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Sezione a cura di Mario Volpi
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Invenzione tagliente

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Spesso noi uomini moderni non facciamo neppure caso a oggetti giudicati ormai "retaggio del passato" ma che in realtà sono stati incontrastati protagonisti per millenni della storia dell'umanità.
L’evoluzione della razza umana nel corso dei millenni, è stata scandita da invenzioni straordinarie, che hanno letteralmente moltiplicato la sua possibilità di sopravvivenza. Alcune di queste innovazioni, sono state rivoluzionarie, come la ruota, ma spesso sono state quelle da noi giudicate, minori, che hanno veramente fatto la differenza tra la vita e la morte. Una di queste è sicuramente l’ascia. Forse per caso, un uomo preistorico, ha notato che una selce, o una pietra tagliente, fissata sull’estremità di un bastone, rendeva molto più agevole squartare le prede, e soprattutto tagliare piccoli alberi per costruire un riparo. Non ha caso recentemente è stato ritrovato un frammento di quella che potrebbe essere la scura più antica. Costruita con una pietra rozzamente scheggiata, è stata datata a circa 28.000 anni fa. Questa straordinaria invenzione, ha passato indenne gli abissi del tempo senza variazioni di rilievo nella sua forma, se non per il tipo di materiale con cui era costruita. La famosa “Mummia del Similaun, ” risalente a più di 5000 anni fa, rinvenuta nel 1991 in un ghiacciaio del Trentino Alto Adige, aveva tra i suoi effetti personali un’ascia in rame. E’ tipico della nostra specie, adattare immediatamente, un attrezzo nato per scopi pacifici, in un’arma per la guerra. A supportare questa tesi, in tutto il mondo sono state ritrovate asce “belliche, ” dell’Età del bronzo, e dell’Età del ferro E’ curioso scoprire poi, che popolazioni che vivevano addirittura all’altro capo del mondo, in continenti diversi, in epoche diverse, e senza aver avuto nessun tipo di contatto tra loro, usassero tutti l’ascia come arma da guerra. Dai guerrieri cinesi della Dinastia Shang, ai soldati egiziani dell’Antico Regno, per passare ai marinai-guerrieri quali erano i Vichinghi, per finire in epoca più moderna ai nativi americani, gli “indiani, ” mostrati in tante pellicole, tutti questi popoli avevano come arma un’ascia. Il motivo di tale scelta è assai facile da intuire. Prima di tutto un’ascia è assai più facile da forgiare che una spada, è utile anche in tempo di pace, e in più, nel corpo a corpo, la sua efficacia è devastante. Alcune popolazioni, poi, dato le loro abitudini nomadi e predatorie, svilupparono questo strumento adattandolo al loro modo di combattere. I Vichinghi per esempio, essendo quasi tutti di grossa corporatura, misero a punto “l’ascia barbuta.” Abbastanza pesante, s’impugnava a due mani, e la sua prerogativa era quella di avere la lama con la parte del filo allungata nel lato inferiore, a formare un uncino, che i Vichinghi usavano per uncinare e strappare dalle mani lo scudo degli avversari, per colpirli poi, con il filo, nel movimento di ritorno. Altri popoli “barbari,” come i Franchi, inventarono l’ascia Francisca. Queste popolazioni germaniche, che conquistarono la Gallia, cambiandone il nome in Francia, combatterono per secoli contro l’Impero Romano, e per cercare di contrastarne la supremazia militare, inventarono la scure da lancio, che prese il loro nome. Questa scure era molto simile all’attuale Accetta. Costruita in ferro battuto, con un corto manico in legno, era micidiale se lanciata a una distanza di pochi metri, perché la sua forza d’urto era molto superiore a quella di una freccia o di un giavellotto, e poteva, aprire un varco anche nella famosa formazione a “testuggine, ” delle legioni romane. L’ascia era tanto importante e temuta da diventare simbolo Imperiale, nell’antica Roma con i Fasci Littori. Questi altro non erano che un fascio di assicelle di betulla legate con cuoio rosso, simbolo dell’unità dell’Impero, da cui fuoriusciva un’ascia bipenne di bronzo, a simboleggiare il potere di punire gli oppositori di Roma, e delle sue leggi. Questo simbolo fu ripreso dal partito Fascista Italiano durante il ventennio, da cui derivò anche il nome del movimento politico. Per millenni poi, i potenti terrorizzarono il popolo con le esecuzioni pubbliche eseguite di solito nella piazza principale. Il taglio della testa era eseguito con una grossa scure, detta proprio ”l’ascia del boia, ” per la sua forma esageratamente a mezzaluna, forgiata così proprio per incutere terrore. Ma, anche con un simile strumento, non era semplice centrare al primo colpo, e troncare di netto un collo umano. Vi sono testimonianze che descrivono momenti di vero orrore, dove al boia erano necessari anche tre o quattro colpi per staccare la testa, fra le urla del condannato. Pare che anche alla sfortunata Regina di Scozia Maria Stuarda, il boia inesperto, e in soggezione per l’illustre vittima, abbia sbagliato colpo più volte. Si dice, che proprio per porre fine a queste atrocità, che il medico francese Ignace Guillotin, abbia inventato la ghigliottina. L’ascia è arrivata intatta nella sua forma fino ai giorni nostri, e ha avuto l’onore di essere presa a simbolo in molti eserciti moderni. Incrociata con altri strumenti come la zappa, è da sempre simbolo del Genio Militare, addirittura è parte integrante dell’uniforme da parata dei zappatori della Legione Straniera Francese. Paradossalmente, mentre è stata per secoli un attrezzo agricolo di uso quotidiano, e una terribile arma da guerra, oggi e considerata da molti obsoleta, sostituita per sempre da attrezzi elettici o a scoppio. Così una millenaria protagonista della storia umana, finisce, forse per sempre, nel “ripostiglio, ” dei ricordi, come una qualunque cianfrusaglia di cui presto, ci si dimenticherà anche dell’uso.
Mario Volpi 4.7.21
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