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Sezione a cura di Mario Volpi
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Bufale senza corna

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Con le bufale, purtroppo, non si fa solo dell'ottima mozzarella !...

Con l’utilizzo sempre più massiccio dei cosiddetti Social Network, è aumentata in modo esponenziale la diffusione delle fake news, dette anche bufale, ossia delle notizie false. Oggi nel nostro mondo, fare questo è molto facile, avendo ognuno di noi un terminale che ci permette di scrivere un testo, fare una foto, o un video, anche fasulli, e di trasmetterli in ogni angolo della terra nella frazione di un secondo. Il motivo per cui si diffondono queste “balle” sono molteplici. La maggior parte di esse sono create unicamente per scopi economici, qualcuna è utilizzata per cercare di orientare in un certo modo il pensiero delle masse, altre per screditare qualche personaggio famoso. Diffonderle oggi è semplicissimo, basti pensare che uno dei Social più noti, Facebook, conta qualcosa come due miliardi di utenti, quindi quasi un terzo della popolazione mondiale. Una notizia, postata su di esso, è vista in pochi secondi da milioni di persone che la possono diffondere ad altri milioni in modo quasi automatico, senza minimamente curarsi di controllare se quello che s’invia sia veritiero. Un altro sistema è quello di utilizzare Internet. I principali motori di ricerca, mettono a disposizione di chiunque un sistema molto semplice per acquistare spazi pubblicitari su Internet. Questi “banner” pubblicitari sono messi sui Siti più visti, perché a ogni click arriva denaro, di cui una parte va al motore di ricerca, ma la gran parte è a favore di chi ha il dominio del Sito. Così un Sito che pubblichi notizie sensazionali, avrà milioni di visite che porteranno fiumi di dollari al suo creatore, e ciò a prescindere della veridicità o meno delle notizie pubblicate. Nascono così i Siti che trattano delle bufale immortali, come la falsa morte di Elvis Presley, o gli extraterrestri detenuti nella Base 51, per finire al mostro di Lochness, con milioni di click giornalieri. Con i moderni sistemi di comunicazione, è cambiata anche la capacità di discernimento della gente, perché più sono le persone a condividerla, più la stessa acquista una “patente” di veridicità. Anche se sembra impossibile, noi uomini moderni non siamo stati i primi nell’uso del falso per i propri interessi. Anche in epoca antica si usavano gli stessi sistemi. Alcune di queste bufale vintage, si sono rivelate veri e propri capolavori, così ben congegnate che ci si è accorti dell’inganno solo in epoca moderna. La più antica è certamente quella detta della “Donazione di Costantino” del IX secolo. In questo documento apocrifo, si affermava che l’Imperatore Costantino faceva importanti concessioni alla Chiesa, documento ben falsificato creato solo per giustificare in qualche modo il potere temporale, che i Papi romani stava acquisendo, in plateale contrasto con quanto predicato dalla religione cristiana. Altra bufala politico-religiosa, fu quella usata dall’Ochrana, la terribile polizia segreta zarista. Per scatenare nel popolo la rabbia e il risentimento verso gli ebrei, e giustificare le persecuzioni nei loro confronti, si creò un falso documento chiamato “ I Protocolli dei Savi di Sion, ” dove, si affermava che gli ebrei stavano tramando per impadronirsi del mondo. In epoca Napoleonica invece, si mise a segno una delle più grandi, e ingegnose bufale, per ricavarne un profitto economico nella prima Borsa europea. Era il 1814, quando in una taverna di Dover, si presentò un’ufficiale inglese, stanco, e impolverato, desideroso di portare il prima possibile a Londra la notizia della morte di Napoleone, e la risalita al potere dei Borboni. A quei tempi non esisteva né il telefono e tantomeno Internet, così la notizia si propagò di taverna in taverna, e quando giunse a Londra provocò un vero terremoto alla Borsa, con il ricavato di quasi un milione di sterline per la vendita di titoli a favore di quel finto ufficiale, “sparabufale” del tempo. Oggi le fake news sono usate sia a scopo goliardico, che sociopolitico. E’ famosa quella accaduta nel recente passato a Livorno dove, nel 1984, tre studenti “scolpirono” con un trapano Black & Deck una testa con lo stile del grande Modigliani. Questa fu poi gettata nel Fosso Mediceo davanti a una draga che stava scandagliando il fondo, cercando proprie le opere dell’artista, che secondo qualcuno, Modigliani irritato con la sua città per il trattamento ricevuto, vi avrebbe gettato prima di recarsi a Parigi. Al suo ritrovamento si gridò al miracolo. Tutto il mondo dell’arte cadde nella beffa, autenticando la testa come autentica, sperticandosi in lodi per la superba fattezza, e per la sua potenza espressiva, per poi, quando i ragazzi dissero la verità, cadere nel ridicolo, qualche professore perdette anche il posto di lavoro oltre alla fiducia della gente. Queste bufale sono quasi innocue, al più servono per strappare un sorriso, ma purtroppo oggi ci sono vere e proprie “agenzie” dei veleni, dove basta pagare perché una valanga di fango si abbatta su ogni tipo di persone, siano queste personalità politiche, dello spettacolo o dello sport. Le fake news su di loro, sono facilmente smontabili, ma la cosiddetta “opinione pubblica,” crederà a quello pubblicato, e la smentita sarà vista come un semplice modo di negare l’evidenza, macchiando per sempre l’immagine pubblica del personaggio. Un tempo non era così: i giornali, e la radio, al tempo i soli Media esistenti, pubblicavano una notizia solo dopo che questa era stata verificata, perché sapevano bene che la gente credeva ciecamente a quello “che dicevano il giornale o la radio.” Anche allora però si usavano dei trucchetti per rendere le notizie sensazionali e vendere i giornali. Le locandine davanti alle edicole, infatti, spesso riportavano a caratteri cubitali solo una parte della notizia, che finiva spesso, all’interno delle pagine, con un punto interrogativo. Perché, come ebbe a dire già nel 1882 il caporedattore del New York Sun, “non è un cane che morde un uomo che fa notizia, ma un uomo che morde un cane!”  
Mario Volpi 19.10.2020
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