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Sezione a cura di Mario Volpi
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la Befana ora va a piedi

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Purtroppo è successo! Dall'anno prossimo la Befana sarà costretta a portare i doni ...a piedi, per mancanza del mezzo di locomozione tradizionale, la scopa. Ha provato vari tipi di scope sintetiche, ma essendo "estere" non capivano i suoi comandi in dialetto. Non ha avuto miglior fortuna con i super tecnologici aspirapolvere robot, anche perché, con i loro sensori giudicavano i tetti e i camini troppo pericolosi e così non la facevano atterrare. Speriamo che qualcuno ci ponga rimedio....



La P'fana, mo al va a pe!
I bambini del terzo millennio, hanno una capacità analitica intellettiva in grado di mettere in difficoltà noi, che bambini lo siamo stati nel secolo precedente. In occasione della feste Natalizie, dopo Babbo Natale che abita al Polo Nord è che è stato tranquillamente accettato, io, ligio alle nostre secolari tradizioni, ho raccontato al mio nipotino di appena cinque anni, che di lì a pochi giorni sarebbe venuta la Befana. Dopo avergli spiegato chi era, gli dissi che portava doni ai bambini buoni di tutto il mondo, volando sopra una scopa, di tetto in tetto. Dapprima mi guardò con sorpresa e poi a bruciapelo mi chiese “ Nonno, ma perchè su una scopa? Non sarebbe meglio l'elicottero come quello dei Paw Patrol?” Devo dire ho faticato non poco per cercare di ripararmi in calcio d'angolo, calcisticamente parlando. A noi bambini di sessanta anni fa, questa obbiezione non ci avrebbe neppure sfiorato la mente, prima perchè al tempo gli elicotteri e i Paw Patrol non esistevano, ma sopratutto perchè la “granata” come si chiama in dialetto la scopa, è da sempre associata alle streghe, siano esse buone, come la Befana, o cattive come la Barbantana. A parte il suo valore simbolico, che meriterebbe un articolo a parte, la granata, 'l granatin e 'l granaton (la scopa, la scopina e lo scopone da non confondersi con il gioco di carte) erano oggetti fondamentali nella vita rurale del tempo. La scopa, e la scopetta, erano usate quotidianamente nella casa, la prima per la pulizia dei pavimenti, mentre la seconda, per la raccolta e la rimozione della cenere del camino. Discorso a parte merita il granaton. Oltre a mezzo di locomozione della Befana, era indispensabile per la pulizia della stalla, e del granaio, e di tutti quei locali adibiti a magazzini, come ad esempio i solai. Era fatto con un mazzo di rami di erica, in dialetto “stipa” una pianta mediterranea comunissima sulle nostre colline esposte a levante. Tutti i contadini se lo costruivano in proprio, legandolo attorno a un bastone con rami di salice, o se si voleva esagerare, con del filo di ferro. Il cestaio, costruiva anche i granatoni di stipa, che i Comuni acquistavano per dotarne i netturbini, questo fino ai primi anni settanta. La scopa era così importante in quella quotidianità, che molte fattorie adibivano un pezzo di terreno, di solito in posizione disagiata, alla coltivazione della saggina. Ma mentre molti sanno che le scope erano costruite con la saggina, pochissimi conoscono questa graminacea che altro non è che una varietà di Sorgo. Resistente al calore e alla siccità, questa pianta, veniva raccolta a settembre-ottobre, a seconda della piovosità del mese, quando la spiga metteva la granella, e per evitare che sotto il suo peso si piegasse, veniva  posta a seccare a testa in giù. La granella veniva utilizzata come alimento per gli animali da cortile, mentre il fusto dopo essere stato stretto in mazzetti con un pezzo di filo di ferro dolce, veniva assemblato attorno ad un manico, di solito di salice, perchè robusto e leggero. Ovviamente questa operazione veniva fatta nelle giornate piovose, quando ogni altro lavoro nei campi era impossibile. Non era raro che gli ombrellai, gli arrotini, e gli spazzacamini itinerarti, portassero con loro alcune scope da vendere. La patria di questo artigianato è stata per secoli, il Polesine e il Canavese, “l'alt'Italia” come si diceva in dialetto  per descrivere quei luoghi. Oggi in Italia questa manifattura è quasi del tutto scomparsa, a causa dell'importazione da Paesi asiatici di scope in Nylon o similari, e per il proliferare dei cosiddetti “robot aspirapolvere,” capaci di lavorare in un appartamento in modo autonomo, mappando, con raggi laser lo spazio, evitando muri e ostacoli pericolosi, come le rampe di scale. Questi efficientissimi domestici elettronici, sono certamente utili nella vita sempre più frenetica dei nostri giorni, ma deleteri per la tradizione, perchè privano una vecchia signora di un mezzo di locomozione, ecologico e secolare; la scopa.

Mario Volpi

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