La settima arte - carraraonline.com

Sezione a cura di Mario Volpi
Vai ai contenuti

La settima arte

Una Volta Invece
Cara Redazione
Qualcuno chiamò il cinema "la settima arte" proprio per la sua capacità di erudire le masse con le immagini. Certamente in Italia nel primo dopoguerra, il cinema ebbe il merito, oltre che donare un'ora di divertimento a una popolazione stremata, anche quello di "insegnare" la lingua italiana, e sopratutto, proprio con le immagini, di mostrare luoghi che molte persone non sapevano neppure che esistessero.

La settima arte
Alcuni giorni fa ho portato il mio nipotino al cinema. Dopo essere entrati, ci siamo comodamente seduti sulle poltrone che ci erano state assegnate, e quando quasi tutti i posti a sedere furono occupati, le luci si spensero, e iniziò la proiezione. Il film, un cartone animato, mentre divertiva moltissimo il mio nipotino, ha lasciato campo libero alla mia mente, che mi ha riportato alla memoria una domenica pomeriggio di oltre sessanta anni fa.
Mi rividi appena dodicenne, che, con altri miei coetanei, ci incamminavamo eccitati lungo il viale XX Settembre, per andare al“cine.” Era così che al tempo chiamavamo il cinematografo, e quello a noi più vicino si trovava nel paese di Fossola, in una stradina in salita, che dal viale, passando sotto il ponte della ferrovia Marmifera portava al centro del Paese. La domenica pomeriggio con inizio alle ore 15, era possibile, con solo 150 Lire, assistere a ben due film, che potevano essere Maciste contro Ursus, seguiti da una comica di “Stanlio e Olio,” o da un film di “Coi Boi” come dicevamo allora, a cui sarebbe seguito magari Tarzan, o un film di “spadaccini.” L’interno della sala era diviso tra Platea e Galleria. L’arredo era uguale per tutte e due le sezioni, ed era costituito da lunghe file di sedie di legno, fissate al pavimento, con la seduta ribaltabile per fare passare le persone, dopo naturalmente che lo spettatore si era alzato in piedi. La galleria, era una specie di terrazza sopra la platea, ma per accedervi vi era un sovrapprezzo, era usata soprattutto dalle coppiette, il cui interesse primario non era certamente il film. L’entrata era libera anche durante la proiezione, e trovare posto a sedere era un vero e proprio colpo di fortuna, la gente si assiepava in piedi anche lungo i corridoi che fiancheggiavano le sedie, e il cambio di spettatori era molto limitato anche quando il film era finito, perché molti lo rivedevano anche due o tre volte. Al tempo nei cinema era permesso fumare, e una vera e propria cortina di smog aleggiava nell’aria, togliendo il respiro, e facendo lacrimare gli occhi, ma a noi questo non importava, l’importante era che la donnetta all’ingresso non avesse finito i lupini, serviti in un cono di carta gialla, e che l’unica sigaretta Nazionale senza filtro, comprata con la colletta in comune per sentirci “grandi,” bastasse per tutti. Del resto, il cinema domenicale, assieme a qualche pomeriggio danzante erano gli unici svaghi del tempo, e specialmente nei freddi e piovosi pomeriggi invernali, erano attesi con ansia da tutta la popolazione. A Carrara i cinematografi erano quattro, più due di proprietà religiosa, Avenza ne aveva due, mentre a Marina di Carrara c’e n’erano tre. La pellicola del tempo era in celluloide, facilmente infiammabile, era perciò molto difficile che si potesse assistere ai canonici tre tempi di un film di quegli anni, senza che la pellicola s‘incendiasse, tra gli immancabili fischi, e urla da parte del pubblico. A riprova della pericolosità della pellicola di quei tempi, per legge, durante la proiezione, doveva essere presente un Vigile del Fuoco. Il primo dopoguerra, fino ad arrivare alla metà degli anni sessanta, fu un periodo d’oro per la rinata industria cinematografica italiana, che il conflitto aveva completamente azzerato. Registi, come Lucchino Visconti, e Pietro Germi, solo per citare i più famosi, inventarono un vero e proprio modo nuovo di fare cinema: il Neorealismo. Pellicole come “ Roma città aperta, “ “ Ladri di biciclette,” o “Sciuscià,” oltre ad avere avuto un enorme successo al botteghino, sono a tutt’oggi considerati dei veri capolavori. Grandi attori come Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi Claudia Cardinale, Totò, e Peppino De Filippo poi, lanciano un filone chiamato “Commedia all’italiana,” che avrà un successo travolgente. Anche il filone cosiddetto di “cappa e spada” avrà il suo momento magico, a cui seguiranno i primi Colossal girati nella rinata Cinecittà. Con il Neorealismo nacque la prima vera censura cinematografica, con tanto di Commissione Parlamentare, il cui compito principale era quello di impedire di “infangare il buon nome italiano nel mondo” mostrando cose che imbarazzavano molto il Governo di allora, come ad esempio come viveva una famiglia tipo italiana. Anche la continua evoluzione tecnologica contribuì non poco a rilanciare il cinematografo. L’avvento del Technicolor seguito poco dopo dal Cinemascope, ebbero grande successo, richiamando ancora più pubblico. Verso gli anni settanta però, complice anche la capillare diffusione della televisione, questo momento magico del cinema, cominciò a scemare I Produttori cinematografici allora, cercarono di rispondere a questo calo risparmiando sui costi di produzione con pellicole cosiddette di “cassetta,” fatte in economia, con la presenza magari di un attore famoso come specchietto per le allodole, o aprendo ai primissimi film sexy, subito perseguitati dalla censura che nel frattempo si era sempre più assoggettate ai dettami del Clero. Con l’invenzione e la diffusione dei videoregistratori poi, l’industria cinematografica entrò in una profonda, e grave crisi, che oltre a durare decenni, determinò la chiusura di moltissime sale cinematografiche, con conseguente perdita di posti di lavoro.
Oggi le Multisala, sono profondamente diverse dagli scalcinati e fumosi cinematografi di un tempo, le poltrone sono imbottite e assegnate, il biglietto si può prenotare e pagare anche su Internet, l’audio è perfetto, e le pellicole non si strappano più, soppiantate dal digitale. Tutta questa tecnologia, permette certamente un eccellente confort, durante la proiezione, ma non provocherà mai nei nuovi piccoli spettatori, l’eccitata e ingenua l’emozione che dava a noi, l’imitare l’urlo di Tarzan, o il balzare in piedi urlando durante la carica del settimo cavalleria.

Volpi Mario
Racconti di questa rubrica
Lascia un commento


Nessun commento
CarraraOnline.com
CarraraOnline.com
Torna ai contenuti