Termometri - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
Vai ai contenuti

Termometri

Una Volta Invece

Cara Redazione

In pochi decenni,  per noi nati nell'altro secolo, si è verificata una vera e propria rivoluzione culturale, che non solo ha cambiato in modo irreversibile la nostra vita, ma ha eliminato completamente dei veri e propri capisaldi che eravamo abituati a considerare inamovibili. Qualcuno non lo ha accettato piombando in una sorta di depressione culturale che lo ha completamente isolato dalla Società, che lo ha bollato magari come "strano", mentre altri hanno abusato dei nuovi mezzi, diventandone addirittura schiavi. Qualcuno è arrivato al suicidio, per avere perduto ogni loro avere magari al video poker.

File Audio del Racconto
Addio! Vecchio termometro

Sicuramente per noi che abbiamo superato abbondantemente gli “anta,” i primi anni del terzo millennio, ci hanno riservato sorprese che non esiterei a definire epocali, prima su tutte la scomparsa della Lira, seguita poi dall’uscita di scena del vecchio e caro termometro a mercurio.
Una normativa datata luglio 2008, emanata dalla Comunità Europea, sanciva che tutti i misuratori contenenti mercurio, come termometri, barometri e sfigmomanometri (strumento per misurare la pressione arteriosa) fossero posti al bando.
Questa norma si è resa necessaria per impedire che una sostanza tossica e velenosa come il mercurio, finisse in discarica, e poi inevitabilmente nella catena alimentare, animale e umana.
Questo non significa che le numerosissime famiglie che possiedono ancora uno, dovranno gettarlo, anzi, questa norma non si applica per strumenti di oltre cinquant’anni, ma semplicemente, che dal 3 aprile 2009 ne è cessata la fabbricazione e la vendita. Rimasto sostanzialmente invariato dalla sua invenzione per opera di Galileo Galilei nel 1592, il termometro durante i secoli, ha subito soltanto qualche cambiamento per i liquidi posti al suo interno, passando dall’acqua, all’alcool, per finire al mercurio. L’uso del termometro così detto sanitario, è intimamente legato alla vita della gente comune, era l’unico strumento che “codificava” in modo inequivocabile quando si era “ammalati.” Un bambino con temperatura oltre i 37° era esentato dall’andare a scuola, così come lo era anche un militare in servizio di leva, che poteva “marcare visita” mentre i commilitoni marciavano tra la neve, o magari, sotto il cocente sole d’agosto.
Erano molteplici i trucchi usati dai” falsi invalidi” per fare sì, che la colonnina di mercurio presente nel termometro salisse, e superasse magari di molto, questa fatidica soglia, dalla rapida “sfregatina” sulle lenzuola, all’immersione nella tazza del brodo bollente, posta sul comodino, fino ad avvicinare il termometro alla lampadina elettrica accesa.
Anch’io da bambino qualche volta ho usato la sfregatina del termometro sulle coltri, per evitare di andare a scuola, magari nelle fredde mattinate invernali, ma poi sono stato costretto a desistere, perché mia madre, saggiamente, m’impediva di alzarmi da letto per tutto il giorno, e mi costringeva a bere delle disgustose tisane “medicinali.” Solo dopo anni, ormai nell’età adulta, mia madre mi confessò che erano solo punitive.
E’ rimasta una pietra miliare della filmologia, la scena in cui si vede l’indimenticabile Gino Cervi nei panni di Peppone, sindaco del paese di Brescello, fingersi febbricitante per non aderire alle richieste del parroco, Don Camillo, alias Fernandel. Peppone faceva sforzi sovrumani per fare salire la temperatura nel termometro con manovre truffaldine, ma che un ex medico militare e “clericale” accorso al suo capezzale, mandatovi dal rivale, anticipava sul nascere, facendo così miseramente fallire i suoi tentativi, ricordi della ormai lontana Naia.
I luoghi deputati alla misurazione della temperatura erano sostanzialmente due; sotto le ascelle per gli adulti, e in mezzo alle cosce per i bambini, mentre il tempo variava, dai dieci minuti negli ospedali, ai cinque nelle famiglie.
Il cambio del luogo di misurazione della temperatura era molto importante nella vita di un bambino perché sanciva, in qualche modo, il suo passaggio all’età adulta, ossia, il suo riconosciuto avanzamento nella scala gerarchica all’interno del nucleo famigliare.
Oggi sembra quasi impossibile che uno strumento così semplice come un termometro, dal costo di pochi Euro, fosse un tempo, un oggetto quasi mitico. Cinquanta anni fa, erano pochissime le persone che lo possedevano, ci si accorgeva che un vicino di casa stava male perché un suo famigliare si recava a prendere “in prestito” il termometro da quei pochissimi che lo possedevano. Mi ricordo che quando da piccolo mi sentivo male, mia madre si recava in farmacia, dove il farmacista, ne prestava uno alle persone che lo chiedevano, servizio che svolgeva in modo completamente volontario e gratuito. Mi ricordo che una volta un termometro cadde per terra, e ne uscì il mercurio trasformandosi in luccicanti e sfuggevoli palline, che io nella beata ingenuità tipica dei bambini, mi divertivo a cercare di prendere con le mani.  
Oggi sono presenti sul mercato termometri digitali o all’infrarosso, molto sensibili, dal costo competitivo, che garantiscono precisione, ma soprattutto una buona sicurezza agli urti e, cosa ancora più importante, completamente innocui e atossici per quanto riguarda il loro smaltimento. Oggi sono cambiati anche i luoghi deputati a prendere la temperatura, così come il tempo necessario, non più cosce o ascelle, la temperatura si può rilevare in pochi secondi dalla fronte o dall’orecchio. Con la loro sofisticata tecnologia sono distanti anni luce dal modesto oggetto di vetro e mercurio di un tempo, ma sono sicuramente, almeno per noi di una certa età, privi di quel fascino che possedevano i vecchi termometri, che solo vedendoli, ci ricordavano i piccoli malanni, veri o presunti, di un’età spensierata, e ormai lontana

Volpi Mario

Racconti di questa rubrica
Lascia un commento


Nessun commento
CarraraOnline.com
CarraraOnline.com
Torna ai contenuti