L’’ngles (l’inglese) - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
Vai ai contenuti

L’’ngles (l’inglese)

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Vi è stato un tempo in cui la gentilezza e le buone maniere erano prerogativa anche delle persone importanti, che spesso compivano, verso "la gente comune" gesti di una generosità, oggi impensabile.


Paul ed io, siamo cresciuti insieme nello stesso rione popolare. Lo chiamavamo in dialetto l’’ngles, perché sua madre era rimasta incinta di un G-man americano nel 1945, che però, l’aveva sposata, dando il proprio cognome, per altro quasi impronunciabile, al nascituro. Dopo la guerra, il soldato era tornato, e si era stabilito a Carrara, anche se la lavorava a Camp Derby a Pisa. Paul era cresciuto bilingue cosa che fece la sua fortuna. Appena adolescenti, perdemmo entrambi il padre, e così ci toccò cercarci un lavoro per non essere di peso alla famiglia. Negli anni sessanta però, trovare lavoro non era un problema, così io mi mise nel settore metalmeccanico, mentre lui, proprio perché padrone della lingua inglese, cominciò a fare il cameriere nei numerosissimi locali della nostra costa. Dopo un paio d’anni, Paul era già arrivato al grado di capo-cameriere, in un noto albergo di Marina di Carrara, e guadagnava solo in mance, quello che io prendevo in un mese. Al compimento dei nostri diciotto anni, prendemmo la patente B, anche se l’acquisto di un’auto era comunque un miraggio, possedendo ambedue una scassatissima lambretta. Ma Paul aveva conoscenze importanti che gli consentirono di fare il colpaccio, o almeno quello che lui considerava tale. Ad Avenza in quegli anni, oltre a un magazzino dei Monopoli di Stato, per le sigarette e i tabacchi, esisteva anche un grosso deposito credo dell’Intendenza di Finanza o qualcosa di simile, dove vi erano centinaia di auto sequestrate per vari motivi. Una o due volte l’anno vi si svolgeva un’asta, a cui era molto difficile accedere, perché i “bene informati” si guardavano bene di farlo sapere alla gente comune, facendo così solo loro ottimi affari. Ma Paul era nel giro giusto, e così ebbe la possibilità di acquistare per meno di 100.000£, una Ford Taunus in ottime condizioni. In un mondo, ancora scarsamente popolato di Fiat 500 e Fiat 600, quest’auto sembrava una portaerei in mezzo a dei pedalò. Immensa, di un improponibile color celeste chiaro, con un mostruoso motore V6 da 2550 CC, beveva come un Tir, ma quando passavamo nelle sere estive alla Partaccia, piena di turiste inglesi, tedesche, e le nostrane emiliane, non passavamo certamente inosservati. Con le canoniche duemila lire di benzina, mille a testa, facevamo si e no 20 Km, ma si cuccava alla grande. Purtroppo per Paul il “grosso affare” non si rivelò tale, e non perché l’auto non fosse valida, ma perché i lunghi anni passati ferma nel deposito, avevano pesantemente compromesso parti importanti del mezzo, come l’impianto frenante, ma soprattutto la carrozzeria, che in poco tempo sembrava la réclame della ruggine. I pezzi di ricambio oltre che quasi introvabili erano costosissimi, e i meccanici che osavano metterci le mani erano pochi. Io, ancora con la fida lambretta, spesso dovevo dargli qualche passaggio, perché il “dinosauro” era in riparazione. Si arrivò così al 1973 anno della crisi energetica, che mise in ginocchio il mondo Occidentale per l’embargo petrolifero da parte dei Paesi Opec. Paul si ostinava a mantenere in vita il dinosauro, lucidando con il Polis la decrepita carrozzeria, anche perché non poteva certamente permettersi un’auto nuova. In quell’estate stava lavorando in un notissimo albergo del Forte, quando il suo principale gli chiese se fosse disposto, visto che era di Carrara, a portare una coppia d’inglesi a visitare le cave, ma se avesse accettato doveva andare con la sua auto, perché il pulmino dell’Hotel aveva la targa pari, e quella domenica non poteva viaggiare, naturalmente gli avrebbe pagato la benzina. Paul non se la sentì di rifiutare anche perché sperava che almeno un po di benzina gratis gli sarebbe rimasta. Partirono alle nove di mattina e il gestore dell’Hotel gli disse di fare un bel giro, e lo mandò alla Stazione di Servizio dell’albergo per fare il pieno. Immaginatevi la felicità di Paul il cui serbatoio, sopra le mille lire aveva la ruggine. Parlando correttamente l’inglese, Paul mentre percorreva i luoghi simbolo di Carrara, spiegava il duro lavoro delle cave e delle genti carraresi. Ma per quel vecchio dinosauro, quel tour fu troppo faticoso, così arrivò sulla piazzetta di Colonnata che fumava peggio della marmifera. Paul imbarazzatissimo si scusò con la coppia d’inglesi, dicendo che avrebbe cercato di rimediare. Dopo aver aperto il cofano con mille precauzioni, usando un cencio, aprì il tappo del radiatore, e dopo averlo fatto un po raffreddare aggiunse acqua presa dalla fontanina della piazza. Ripresero il giro, e questa volta, quando vedeva un sottile filo di vapore uscire dal cofano, Paul si fermava fingendo di dover spiegare qualcosa. La coppia lo invitò a pranzo, cosa che fu un vero toccasana per l’auto, che poté così raffreddarsi. Intanto preso un po’ di confidenza, Paul spiegò alla coppia come aveva fatto ad avere quell’auto, e che ora doveva per forza tenerla non avendo possibilità di comprarne una nuova, ma elogiando nello stesso tempo la marca dicendo che aveva accessori che erano introvabile nelle auto italiane. Arrivarono in Hotel che imbruniva, i due turisti lo ringraziarono calorosamente, e Paul rifiutò cortesemente la mancia che il signore voleva dargli. Dopo una settimana il principale lo chiamò in ufficio dicendo che vi era una raccomandata a suo nome dalla Germania. Paul si stupì, pensando a un errore, lui in Germania non conosceva nessuno. Dentro vi era un “buono” per ritirare una nuovissima Ford Capri, presso il concessionario di Viareggio, dono della coppia che aveva accompagnato, il cui marito, si scoprì essere il direttore generale della Ford Tedesca. Una volta tanto la fortuna si era accorta anche degli ultimi!

Mario Volpi 25.06.2020
Racconti di questa rubrica
CarraraOnline.com
CarraraOnline.com
Torna ai contenuti