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Sezione a cura di Mario Volpi
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Pecunia non olet!

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione

Oggi tutto il mondo non fa altro che parlare di Greta la ragazzina ambientalista, anche se chiaramente manovrata da qualcuno.  Non penso che dipenderà dal clima se la specie umana sparirà dalla faccia del pianeta, ma dall'insensato uso di ciò che a prima vista sembrano conquiste epocali come ... il sapone!
Pecunia non olet!
Alcuni giorni orsono, ho assistito in TV, a una trasmissione, in cui il conduttore intervistava delle persone intente a fare Jogging in un parco pubblico. Orbene, tutte le persone alla fine dell’intervista affermavano che non vedevano l’ora di finire il ciclo di allenamento, per potersi rilassare con una bella doccia. Farsi un bagno oggi, è considerato non solo un piacere, ma una necessità fondamentale del vivere quotidiano all’interno della nostra Società. Ma non è sempre stato così. Gli antropologi affermano che fin dalla preistoria, l’uomo ha sentito il forte desiderio-istinto di pulizia, concetto che ovviamente era assai diverso da ciò che intendiamo ai nostri giorni. Essi certamente allontanavano dai luoghi, dove soggiornavano, avanzi di cibo, o altri rifiuti, ma lo facevano soprattutto per evitare di attirare grossi predatori. Il forte odore che certamente emanava i loro corpi, era considerato rassicurante, perché garantiva ”l’identità, ” e di conseguenza l’accettazione all’interno del clan. Gli antichi romani, avevano nei confronti dell’igiene personale un’attenzione quasi maniacale. Le Terme erano insieme al Circo, e al Foro, il vero centro sociale, e politico di ogni città romana, dove, oltre alla pulizia del corpo si facevano affari, si pettegolava, e alcune volte si progettavano complotti. Anche loro però, pur essendo capaci di realizzare splendidi acquedotti in grado di riversare in città milioni di litri d’acqua, non facevano il bagno come lo intendiamo oggi. Dopo essere passati dal caldo asfissiante del “Calidarium” e al freddo quasi glaciale del “Frigidarium, “ si facevano ungere il corpo con olii emollienti e profumati, quindi con un attrezzo di legno, o osso chiamato strigile, si raschiavano via dalla pelle l’olio e il sudiciume. Con la caduta dell’Impero Romano, anche l’igiene personale è dimenticata. Per le popolazioni barbariche il concetto di pulizia è aleatorio. Essendo nomadi, questi popoli, abitano accampamenti provvisori, e vivono quasi in simbiosi con i loro animali, in particolar modo i cavalli, così è quasi automatico che assumano da essi odori e parassiti. Il Medioevo è caratterizzato da un vero e proprio “buio” culturale, con credenze e superstizioni che condizionano pesantemente la vita di quei tempi. Il concetto di lavarsi, è visto più come un rito di purificazione spirituale che una vera e propria necessità fisica, cosi, ci si asperge di sabbia, crusca, o segatura, che naturalmente poco può nell’eliminare sporcizia e parassiti. Questa deprecabile abitudine, associata a un disinvolto modo di smaltire le deiezioni umane e animali, complice un’estrema povertà, darà origine a devastanti epidemie, tra cui quella di peste del 1347, che con oltre trenta milioni di morti rischiò di azzerare completamente la specie umana in Europa. Anche la Chiesa Cattolica ha un modo assai ambiguo di considerare la pulizia del corpo. Per certi versi lo associa alla pulizia dell’anima, ma lo stare immersi in acqua tiepida è considerato voluttuoso, quindi peccaminoso. Anche i Santi da venerare sono scelti attentamente, come Santa Agnese, che nel corso della vita non si lavò mai.
 
Alcuni storici ci narrano di vere e proprie “guerre intestine” in seno alle gerarchie ecclesiastiche del tempo perché i crociati di ritorno dalla guerra santa, portarono l’usanza araba dei bagni pubblici fortemente invisi dalla Chiesa, che ne vietò tassativamente la frequentazione. Quest’avversione per l’acqua continua fino in pieno Rinascimento, quando i medici vietano i bagni perché” aprono i pori della pelle, permettendo ai miasmi velenosi di penetrarvi all’interno.” L’onestà delle donne poi sarà misurata in modo assai curioso. Se una donna puzza, certamente sarà onesta, ma se profuma di certo, sarà una prostituta. Se per qualche motivo un bagno fosse proprio necessario, si raccomandava un giorno d’immobilità a letto, per dare tempo al corpo di riprendersi. Latrine e fogne erano a cielo aperto, perché considerato” inevitabile.” A tal proposito un cronista francese del 1640, lasciò scritto che “già a una lega (quasi quattro Km) si sentiva il tanfo di Versailles” al tempo ospitante quasi quattromila persone tra servi e nobili della corte del Re Sole. Bisognerà attendere fino alla metà del 700, per vedere nascere nelle case dei ricchi, le prime “stanze da bagno” con la nuova invenzione tutta italiana; il bidet. In Italia soprattutto nelle zone rurali, l’igiene personale sarà considerata una necessità secondaria, almeno fino alla fine della seconda guerra mondiale, dove l’introduzione di potenti insetticidi come il DDT, libererà finalmente, dopo secoli, la popolazione da parassiti come i pidocchi. Da allora sono stati compiuti passi da gigante. L’acqua corrente, la toilette in ogni casa, e l’uso quotidiano di bagni o docce, ha migliorato sensibilmente la vita dell’umanità, ma sta uccidendo il pianeta. I tensioattivi contenuti in saponi e detersivi inquinano ormai in maniera quasi irrimediabile le falde sotterranee, i fiumi e il mare. Queste sostanze ricavate dal petrolio, non a caso chiamate petrolati, stendono un film invisibile sulla superfice dell’acqua, impedendo il passaggio dell’ossigeno, soffocando la flora e la fauna acquatica sottostante. Stessa cosa fa lo zolfo, il fosforo e l’azoto in essi contenuti, anche se in maniera a prima vista “naturale.” Queste sostanze sono alla base del sostentamento delle forme vegetali, ma la loro massiccia introduzione nell’ambiente acquatico, provoca una crescita abnorme delle alghe, che sviluppandosi senza controllo e senza predatori, privano l’acqua dell’ossigeno vitale. Che dire poi dei famigerati stecchini netta-orecchie, o i tubetti di dentifricio di plastica, e dei terribili pannolini intimi, o salva slip? Pensate che se dispersi nell’ambiente, hanno una durata di oltre cinque secoli. Nonostante le ripetute richieste degli ambientalisti all’Industria e agli Stati di passare all’uso di prodotti biodegradabili, questi restano sordi, visto i profitti che l’uso di questi materiali a basso costo, e le tasse da essi ricavati fruttano loro. Ciò ci riporta a una storica frase che un potente disse oltre venti secoli fa. L’Imperatore Vespasiano, pensò di tassare l’urina, al tempo preziosa per la concia delle pelli, e a un senatore che gli fece notare come fosse poco piacevole anche all’olfatto quel prodotto, lui rispose “Pecunia non olet” Il denaro non ha odore.
 
 
Mario Volpi
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