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Sezione a cura di Mario Volpi
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Il troppo stroppia

Attualità
Spetta/Le Redazione
Allergie, intolleranze, ipersensibilità, verso questo o quel prodotto, sono argomenti di stretta attualità nella Società moderna. Ma pochi sanno che la causa di tutto ciò ... siamo noi!

Per essere ottobre inoltrato la serata era splendida. Il cielo completamente terso era punteggiato da un miliardo di stelle, mentre la luna piena si rifletteva sul mare, dando l’impressione che qualcuno vi avesse versato dell’argento liquido. La temperatura più che piacevole aveva invogliato me e mia moglie ad andare a mangiare una pizza in quel locale con la terrazza sul mare, che proprio per le condizioni climatiche eccezionali aveva posticipato la chiusura stagionale. Sotto la tettoia che copriva la veranda, solo tre tavoli oltre il nostro erano occupati, quasi tutti da coppie, che come noi avevano voglia di godere appieno di questo scampolo di estate fuori stagione. Mentre il cameriere ci portava le pizze fumanti, entrarono due avventori che si sedettero proprio al tavolo accanto al nostro. Erano una coppia giovanissima, forse fidanzati, ma quello che mi colpì in particolar modo era il loro comportamento. Avevano entrambi la mascherina indossata, e prima di sedersi la ragazza estrasse dalle borsetta delle salviette, che dall’odore che emanavano, dovevano essere impregnate di disinfettante, e con queste pulì accuratamente le sedie e le stoviglie che erano sul tavolo. Non contenti di ciò, da un flaconcino di plastica si versarono entrambi sulle mani una dose generosa di un gel, il cui pungente odore mi infastidì non poco. Quindi sempre con le mascherine indossate si sedettero e poco dopo fecero l’ordinazione al cameriere. Solo quando arrivarono le pizze, si tolsero le mascherine, e usando un coltello a serramanico che il ragazzo aveva in tasca, le tagliarono a pezzi, e poi usando solo le mani, cominciarono a mangiare, bevendo le loro bibite dalle bottiglie. Vi confesso che se fossi stato il gestore del locale, li avrei gentilmente invitati ad uscire. Purtroppo questi comportamenti estremi, sono tutt’altro che eccezionali, e sono il frutto di un modo distorto di concepire “l’igiene.” Certamente la recente pandemia in alcuni soggetti ha accentuato questa ricerca spasmodica di ”sterilità,” tanto da sfiorare il patologico, facendo vivere loro, e chi gli sta accanto in un perenne stato ansioso. E’ molto frequente vedere persone viaggiare in macchina da sole indossando la mascherina, e qualcuno anche i guanti. Stessa cosa si vede in persone che, sempre da sole, fanno jogging con la mascherina accuratamente indossata. In parte ciò è dovuto anche alla grande confusione mediatica che si è avuta durante la pandemia, in cui è passato il concetto che chi indossa la mascherina è immune agli attacchi del virus. In realtà la mascherina dovrebbe impedire in una qualche misura che un soggetto infetto possa infettare chi gli sta vicino, anche se studi recenti hanno dimostrato come questa speranza sia alquanto aleatoria. Ma il concetto di “igiene a tutti i costi” era già ben vivo in gran parte della popolazione più giovane, da molti decenni. Complice anche una martellante pubblicità che reclamizza prodotti capaci di distruggere “il 99,9%” di batteri su tutte le superfici trattate, lasciando intendere che quel povero batterio superstite darà vita alla prossima generazione di patogeni, costringendo così le persone a comperare ancora il “miracoloso” prodotto. A parte gli scherzi, la situazione è alquanto seria. Alcune prestigiose Università, di diversi Paesi volevano scoprire il motivo per cui le allergie che colpiscono oltre la metà della popolazione dei Paesi industrializzati, siano sconosciute in quelli in via di sviluppo. Sorprendentemente sono tutte giunte al medesimo risultato, la causa era da ricercarsi nel “troppo igiene.” Fin da piccoli, le nuove generazioni, dei Paesi occidentalii, sono mantenute in ambienti praticamente sterili, così il loro sistema immunitario che è in formazione, non “impara” a riconoscere le sostanze patogene da quelle innocue, e spesso scatena reazioni violente contro sostanze inerti, tanto che è lo stesso organismo a farne le spese. Nei primi anni di vita il bambino assaggia tutto con la bocca, e così facendo rinforza il suo sistema immunitario, facendogli imparare a distinguere il buono dal cattivo. Oggi questo comportamento naturale è stato praticamente stravolto in peggio. Al bambino si danno solo giocattoli, come i famosi “gratta denti” super sterilizzati, i box odierni, che un tempo non esistevano, sono lavati accuratamente con sostanze disinfettanti, addirittura anche i pannolini, sono imbevuti di sostanze che inibiscono la produzione batterica, anche se sono usa e getta. Altre abitudini, ormai scomparse, erano un tempo una vera e proprio “palestra” per un sistema immunitario in crescita. I bambini vivevano praticamente sempre fuori casa, giocando con la terra, o oggetti naturali, ovviamente, ognuno con la propria carica batterica. Sostanze blandamente velenose o urticanti, come quelle presenti nell’Ortica, o nel Bosso erano “riconosciute” dal sistema immunitario perché ogni bambino prima o poi ne entrava in contatto, così come con la Parietaria, il Glicine, la Passiflora, o il “cotone” del Pioppo. Oggi, l’urbanizzazione, ma soprattutto il diverso modo di giocare dei bambini, che li coccola, e li protegge, ma allo stesso tempo “analfabetizza” per sempre il loro sistema immunitario, che non riconosce più il pericoloso dall’innocuo. L’antico adagio “il troppo stroppia” purtroppo, mai fu così attuale come nel terzo millennio. L’unica speranza per ovviare a questa vera e propria emergenza sanitaria sociale, sarà la scienza moderna che prima o poi troverà il modo di “vaccinare” i bambini contro tutte le sostanze innocue presenti in Natura, ridando al genere umano “moderno,” quell’immunità che era già sua da millenni.
 
Mario Volpi 13.11.22
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