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Sezione a cura di Mario Volpi
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Pinus Pinea

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Da sempre le splendide pinete di Marina di Carrara, sono considerate tra le più belle della costa Tirrenica. Purtroppo fra pochi anni tutto questo potrebbe essere un lontano ricordo, perchè.....

Pinus Pinea

E’ successo di nuovo: La tanto decantata “globalizzazione” ha causato un altro effetto catastrofico.  A farne le spese, come ormai accade troppo di frequente, è il patrimonio agro-forestale di mezza Europa, con la conseguente perdita di risorse economiche e di conseguenza la chiusura di molte aziende che operavano in quel settore. Un parassita “alieno” chiamato “cimicione delle conifere” tipico del Nord Amarica, è arrivato nel vecchio Continente, sicuramente al seguito di qualche partita di legname, che il mercato “liberalizzato” fa arrivare anche in Italia, senza alcun tipo di controllo medico-veterinario. Questo terribile parassita attacca le pigne del pino domestico, dal nome scientifico di Pinus Pinea, provocando gravissimi danni. Il pino domestico, ha la fruttificazione, cosiddetta, triennale, ossia sullo stesso albero sono presenti i frutti del primo anno, del secondo, e infine quelli completamente maturi. Il parassita attacca la parte apicale della pigna, provocando il completo aborto di quelle del primo anno, e lo svuotamento quasi totale dei pinoli nelle altre due. In poco meno di quattro anni, questo parassita, ha causato una diminuzione del 90% nella produzione di pinoli, un’eccellenza italiana da sempre, con una perdita economica non ancora ben quantificabile, ma che comunque, calcolando anche la perdita di posti di lavoro, sfiora il miliardo di euro. Si pensi che un Kg di pinoli all’ingrosso, arriva a sfiorare la cifra di 45 €, mentre al minuto supera i 100 €. Si è arrivati al punto che anche la criminalità comune si è accorta di questo vero e proprio “oro verde”, tanto che si sono registrati parecchi furti di carichi di pigne. Questa situazione poi incoraggia la “truffa dei pinoli”, spacciando per “italiani”, prodotti provenienti dall’estero di qualità, e prezzo di molto inferiori ma venduti come nostrali al prezzo di mercato. Vi è rimedio a questa vera e propria calamità naturale? E qui l’Italica mastodontica, e stolta burocrazia da il meglio di se. Esiste l’antagonista naturale di questo parassita, una piccola vespa che depone le uova, in quelle del cimicione, decretandone la distruzione, ma una normativa lasciata a metà, dai solerti legislatori italiani, impedisce l’importazione, e la liberazione sul suolo italiano di organismi vivi “alieni”. Peccato che a questa ”legge“ raffazzonata e incompleta, non si siano attenuti gli altri “organismi alieni” che sono sbarcati, allo stesso identico modo, sull’italico suolo, come il Punteruolo rosso, che ha decimato le nostre palme, il Cirripede del castagno, che hanno azzerato la produzione di castagne, o il pesce siluro, che ha sterilizzato ogni forma di vita nel Po. Qualcuno dice che il transito delle merci, tra le frontiere di ogni paese, debba essere libero senza vincoli o dazi doganali. Nessuno nega questo, ma queste invasioni costano alla collettività milioni di euro, e all’ambiente, danni irreparabili, che comportano perfino l’estinzione di specie animali autoctone, che non possono difendersi da questi nuovi organismi, Nazioni più attente come la Nuova Zelanda, e l’Australia, sono invece molto severe nella difesa del loro ecosistema, controllando, e spesso sterilizzando, anche con fumigazioni velenose, i carichi, o i contenitori di merci che possono essere usate come vettori occasionali da specie aliene. Oggi sarebbe possibile, grazie alle nuove biotecnologie, contrastare queste invasioni con la lotta biologica, ossia inserendo nell’ambiente un antagonista naturale dell’invasore. Moltissimi paesi lo fanno già da anni, mentre l’Italia è, come al solito, fanalino di coda, per colpa di pastoie politiche e burocratiche. I nostri politici, e legislatori sono sicuramente più interessati a proteggere il loro piccolo “orticello”, anziché difendere il bene collettivo. Di questo i nostri bistrattati agricoltori dovranno tenerne conto, quando saranno all’interno della cabina elettorale, perché una classe politica poco attenta alle cose ambientali, non è certamente in grado di amministrare un intero Paese. Le nuove generazioni di “marinelli e carrarini” non avranno più il piacere della raccolta, e della degustazione dei pinoli nelle nostre splendide pinete, così come facevamo noi da bambini, mentre le nostre madri sedute sulle panchine facevano due chiacchiere con le amiche, all’ombra di pini secolari. La mia speranza è, che, l’incapacità degli uomini, sia compensata da Madre Natura, che nella sua immensa saggezza, trovi un rimedio naturale contro questo flagello, che rischia di cancellare per sempre il simbolo delle coste mediterranee.

Mario Volpi
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