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Sezione a cura di Mario Volpi
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Misteri pandemici

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Recenti studi su antichi resti umani hanno dimostrato che non furono malattie note a ucciderli, ma di che cosa si trattasse ancora oggi resta un mistero!

L’epidemia mondiale di Covid-19 che ha recentemente colpito il genere umano, ci ha fatto ripiombare nel terrore per “la peste,” esattamente come succedeva nei tempi antichi. Anche se oggi la medicina e la biologia hanno fatto passi da gigante, e conosciamo perfettamente il virus responsabile di questa patologia, non ne capiamo ancora bene il meccanismo d’azione all’interno del nostro organismo, ad esempio, perché non sia letale per tutti, e soprattutto se un vaccino sarà in grado di metterci al sicuro da esso. Le epidemie, hanno da sempre accompagnato la razza umana fin dalla sua comparsa sul pianeta, di alcune poi, abbiamo notizie molto precise, perché ben descritte dai cronisti del tempo, anche se, escluso per quelle più recenti come la Spagnola, si è usato per tutte per descriverle il termine “peste.” Recenti studi sul DNA di scheletri di persone morte per quelle pandemie, hanno evidenziato che non fu la peste ad ucciderli. Oggi sappiamo che le patologie sono provocate da batteri e da virus, e che per questi ultimi l’unica arma per combatterli è il vaccino. Malattie come la lebbra, cui solo il nome incute terrore, è provocata da un batterio, e oggi sarebbe facilmente curabile con un antibiotico specifico. Mentre per il comune raffreddore, causato da un rinovirus, a tutt’oggi non esiste alcuna cura, se non qualche palliativo per attenuarne i sintomi. Questo i nostri antenati non lo sapevano, ma anche se lo avessero saputo non sarebbe cambiato molto per loro, ma per noi sapere quale fu la reale causa di quelle spaventose pandemie, potrebbe aiutarci a combatterle in futuro. Partiamo da una di quelle più antiche, chiamata “la peste Antonina.” Avvenuta all’interno dell’Impero Romano nel 165 d.C. probabilmente portata in patria dalle legioni romane di ritorno da una campagna contro i Parti. Questa pandemia che a più riprese si prolungò fino al 180 d.C., fu ben descritta da Galeno uno dei più famosi medici romani. Egli ne descrisse così bene i sintomi, da far sorgere il fondato sospetto che l’agente patogeno non fosse la Peste, ma Tifo o forse Colera. Qualche storico addirittura ipotizza che potesse essere anche il Morbillo, non ancora entrato nell’Impero come malattia endemica. Nei quasi trent’anni di periodica apparizione, questa pandemia provocò la morte di un numero di persone stimato intorno ai venti milioni, arrivando fino ai confini più estremi dell’Impero come la Gallia. Questa epidemia mise in crisi l’intero sistema sociale Romano, che per mancanza di manodopera, rischiò il suo dissolvimento. Un’altra epidemia terribile, questa volta davvero di peste, perché ben documentata fu quella denominata “ peste di Giustiniano.”  Accade nel 541 d.C. nell’Impero Romano d’Oriente, appunto sotto l’Imperatore Giustiniano. Partì dall’Egitto per poi espandersi verso Alessandria e arrivare a Costantinopoli, al tempo una delle città più densamente popolate dell’Africa. Qui, anche a causa delle norme igieniche non ottimali, esplose in tutta la sua devastante virulenza, tanto che un cronista del tempo, Procopio di Cesarea, testimone oculare, scrive che ci furono oltre cinquemila morti al giorno, spesso arrivati a dodicimila, tanto che Costantinopoli perse metà della sua popolazione. Ma certamente la più ricordata, perché mise in pericolo la sopravvivenza umana nell’intero continente Europeo, fu quella denominata “ la peste nera del 1346.” Questa devastante pestilenza, oltre a essere stata un vero e proprio flagello per l’umanità, fu ancora più terribile perché provocata da un vero e proprio atto di guerra batteriologica dell’antichità. La città di Caffa in Crimea sotto il controllo della Repubblica di Genova, fu attaccata dall’esercito tartaro. Durante l’assedio però, tra i tartari si ebbero parecchi casi di peste bubbonica, così il loro comandante il Khan Ganibek, per costringere alla resa gli assediati, fece catapultare all’interno delle mura alcuni cadaveri infetti. I genovesi dopo poco fuggirono, portando con se il terribile batterio della peste. Anche qui abbiamo a disposizione un cronista d’eccezione, Giovanni Boccaccio, che descrive la peste nella città di Firenze. E già qui cominciano i misteri. La peste bubbonica è provocata da un batterio il Yersina Pestis, che ha il suo bacino d’incubazione nei roditori, per lo più i topi. La pulce dopo aver morso il topo infetto con il suo morso trasmette l’infezione all’uomo. Nell’uomo la malattia si può manifestare in due modi. Infettando per primi i linfonodi, che cercando di vincere il batterio, s’ingrossano da qui il nome “bubbonica.” Questa forma ha una mortalità stimata intorno al 50%, o nella forma più letale, in cui il batterio attacca i polmoni, provocando emorragie e gravi forme di polmonite, che portano al sicuro decesso. In quest’ultimo caso bastano le goccioline di saliva per infettare un altro essere umano, mentre per la bubbonica, escludendo di toccare con ferite aperte, la piaga di un malato, il contagio non avviene. Da molti antichi cronisti poi, è ben descritto il grande numero di topi morti con il sangue alla bocca, che sono una caratteristica dell’esistenza di un’epidemia di peste in corso, ma in questo caso, ne il Boccaccio, ne altri cronisti ne parlano. Ma c’è di più: il Boccaccio ci dice che il contagio era talmente violento che perfino gli animali come cani e gatti, bastava che toccassero qualcosa d’infetto per cadere stecchiti. Addirittura parla di un episodio di cui esso stesso fu spettatore. Due maiali, mentre stavano grufolando dentro a delle vesti di un defunto appena gettate in strada, caddero morti. Dal DECAMERON introduzione… che, essendo gli stracci d’un povero uomo da tale infermità morto gittati nella via publica e avvenendosi a essi due porci, e quegli secondo il lor costume prima molto col grifo e poi co’ denti presigli e scossiglisi alle guance, in piccola ora appresso, dopo alcuno avvolgimento, come se veleno avesser preso, amenduni sopra li mal tirati stracci morti caddero in terra…. Ora escludendo che il Boccaccio abbia raccontato panzane, cosa veramente era a causare questa terribile pandemia? Ai giorni nostri, nonostante gli studi effettuati da alcuni studiosi resta un mistero. Comunque in Europa la peste da quel tempo divenne endemica, e si ripresentava ciclicamente ogni dieci anni circa, fino al 1780, dove, dopo un’ultima epidemia circoscritta, scomparve dall’Europa. Oggi è comunque presente in gran parte del mondo, tra cui gli Stai Uniti che registrano diversi casi ogni anno.
Mario Volpi 21.11.2020
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