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Sezione a cura di Mario Volpi
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Il medico della Mutua

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Molti di noi oggi si lamentano, e giustamente, del nostro Servizio Sanitario, ma se avessero visto quello di appena mezzo secolo fa, forse ...

Era il 1968, quando il film “il medico della Mutua, ” interpretato magistralmente dal compianto Alberto Sordi, faceva il pieno nei botteghini. Come sempre, il grande attore, in questo caso anche sceneggiatore, aveva perfettamente centrato la situazione sanitaria italiana del periodo, governata dalle varie Mutue di categoria, e dominata dalla sanità privata, dove il solo scopo non era certamente il benessere del paziente, ma gli interessi economici dei vari “baroni, ” in camice bianco. A quel tempo, il servizio sanitario non era a livello nazionale ma governato, come già detto dalle varie Mutue. Era evidente che più le categorie erano “ricche, ” e più i servizi erogati da queste Mutue erano migliori. Per fare capire meglio il concetto facciamo un esempio: il Sig. X commerciante, che soffriva di mal di stomaco, poteva prendere appuntamento con un luminare del settore, e andare a farsi visitare nel suo studio, situato magari, in una Clinica privata, senza spendere una lira. Invece l’operaio Y, doveva andare dal medico condotto, che lo mandava alla Mutua, dove la visita era fatta da chi al momento era disponibile, e nei tempi dettati dalla lista d’attesa. Ma purtroppo vi era anche il terzo caso, della Sig.ra Z, che anche se in dolce attesa, non avendo la Mutua, doveva pagare ogni servizio di tasca propria, o partorire in casa, con l’aiuto dell’Ostetrica di condotta, pagata dal Comune, con tutti i rischi del caso. La figura del medico Condotto, era la pietra miliare della sanità del tempo. Questi medici erano dei veri e propri eroi, che davano assistenza ventiquattro ore su ventiquattro, spesso alzandosi nel cuore della notte per accorrere al capezzale di un paziente. Negli ambulatori Comunali, il medico di condotta faceva di tutto, dal suturare piccole ferite, a cavare un dente, per arrivare a incidere un ascesso. Il ricovero in Ospedale era considerato l’ultima spiaggia. Gli Ospedali del tempo poi, erano più simili a gironi infernali che a luoghi di cura. Situati quasi tutti in edifici ottocenteschi, alcuni rabberciati alla meno peggio dai danni subiti durante la guerra, erano autonomi, e sopravvivevano proprio grazie alle rette pagate dalla Mutua, per ogni paziente ricoverato. Così le degenze, anche per cose di poco conto, potevano durare mesi, con inutile spreco di denaro, e soprattutto, con enorme disagio per il paziente e i suoi famigliari. Vi erano poi, intere ali, con le “camere a pagamento, ” dove chi aveva Mutue particolarmente ricche, o persone facoltose, potevano usufruire di un trattamento quasi da albergo. A tal proposito, spesso, si assisteva a veri e propri scandali, dove un “luminare,” o presunto tale, magari visitava un paziente nella struttura pubblica, e poi lo “consigliava,” di farsi operare a pagamento da lui stesso, in una struttura privata, triplicando il guadagno. E’ evidente che, in un sistema sanitario simile, gli ospedali, le cliniche private, e i vari “baroni, ” che vi operavano, cercassero di ricavare il massimo profitto da ogni paziente, con la minor spesa. Vi erano ancora le corsie, lunghe decine di metri con i letti posti alle pareti uno accanto all’altro, distanziati il minimo per potervi accedere, o le camerate con anche trenta pazienti, dove, la privacy, ma soprattutto l’igiene, erano una pia illusione. I vari Reparti, erano ancora in mano alle suore, che comandavano più dei medici, la cui preoccupazione principale era che i pazienti frequentassero le funzioni religiose. Il personale infermieristico, faceva un corso basico, e poi si formava con l’esperienza, così qualcuno diventava un “quasi medico,” mentre alti restavano delle “zappe,” per tutta la vita, a discapito dei pazienti. Le cucine di questi ospedali erano da incubo, sia igienicamente, che come qualità, con i vari Economi, che cercavano disperatamente di risparmiare il più possibile, sull’acquisto delle materie prime, con il risultato che l’immangiabile minestrina in brodo, e la mela cotta simile al cartone, tornavano immancabilmente indietro, facendo felici gli allevamenti di suini, che al tempo ogni Nosocomio gestiva. Cosa dire poi della tecnologia disponibile al tempo. Per fare una “lastra” come si diceva, erano necessari almeno due giorni, perché la radiografia era fatta proprio su una pellicola fotografica, di enorme formato, grossa proprio come una lastra, e dopo lo sviluppo bisognava portarla al medico condotto per la diagnosi. Nonostante tutto, il boom economico di quegli anni impresse un’accelerazione importante nella sanità dal nostro Paese. Si fecero imponenti campagne per raccogliere risorse economiche necessarie per curare varie, e gravi patologie, interessando perfino le scuole elementari, coinvolgendole nella vendita di francobolli, come ad esempio per combattere la TBC, al tempo ancora endemica. Si fecero vaccinazioni di massa contro la Poliomielite, che al tempo storpiava o uccideva migliaia di bambini. Anche il mondo del lavoro, sviluppò al massimo l’aspetto sanitario, l’INAIL, Istituto nazionale assicurazione sul lavoro, aprì suoi ambulatori, dove offriva assistenza a operai infortunati sul lavoro, stessa cosa fece l’INPS Istituto nazionale della previdenza sociale. Ogni Comune aveva una propria sede per le varie Mutue, con i vari ambulatori, a Carrara, quella “operaia” era nel palazzo dietro il Teatro degli Animosi, oggi sede di un’Assicurazione. Intanto, nel 1973, qualche Clinica privata per attrarre ricchi clienti, si dota di macchinari all’avanguardia come la nuovissima Ecografia, seguita da lì a poco dalla spaziale TAC. Ma nel 1978, con la legge 833, tutto cambia. Il servizio sanitario diventa nazionale, e garantisce assistenza gratuita a tutti i cittadini, di ogni ceto, ed estrazione sociale. Nascono istituzioni come i Pronto Soccorso, e la Guardia Medica, mentre le figure dell’ostetrica e del medico condotto, spariscono. Il nuovo servizio si chiamerà USL, e dipenderà dalle Regioni. E da qui cominciarono le dolenti note. Dopo un decennio questo sistema di sanità pubblica, a causa di una gestione criminale, entra in una profonda crisi finanziaria, e per cercare di salvarlo, si cominciano a istituire “Ticket, ”e a effettuare tagli dissennati alle spese, con il conseguente blocco del turn-over del personale, che comporta uno scadimento dei servizi sempre più grave. La Pandemia del 2020, ha mostrato questo grave errore, che purtroppo ricade come sempre sulle spalle della povera gente, che sempre più spesso rimpiange il glorioso ed eroico, medico condotto.
Mario Volpi 26.6.21
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