Attenti al dragone! - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
Vai ai contenuti

Attenti al dragone!

Attualità
Spetta/le Redazione
Il recente caso "Quatargate," ha dimostrato come se già non fosse noto, come il vile denaro sia capace di "comperare" le coscienze di molti. Ma siamo certo che tutti i vari "complotti" siano stati scoperti?

Alcuni giorni fa, mentre mi trovavo in città, ho assistito al parcheggio di un’auto. Mi chiederete cosa vi sia di così eccezionale in un’operazione che credo venga ripetuta centinaia di volte al giorno. Questa era speciale perché era la prima volta che vedevo un’auto elettrica. Mi spiego meglio, ovviamente intendevo dire che era un’auto elettrica privata, e non come quelle che si vedono in giro di solito, con i colori promozionali di noti Marchi commerciali. Perfettamente uguale alle altre si distingueva solo per la totale assenza di rumore, tolto ovviamente il leggero fruscio generato dalle ruote sull’asfalto. La Comunità Europea, ha decretato che entro il 2035, i motori termici non potranno più circolare in tutti gli Stati dell’Unione, sollevando non poche polemiche e proteste. Nessuno nega che il pianeta Terra non possa più sopportare un’ulteriore immissione di CO2, dovuta alla combustione, ma a mio modesto parere questa è la più grande bestialità partorita dalla mente di qualche burocrate che vive forse su Saturno. Questa demenziale decisione, presa in tempi così rapidi e con il voto di una parte di deputati “ecologisti” di ogni Paese dell’Unione, desta nei cittadini il forte sospetto che si voglia favorire “qualcuno” come i recenti avvenimenti hanno dimostrato. Innanzi tutto un simile cambiamento in soli dodici anni è assolutamente impossibile non solo da effettuare, ma anche solo per programmarne una singola parte. Ma andiamo con ordine. Le auto elettriche  odierne sono composte da un kit di solo tre parti principali, ossia, una gigantesca batteria dal peso di circa ottocento kg, un motore elettrico su ogni ruota, e un sistema di ricarica. Cominciamo con la batteria. I tipi di questo componente fondamentale possono essere diversi, ma il più usato attualmente è ai ioni di Litio. Questo minerale oltre ad essere abbastanza raro, comporta per la sua estrazione un forte dispendio energetico, e soprattutto un forte impatto ambientale. Il Litio non si trova puro in Natura ma mescolato ad acqua geotermica salata, o di mare, quindi questa salamoia va pompata e versata in enormi vasche a cielo aperto, dove può rimanere anche anni, per effettuare, con l’evaporazione naturale, una prima rudimentale raffinazione. Ciò comporta un forte rischio ambientale, a causa delle altre sostanze tossiche disciolte in questa salamoia, ma soprattutto l’acqua salata necessita di una lunga e costosa depurazione prima di essere rilasciata nell’ambiente. Ma i problemi non finiscono qui, le batterie contengono anche altri minerali come cobalto, nichel, rame, grafite, manganese, assieme a rame e ferro, tutti materiali che al momento della sua fine rendono estremamente lungo e costoso il suo riciclo. Nel veicolo elettrico poi, sono indispensabili le cosiddette Terre rare, metalli e metalloidi estremamente costosi, presenti in pochi luoghi del pianeta, la cui estrazione e lavorazione è ad oggi un vero e proprio monopolio della Cina. Altro enorme problema è costituito dai tempi di ricarica, e dai luoghi dove questa operazione sarebbe possibile. Attualmente un’auto elettrica può effettuare a velocità moderata circa trecento chilometri, e poi necessita di un luogo per la ricarica con un tempo minimo di un’ora. Va da se, che è assolutamente controproducente che un’auto che parte da Milano per arrivare a Roma, su una distanza di circa seicento chilometri, debba mettere in conto anche più di due ore di “ricarica” sempre trovando una colonnina libera. Per ultimo, ma non per questo meno importante, c’è da tenere conto del prezzo delle auto elettriche, che ora si aggira mediamente sui 10.000 € in più, cosa che non aiuta certamente la sua diffusione commerciale. Mettendo per assurdo che in appena dodici anni si riesca a convertire le fabbriche di auto da termiche ad elettriche, e ancora più assurdo che si riesca a trasformare ogni Stazione di Servizio di oggi in punti di ricarica elettrica, quante centrali elettriche bisognerebbe dedicare a questo servizio, e soprattutto con cosa le si alimenterebbero? Altro grosso problema che si fa finta di non sapere è che la UE, conta all’incirca “solo” cinquecento milioni di abitanti, mentre nel resto del mondo vivono 7,5 miliardi di persone, la cui preoccupazione giornaliera non è certamente l’inquinamento da CO2.  Nessuno parla invece di un progetto molto più facile, e molto meno costoso e soprattutto facile da mettere in esecuzione; trasformare la CO2 in Metanolo, un alcool in grado di bruciare benissimo nei motori termici odierni. Molte grandi Università, e alcune Aziende tra cui l’italiana ENI. Stanno sperimentando la possibilità di estrarre il Metanolo direttamente dall’Anidride Carbonica dell’aria, tramite una semplice inversione termica. Il Metanolo usato come combustibile di fatto annullerebbe l’apporto aggiuntivo di CO2 in atmosfera, essendo questi “figlio” della stessa. Uno statista italiano di lungo corso Giulio Andreotti, era solito dire che pensare male di qualcuno è male, ma spesso la si azzecca. Ecco, io non vorrei che i burocrati europei dopo aver visto sfumare il “piacerino” ben pagato, che volevano fare ai cammellieri, ora cercassero in ogni modo di favorire l’ingresso commerciale in Europa del “dragone!”
 
Mario Volpi 30.4.23
CarraraOnline.com
CarraraOnline.com
Torna ai contenuti