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Sezione a cura di Mario Volpi
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Il burocrate ignorante

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
I recenti terribili eventi bellici hanno reso evidente a tutti come una Comunità Europea unita e coesa, sia l'unico modo per le popolazioni Europee di fare sentire la propria voce. Il "burocrate ignorante" però si annida dappertutto anche nei palazzi del potere europei.

Nell’Europa medievale, non era molto ampia la varietà di cereali e legumi disponibili. Grano, segale, orzo, erano i cereali maggiormente usati nell’alimentazione umana, associati a fave, piselli, e ceci, usati indifferentemente verdi o essiccati. Qualche antropologo azzarda la teoria che fu proprio per la poca varietà di alimenti disponibile, oltre naturalmente all’esigua quantità degli stessi, la causa della stagnazione numerica della popolazione Europea durata secoli. Nel 1492, con la scoperta dell’America tutto cambiò. Ovviamente questo cambiamento non avvenne di colpo, ma nel corso di poco meno di un secolo, molti dei prodotti vegetali importati dalle Americhe, influenzarono pesantemente l’alimentazione degli europei. Nell’Italia ottocentesca, era preponderante la coltivazione di due vegetali divenuti ormai parte integrante della dieta mediterranea; la patata, e il pomodoro. In particolar modo le patate, salvarono dalla morte per fame, le italiche popolazioni, cui le guerre Napoleoniche avevano causato feroci carestie. In egual modo nel sud dell’Italia, grazie al clima favorevole, la coltivazione del pomodoro, permise di sconfiggere, almeno in parte l’atavica povertà che aveva afflitto per secoli quelle genti. Un altro vegetale importato dalle Americhe, il tabacco, permise alla Maremma, al tempo dichiarata zona depressa, perché paludosa e malsana, di progredire economicamente e socialmente, ripopolandosi almeno in parte di agricoltori, dediti alla sua coltivazione intensiva. Queste coltivazioni però, essendo fatte con vegetali non autoctoni, erano soggette ad attacchi d’insetti e parassiti contro cui, al tempo non vi era difesa. A tal proposito va ricordato un antico adagio carrarese, che sul raccolto delle patate del tempo recitava così ” diezi staie ‘ntel Casal la metà al va al maial” (dieci staie nel Casale la metà va al maiale) Questo succedeva soprattutto per i danni che arrecava al raccolto il grillotalpa, che sbocconcellava le patate, impedendone il consumo umano e la loro conservazione, e usate quindi come mangime per i maiali. Altro vero e proprio flagello erano i “vermi,” come un tempo chiamavano i Nematodi. Questi veri e propri vermetti attaccavano le radici del tabacco, e dei pomodori, impedendone la corretta crescita, e quindi il raccolto. Contro questi tipi di parassiti non si sapeva come agire. Altro grosso problema fu quello di scoprire che soprattutto la patata aveva bisogno di una buona concimazione per prosperare in quantità e qualità. Il concime al tempo, visto la scarsità di animali in allevamento, era in prevalenza composto da deiezioni umane, prelevate da pozzi neri con un alto rischio di trasmissioni di malattie terribili come il colera, quindi come fare? Spesso la soluzione a un problema avviene per caso. Successe proprio così a due chimici tedeschi, Adolph Frank e Nikodem Caro, impegnati nella ricerca di cianuri utili per la lavorazione dell’oro, alla fine del 1800. Senza scendere troppo in particolari tecnici, si accorsero che il composto inorganico che avevano inventato, era poco efficace nella lavorazione del metallo prezioso, ma eccezionale come concime. Il preparato però, era molto difficile da industrializzare, perché prevedeva la lavorazione con una temperatura superiore ai mille gradi centigradi. In parte, dopo vari esperimenti si risolse il problema, ma la vera svolta la diede una chimico italiano Angelo Menozzi, che ne riuscì a produrre in quantità sufficiente per la vendita. Da esperimenti fatti successivamente sul campo, ci si accorse che la Calciocianamide, nome con cui fu chiamato questo nuovo concime, non solo rilasciava Azoto in modo graduale per molti mesi, ma nei primi dieci giorni del suo spargimento sul campo, era in grado, oltre a modificare l’acidità del terreno, di “disinfettarlo,” uccidendo grillotalpa e  Nematodi, oltre ad altri tipi di organismi nocivi. E’ chiaro che essendo un concime chimico, molto potente, andava utilizzato con accortezza e da persone competenti. Oggi è molto usato nella concimazione detta “di fondo,” ossia prima della semina o del trapianto, ma serve anche come diserbante non velenoso, che si trasforma poi in concime. La Calciocianamide è venduta in polvere o granuli, e per il suo utilizzo si devono seguire regole ben precise. Secondo il tipo di cultura se ne usano da 50, a 100 g, a metro quadro, e per renderlo attivo necessita, o della pioggia, o di una leggera annaffiatura. Per due settimane si lascia agire prima della semina o del trapianto. Questo concime tra le due guerre mondiali, ha salvato i raccolti di migliaia di agricoltori italiani, impedendone l’emigrazione, e la morte per inedia delle loro famiglie. Oggi, però, la cieca e ottusa burocrazia Europea, ha stabilito che questo concime sia “pericoloso per l’ambiente,” ed è a un passo dal suo ritiro commerciale. E’ però curioso, che lo stesso Organo Europeo lasci in libero commercio, nonostante le petizioni da tutto il mondo, diserbanti a base di Glifosato, una sostanza che, com’è ormai ampiamente dimostrato, anche in particelle infinitesimali, è letale per le api. Io temo che chi ha stabilito ciò, sia lo stesso burocrate, che ha detto, che il vino italiano perché alcolico, e il prosciutto di Parma perché salato, sono dannosi per la salute umana. Ma siamo proprio sicuri di aver bisogno di questo tipo d’Europa?
Mario Volpi 11.3.22
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