal silenzio, turbato a tarda sera solo dall’assordante … canto dei grilli.
Mario Volpi 25.09.2020
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