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Un colpevole silenzio

Nulla è come appare
Spetta/Le Redazione
Purtroppo oggi il mondo è cambiato, più interessato a fatti marginali, o a pettegolezzi, che a vere e proprie imprese epiche. Eppure il risultato e le tecnologie di queste imprese saranno quelle che in un domani prossimo, potranno salvare il genere umano da catastrofi causate... da se stesso.

Ieri sera, ossia il 18 febbraio del 2021, alle ore 20,30 è avvenuto un avvenimento spaziale straordinario, a mio avviso molto più importante della discesa del primo uomo sulla Luna. Questo perché, oltre alla distanza immensamente più grande, tutta la missione è stata svolta con precisione millimetrica da robot. Una navetta spaziale chiamata non a caso Perseverance, partita dalla terra lo scorso 30 luglio, dopo sette mesi di viaggio, e aver percorso nel buio e freddo spazio siderale, milioni di chilometri, è entrata nell’orbita marziana. Dall’astronave madre è partita una “scialuppa, ” che quando è stata a circa trenta metri dalla superfice di Marte, ha calato delicatamente con delle vere e proprie corde, un robot con ruote, il Rover, sulla superfice del Pianeta Rosso. Questo contiene sette strumenti altamente sofisticati, che in modo quasi autonomo, indagheranno per oltre un anno marziano, corrispondente a quasi due terrestri, se miliardi di anni fa, su Marte vi fosse stata la vita, e soprattutto se qualche traccia di essa sia ancora presente. Uno di questi, poi, farà esperimenti sulla possibilità di ricavare ossigeno dall’Anidride Carbonica, utilizzabile, sia come comburente, sia per la respirazione, per eventuali voli spaziali con esseri umani a bordo. Da questo Rover motorizzato, per la prima volta si leverà in volo un mini-elicottero, chiamato Ingenuity, in italiano ingegnosità, con il compito di sperimentare se sia possibile il volo a elica in un ambiente con gravità così rarefatta. La sfida più ardua sarà poi quella di “recuperare” i campioni che il Rovere chiuderà ermeticamente in una capsula, e che come un vero e proprio Pollicino spaziale, lascerà sul proprio cammino. Queste “briciole, ” dovrebbero essere recuperate nel prossimo decennio da un altro robot ancora più sofisticato, che le invierà sulla terra. A quest’ultima impresa stanno lavorando alacremente, anche il fior fiore dell’industria aereospaziale Italiana. La distanza siderale, era, e resta, una sfida eccezionale per l’ingegneria umana, perché le macchine devono essere in grado di “pensare, ” quasi in modo autonomo, per risolvere problemi improvvisi, visto che un comando radio inviato da terra, impiega quasi mezzora per raggiungere la nave spaziale. Quello però, che più di tutto, stupisce e addolora, è che questa impresa eccezionale di tutto il genere umano, si sia svolta nel più assordante, e colpevole, silenzio dei Media, molto più attenti alle gesta di questo o quel calciatore, o alle performance di qualche concorrente, più o meno “vip, ” in qualche demenziale programma-spazzatura televisivo. Qualcuno afferma anche che “sono solo soldi buttati, perché nessuno andrà mai su Marte.” Io penso che forse, quasi le stesse parole, saranno state rivolte dagli scettici del tempo, a un certo Cristoforo Colombo, quando andò dalla Regina Isabella di Spagna a chiedere tre Caravelle. E’ evidente che non si punta certo alla colonizzazione di Marte, ma allo sviluppo di nuove tecnologie, proprio come ad esempio la trasformazione di parte della CO2 in ossigeno, che potrebbero portare immensi benefici al genere umano. Il capire poi, di come la vita sia “sfuggita” dal pianeta rosso, potrebbe farci trovare il modo per fare sì, che la stessa cosa non accada anche sul nostro maltrattato pianeta. Lo studio della microbiologia poi, ci potrà aiutare molto nello studiare, e capire, le leggi dell’infinitamente piccolo, per combattere in modo efficace future pandemie, che certamente nei secoli futuri colpiranno ancora il genere umano. Non ultimo, la diffusione mediatica di avvenimenti come questo, stimola in modo esponenziale la fantasia nei più giovani, spingendoli, per emulazione, a interessarsi alla scienza, proprio come avvenne nell’ormai lontano 1969, dove un’intera generazione di ingegneri, fisici, chimici, e piloti, si formò proprio grazie al grande impatto culturale che la conquista della Luna ebbe su di loro. Purtroppo oggi, stiamo assistendo a un imbarbarimento della Società, che nei secoli passati fu un faro per la civiltà dei popoli, tutto questo con il beneplacito dei Media, interessati solo all’”audience” portatrice di  gettito economico.
Mario Volpi 21.02.21
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