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Sezione a cura di Mario Volpi
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Un eroe sconosciuto

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
La crescente tensione innescata dalla Corea del Nord, che sfida il mondo intero, sembra riportarci a un triste periodo della storia recente dell'umanità. La cosiddetta "guerra fredda" tra Russia e Usa, portò il mondo ad un passo dall'Olocausto diverse volte, l'ultima scongiurata da un eroe sconosciuto che seppe far valere la propria umanità al di sopra dell'ottusità e dell'odio.
Un eroe.................
Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e la Russia di Stalin,  da alleati diventarono "nemici," Questo accadde a causa della divisione dell'Europa tra gli Stati vincitori della 2° guerra mondiale. Alla Russia di Stalin oltre alla totalità dei Paesi dell'Est, toccò anche una fetta della Germania, che comprendeva anche la metà circa della città di Berlino, mentre l'altra fu posta sotto il controllo degli U.S.A. Dopo poco tempo, Berlino Ovest, controllato degli Stati Uniti, per merito  degli aiuti economici di questi ultimi, conobbe un enorme boom economico, diventando in breve tempo un vero e proprio polo economico della rinata Germania, mentre il lato dominato dalla Russia, languiva sotto le pesanti richieste di danni di guerra pretesi dall'Unione Sovietica. Così si assistette a una vera e propria emorragia di persone che fuggivano da Berlino Est verso quello Ovest. Questo fatto non poteva essere tollerato da Stalin, che nel 1961 in poco meno di una notte fece erigere un muro di divisione che sarebbe durato 28 anni, e costato la vita ad oltre 200 persone uccise dalle guardie di confine mentre tentavano di fuggire. Questa azione innescò una specie di guerra non guerreggiata, tra Russia e  Stati Uniti, chiamata "guerra fredda," che consisteva nel continuo minacciarsi l'un l'altro con lo sfoggio di potenza militare. In quegli anni l'energia nucleare faceva i suoi primi passi, e i due Paesi, si dotarono di un numero enorme di bombe nucleari, in grado di distruggere l'intera umanità, decine di volte, montate su missili intercontinentali chiamati ICBM, in grado di raggiungere i pochissimo tempo ogni località della terra. Questo immenso arsenale, in entrambi i Paesi, era controllato da un Centro di Comando, che aveva in varie località segrete, nascoste sotto montagne americane, o nelle gelide steppe russe, dei centri di rilevamento, dove i primi sistemi satellitari del tempo, tenevano sotto controllo il territorio del nemico, pronti a rispondere con un catastrofico attacco nucleare, all'eventuale lancio di missili. Questa vera e propria pazzia, fu chiamata "strategia del terrore" perche, garantiva la cosiddetta "distruzione mutua assicurata" per tutti è due i contendenti in caso di attacco nucleare garantendo quindi, una "pace armata." Questa situazione portò molte volte l'umanità intera ad un passo dalla distruzione totale, scongiurata spesso dal caso anzichè dalla primitiva tecnologia del tempo, queste situazioni però, furono tenute segrete da ambo le parti, che non volevano ammettere verso il "nemico" l'approsimativo grado di sicurezza dei loro sistemi tecnologici. Una di queste situazioni, fu resa nota solo dopo molti decenni da quando avvenne, e solo la razionalità e intelligenza di un'uomo, impedì che quella notte fosse l'ultima per l'intera umanità. Siamo in Russia, in una gelida notte di settembre del 1983, una tormenta di neve si è abbattuta su Mosca. Nella sua periferia, sotto metri di solido cemento armato, si nasconde un Centro di rilevamento dell'Armata Rossa, che monitora il territorio amaricano. Il capo turno è il Tenente Colonnello Stavislan Evgratovic Petrov, egli, pur essendo un militare, è un'analista, chiamato all'ultimo momento per sostituire il titolare impossibilitato a svolgere il servizio. E' da poco passata la mezzanotte quando una sirena comincia a suonare, mentre su uno schermo appare un puntino luminoso. Secondo il computer, dal Montana, negli Stati Uniti, un missile è stato lanciato verso la Russia, il suo impatto avverrà in meno di venti minuti. Il protocollo impone al Colonnello, di riferire  al suo Quartier Generale, che immediatamente attiverà il lancio di tutti i missili disponibili in risposta. Ma siccome il Colonnello è un'analista, abituato a pensare,  crede che sia molto improbabile che gli Stati Uniti, attacchino con un solo missile, quando ne hanno a disposizione migliaia, quindi decide che è certamente un guasto al computer, e non avverte nessuno. Dopo pochi minuti altri lanci dal medesimo punto che poi misteriosamente scompaiono gli danno ragione, la tempesta ha interferito con il sistema elettronico, che ha segnalato il lancio di missili inesistenti. Così avverte il suo Quartier Generale dell'accaduto e del mal funzionamento del sistema. I russi non possono ammettere che la loro tecnologia faccia acqua, così dopo aver redarguito pubblicamente il Colonnello, per non essersi attenuto alla procedura, lo pongono in pensione anticipata, e insabbiano l'accaduto.
Solo dopo la caduta del Muro di Berlino, avvenuta nel 1989, e il cessare della guerra fredda, che un giornalista americano scopre questo avvenimento. Si reca in Russia e trova il Colonnello che vive, in pessime condizioni di salute, e con una pensione da fame in uno sperduto villaggio all'estrema periferia di Mosca.  L'organizzazione "Cittadini del Mondo" gli conferisce un' onorificenza e 1000 dollari, che gli saranno utilissimi per curare l'ultimo stadio di una malattia che non perdona, seguiti da altri riconoscimenti nel mondo, ma non dalla sua Patria, che lo considera a tutti gli effetti quasi un traditore. Petrov muore il 19 maggio 2017, a 78 anni, sconosciuto ai più, senza riscuotere dall'intera umanità il suo enorme credito; quello di averla salvata, lottando da solo contro l'odio e l'ottusità di un sistema, che voleva trasformare un' essere umano in un robot, privandolo della capacità di discernimento.

Mario Volpi
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