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Sezione a cura di Mario Volpi
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Erotico italiano

Una Volta Invece

Spetta/Le Redazione

In questi giorni purtroppo, i Media di tutto il mondo ci mostrano a che livello di orrore, e di disumanità può portare l'integralismo religioso. Purtroppo non c'è nulla di nuovo sotto il sole, anche se la storia pare non insegni nulla agli uomini, tragedie umanitarie come la caccia alle streghe della Santa Inquisizione, o la caccia agli eretici, hanno nei tempi antichi provocato la morte di milioni d'innocenti. Alcuni studiosi affermano che l'integralismo religioso legato a doppio filo con la politica, abbia di fatto rallentato lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese di decenni, ma quello che è più grave inculcano idee sbagliate ad un'intera generazione di cittadini.

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Per un ragazzo, o una ragazza, dei nostri giorni, la libertà, fisica, culturale, e sessuale è talmente normale da sembrare quasi scontata. Effettivamente la libertà dei suoi cittadini, e il compito primario di uno Stato democratico, com’è indispensabile che lo stesso sia assolutamente laico, per non avere interferenze pericolose che possano influenzare in maniera non democratica le sue decisioni. Eppure, non in un Paese del terzo mondo, ma in Italia, appena sessanta anni fa, la Chiesa cattolica, condizionava pesantemente la vita politica e sociale, di quel tempo. A riprova di ciò, il Parlamento della neonata Repubblica Italiana, ad appena dieci anni dalla fine di una guerra che l’aveva ridotta ad un cumulo di rovine, varò una legge che certamente non era in cima alla lista delle priorità
Il 28 febbraio 1958, per effetto di una legge poi chiamata Legge Merlin, dal nome della senatrice socialista che l’aveva fortemente voluta, le case di tolleranza venivano chiuse. Questa legge pose fine a un’attività secolare, e provocò la chiusura definitiva di circa settecento bordelli che erano in attività a quel tempo in Italia, e che ospitavano circa tremila prostitute. Dopo un aspro confronto Parlamentare, durato mesi, vinse la parte più clericale, sostenendo che era incivile che uno Stato moderno potesse legalizzare e proteggere la prostituzione. La parte laica invece, sosteneva che la prostituzione senza un controllo avrebbe causato prima, o poi, problemi all’ordine pubblico, cosa che è puntualmente avvenuta. I casini erano presenti in ogni città, anche Carrara aveva il suo, era situato nel centro storico all’angolo dell’attuale Via degli Aranci, con Via Santa Maria.
A prima vista, un Governo che vari una simile legge, parrebbe un faro di libertà e tolleranza, niente di più sbagliato. Basti pensare che era in vigore, e lo resterà ancora a lungo, il “delitto d’onore” legge che permetteva al marito tradito, di uccidere impunemente moglie e amante colti in flagrante, curioso il fatto che questo valeva solo se il tradito era l’uomo. La censura più becera e ferrea era esercita su ogni attività del Paese, iniziando da quelle culturali. Nelle Chiese era esposta la lista delle opere cinematografiche all’indice, film come Riso amaro, Italiani brava gente, Non c’è pace tra gli ulivi, oggi considerati dei capolavori, furono pesantemente censurati, e spesso addirittura sequestrati. Anche le opere di scrittori famosi come Dumas, padre, e figlio, Victor Hugo, o Alberto Moravia, solo per citarne alcuni, erano proibite al “buon” cristiano. Perfino i quotidiani, ma soprattutto la radio, dovevano stare attenti nel dare le notizie, che niente facesse riferimento alla sfera sessuale. Si arrivò a censurare anche le canzoni come la celebre “Pansé” di Carosone, o la splendida “4 marzo 1943” di Lucio Dalla. Al catechismo, s’insegnava, a bambini di dieci anni, che la masturbazione faceva piangere la Madonna. Io ho un ricordo personale delle confessioni che mi faceva il parroco dopo la Prima Comunione. Inginocchiato davanti a lui, con la mia testa tra le sue mani, dovevo dire quante volte avevo “fatto piangere la madonnina” vergognandomi come un ladro. Papa Pio XII, interferiva pesantemente con la politica Italiana, schierandosi apertamente con la Democrazia Cristiana, arrivando addirittura a scomunicare, nel 1949, gli iscritti al Partito Comunista. Fu istituita una Commissione Parlamentare di Censura, e anche se la Costituzione Italiana all’articolo 21 recitava che “...vige la liberta di stampa e di tutte le forme di espressione..”. sotto la forte pressione della parte più radicale del mondo clericale, venne modificato aggiungendovi “ ...non contrari alla pubblica decenza e moralità...” Benché dal 1948 la Costituzione Italiana sancisca la liberta di professare ogni religione, il Cristianesimo era ancora considerato Religione di Stato, e sarà abolito solo con la revisione dei Patti Lateranensi nel 1984. Nelle scuole i bambini, con le classi rigorosamente divise in maschili e femminili, iniziavano le lezioni con una preghiera, e questo addirittura fino alle scuole superiori. Nei locali pubblici vi erano affissi cartelli con scritto “Vietato bestemmiare” con di seguito l’importo della multa da pagare per i trasgressori. Il parroco si rifiutava di battezzare un neonato se il nome dello stesso non era nella tradizione italiana. I matrimoni spesso erano combinati con l’aiuto del sensale, visto che alla ragazza era assolutamente vietato frequentare uomini, era proprio il sensale che doveva “garantire” la verginità della futura sposa, pena la rottura con ignominia del fidanzamento. L’ignoranza in materia sessuale, la scarsa igiene personale, e la totale mancanza di mezzi di contraccezione, portavano, oltre a gravidanze indesiderate, generando i famosi “figli di N.N.” anche a contrarre malattie gravi, come epatiti, o la terribile sifilide, al tempo incurabile. Neppure di fronte alla morte questo integralismo religioso arretrava, per i suicidi, e i non cristiani, il parroco non faceva la cerimonia funebre, e i poveretti non potevano essere sepolti in terra consacrata. I matrimoni per essere validi dovevano essere celebrati solamente in chiesa, questo era quanto dicevano i parroci ai futuri sposi, anche se ciò era palesemente falso e contrario alla Costituzione Italiana. Fece scandalo alla fine degli anni cinquanta, quella coppia di Prato, che osò sposarsi con il solo rito civile in Comune. Il Vescovo li accusò pubblicamente di essere concubini senza Dio, beccandosi una querela da parte degli sposi, caduta naturalmente nel vuoto. Questo ferreo controllo cominciò ad avere qualche crepa durante il cosiddetto sessantotto, a causa delle pesanti contestazioni studentesche, trovando il suo apice nel 1970 con la promulgazione della legge che sanciva il diritto al divorzio. Benché fortemente voluta dalla popolazione, questa legge ebbe vita dura, e numerosi tentativi di modifica da parte della Democrazia Cristiana, che voleva evitare ad ogni costo strappi con il Vaticano, fino a quando il Partito Radicale non si fece promotore di un referendum popolare che nel 12 maggio 1974 ottenne la sua definitiva approvazione come legge dello Stato.
Questo fu il segnale che la gente era stufa di essere condizionata dalle scelte fatte da altri, che si erigevano a fustigatori di costumi. Quasi come una rivalsa, cominciarono a fare la loro timida comparsa le prime riviste sexy, subito oggetto di furiose campagne di sequestri da parte di alcuni magistrati, che si sentivano investiti di una missione quasi divina. Ma nonostante questo, il fenomeno continuo a dilagare con sempre maggiore successo, anche se ostacolato da frequenti denunce per “pubblicazione di materiale osceno” a carico dei Direttori. Questa situazione durò fino a quando, un noto settimanale sexy del tempo, non trovò il modo di aggirare la censura italiana. Ingaggiò una giovanissima modella ungherese, Elena Anna Staller, (Ilona Staller) e un giovane fotografo romano Riccardo Schicchi, e li mandò a fare diversi servizi fotografici pornografici a Parigi, stampando il tutto all’estero e portando in Italia il prodotto finito. Il successo fu travolgente, tanto che in due giorni dall’uscita, il settimanale era già introvabile nelle edicole, vanificando così gli ordini di sequestro. Anche la cinematografia cominciava a puntare sull’erotico, subendo anche lei pesantissime ingerenze dalla censura, che arrivò a processi da Santa Inquisizione, condannando fisicamente al rogo il film “Ultimo tango a Parigi.”Intanto cominciavano a circolare sul mercato i primi videoregistratori, che sostituirono del tutto i poco pratici proiettori 8 mm. Come succedeva da decenni all’estero, anche in Italia cominciarono ad aprire le prime videoteche, dove come evidenziò un sondaggio dell’epoca, su tre video noleggiati, due erano a carattere pornografico. Come un bambino tenuto troppo tempo senza la cioccolata, gli italiani si lanciarono quasi con frenesia nel mondo del porno, quasi avessero paura che fosse un fenomeno di breve durata. Anche le neonate TV private, per aumentare il numero dei loro spettatori, nelle ore notturne, trasmettevano film per adulti. La produzione cinematografica, per non essere tagliata fuori, si adeguò alla richiesta del pubblico, anche se ancora pesantemente controllata dalla censura, escogitando un sistema che oggi parerebbe ingenuo se non addirittura patetico. Mettevano in cartellone un film qualsiasi, già approvato dalla censura, cambiandone il titolo con uno più erotico, poi, poco prima della proiezione, inserivano quattro o cinque scene porno che nulla avevano a che fare con la storia narrata, ma che accontentavano la morbosità degli spettatori di allora. Visto il successo, molte sale si convertirono solo al porno, esponendo un unico cartellone, senza foto, ma con la scritta “Film per Adulti” a caratteri cubitali. Intanto con il nome d’arte di Cicciolina, la Staller, era diventata una stella di prima grandezza, conosciuta in tutta Europa. Lanciò anche la moda di fare spettacoli dal vivo nei locali notturni, meritandosi un tale popolarità che il Partito Radicale, a suo dire come una provocazione, riuscì a farla eleggere deputato in Parlamento. A metà degli anni ottanta, la liberalizzazione dei costumi era avviata, portando “l’erotico italiano”, anche se partito con diversi decenni di ritardo, quasi al pari delle altre Nazioni Europee.


Volpi Mario
8 settembre 2014

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