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Schiavi d'acciaio

Attualità
Spetta/Le Redazione
Penso che a tutti noi la schiavitù faccia semplicemente orrore eppure ...

L’umanità da millenni ha sempre cercato di evitare la fatica. Per lo svolgimento dei lavori più pesanti, pericolosi, o noiosi, nell’antichità si faceva un largo uso di una pratica orrenda; la schiavitù. Anche se sembra impossibile, negli Stati Uniti d’America, fu necessaria una guerra fratricida tra il Nord e il Sud per la sua abolizione, che avvenne solo nel 1865, dopo che aveva prelevato dall’Africa oltre dodici milioni di individui tra uomini e donne, per alimentare questo atroce commercio. Oggi, nel moderno e tecnologico mondo occidentale, la schiavitù è ancora ben presente, anzi, è in continuo aumento, ma gli schiavi odierni sono d’acciaio, e il loro cuore e di silicio, sono i robot. Non a caso, robot, deriva da una parola Ceca, “robota,” che significa lavoro pesante. I robot, nell’immaginario collettivo, hanno sempre risvegliato ataviche paure, forse perché noi umani sappiamo benissimo, che fisicamente siamo infinitamente inferiori a loro. Questo timore è stato ben evidenziato dal grande scrittore di fantascienza Isaac Asimov, che già attorno agli anni sessanta, scrisse le tre leggi della robotica, a cui gli automi dei suoi racconti dovevano obbedire. La Prima asseriva che nessun robot avrebbe mai, in nessun caso, arrecato danno a un essere umano. Nella Seconda, ogni robot deve obbedire agli ordini degli esseri umani, tranne che a quelli che interferiscono con la Prima, e infine nella Terza, dove ogni robot deve salvaguardare se stesso tranne nei casi in cui contrasti con la Prima e la Seconda. Escludendo il folklore letterario, oggi effettivamente il mercato dei robot è in forte crescita. Vi sono molte varianti di robot, ma i più usati sono di quattro tipi; i Cartesiani, gli Scara, gli Antropomorfi, e i Picker, la loro definizione cambia per quello che riguarda il numero di assi su cui possono lavorare. Sono poi divisi in autonomi, o semi-autonomi, secondo le loro capacità di muoversi, con, o senza sistema di controllo vincolato. Per fare un esempio, un robot autonomo, è il pulitore di pavimento, o il tagliaerba da giardino, che in modo random, o dopo mappatura ambientale, si muove in una certa aerea, e poi in autonomia decide quando deve rientrare alla base per ricaricarsi. Si calcola che nel mondo siano attivi oltre cinque milioni di robot, di cui la maggior parte è impiegato nell’industria automobilistica. Qui sono gli Antropomorfi, ossia con un braccio che imita quello umano che la fanno da padrone. Con forza, e precisione, saldano, rivettano, manipolano pesanti pezzi di carrozzeria, spruzzano vernici tossiche, e installano con precisione millimetrica enormi e fragilissimi parabrezza. Esistono, soprattutto nei Paesi asiatici, fabbriche dove non esiste un solo operaio umano. In queste fabbriche non esiste un sistema di ventilazione o estrazione fumi, l’illuminazione è accesa solo durante le ispezioni umane, il riscaldamento o il rinfrescamento sono inesistenti, e soprattutto nelle ventiquattro ore, non esiste pausa caffè, o mensa, perché gli schiavi di ferro non mangiano, non bevono e non dormono mai. La robotica ha trovato applicazioni anche in campo medico, e non a caso, in onore del grande genio italiano, il sistema robotico medico-chirurgico più avanzato attualmente in servizio si chiama “da Vinci.” Con questo sistema è possibile effettuare un intervento chirurgico con il paziente per esempio in Italia, e il chirurgo all’altro capo del mondo, purché ovviamente vi sia una connessione Internet. I grandi fornitori di E-Commerce, come Amazon, stanno studiando il sistema per fare effettuare le consegne ai loro clienti, da un esercito di “corrieri robot,” magari volanti, e son certo che entro pochi anni ciò sarà realmente possibile. Anche il sistema Taxi per gli umani potrebbe funzionare allo stesso modo, con mini elicotteri automatici, magari programmati per percorsi fissi, come ad esempio Aeroporto-Città. E’ già in studio avanzato un sistema di cargo aereo transcontinentale, dove aerei merci, privi di piloti, finestrini, pressurizzazione, illuminazione, ecc. possano volare su rotte fisse, decollare e atterrare in modo autonomo, o comandati da remoto, con sensibile abbattimento dei costi. Del resto la recente e sanguinosa guerra in Ucraina, ha dimostrato come i sistemi automatici o semiautomatici, ad alta tecnologia come i droni, o alcuni tipi di proiettile “intelligente,” facciano la differenza, anche contro navi o carrarmati. I droni ormai, grandi e piccoli, svolgono una quantità enorme di lavori, dalle riprese aeree, o subacquee per film, alla Protezione Civile, la prevenzione incendi nei Parchi Nazionali, sono poi utilissimi in agricoltura, edilizia, e geologia, e sono in grado di svolgere numerosi compiti che solo alcuni anni fa erano pura fantascienza. Mi piacerebbe sapere, cosa ne penserebbe il grande Leonardo da Vinci, se potesse vedere i progressi raggiunti oggi della robotica, lui che grazie al suo immenso genio, già cinquecento anni fa, progettò un “cavaliere robot” forse solo per stupire gli ospiti della corte Sforzesca del suo mecenate, ma che rivelava una conoscenza anatomica, e meccanica senza uguali. Oggi, con i nuovi materiali, i circuiti stampati, e i velocissimi processori, siamo in grado di fabbricare un robot, multi programmabile, ossia in grado di eseguire diversi lavori, però sempre “pensati e comandati” da noi. Chissà, forse tra qualche decennio, verranno prodotti robot umanoidi, perfettamente simili a noi, autonomi, dotati d’“intelligenza artificiale” che potranno così pensare e “imparare,” e forse un giorno saranno in grado di replicare il famoso monologo di Blade Runner “ho visto cose che voi umani…”
Mario Volpi 18.2.23
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