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Sezione a cura di Mario Volpi
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Buon riposo

Una Volta Invece
Spetta/Le Redazione
Se si potesse viaggiare indietro nel tempo, si vedrebbe proprio in questo periodo, nelle aie e nei cortili di sessanta anni fa, cumuli di lana di pecora, e erba Zolfina, stese al sole prima di essere ricardate e rimesse nei sacconi che fungevano da materasso. I sacconi  di "cartozi" invece (cartocci di pannocchia di mais) erano cambiati durante la raccolta del mais
Buon riposo
Ogni essere umano trascorre un terzo della propria vita dormendo, quindi è facilmente comprensibile, come nel corso dei millenni, si sia industriato per farlo nel modo più comodo possibile. Qualcuno afferma che dalla qualità del giaciglio, s’intuisca la civiltà di un popolo, nulla è più vero. Dal semplice cumulo di foglie secche della preistoria, siamo arrivati, nel corso dei millenni, agli sfarzosi letti a baldacchino del periodo Barocco. Il letto è citato perfino nella famosa opera letteraria di Omero, l’Odissea, dove si narra, che il talamo nuziale di Odisseo (Ulisse) e Penelope, sia stato ricavato all’interno di una secolare pianta di ulivo. Sono diventati famosi i “triclinium” ossia una sorta di letto divano, che i patrizi romani usavano durante i loro suntuosi banchetti. Scavi archeologici hanno permesso di ritrovare, splendidi letti, laminati d’oro e tempestati di pietre preziose, facente parte, del corredo funebre dei Faraoni egizi, o reperti dell’antica civiltà Sumera, composti di letti in muratura, sotto i quali, era possibile porre un braciere per riscaldare il dormiente. Ovviamente questi erano i giacigli dei potenti, che nulla avevano a che vedere con quelli usati dal popolo. Cercheremo di capire l’evoluzione del letto, partendo dall’era medievale, ossia quella più vicina a noi. Già esaminando la frase che ci si scambiava la sera, nelle locande, o negli ospitali, dove la gente si fermava per la notte, dormendo insieme per terra sullo stesso saccone, si può capire come fosse dura la vita in quel periodo, anche nella fase del riposo notturno. “Buon riposo” era questo, e non la nostra “buonanotte” l’augurio serale, e vi era, una valida ragione. Per il superstizioso uomo medievale, la notte era il contrario del giorno, che con la sua luce, e il calore del sole, era la chiara volontà di Dio al bene, mentre il freddo e il buio notturno, non potevano essere altro che proprietà di Satana e dei suoi demoni, quindi la notte in nessun caso poteva essere buona. Il letto popolare era molto semplice, composto di rozze tavole di legno poste su due cavalletti, era molto ampio, perché vi dormiva tutta la famiglia, e spesso anche l’ospite di passaggio. Il materasso era composto di un sacco di canapa o ginestra, pieno di erba Zolfina, e la coperta, ottenuta da pelli di capre, pecore e conigli, cucite insieme, non erano contemplate lenzuola. L’erba Zolfina, che è stata usata per imbottire i materassi fino ai giorni nostri, era un vero e proprio emporio vegetale, con il liquido dei suoi gambi, si faceva cagliare il latte, con le foglie si curavano le ferite, e quando era stata sfruttata, si faceva seccare e si riempivano i sacconi, oltretutto pare che uccidesse anche le pulci, e le cimici dei letti, vi era poi la credenza che fosse stata usata nella mangiatoia, come giaciglio per Gesù bambino. A letto si andava nudi, per due ragioni, la prima per risparmiare i vestiti, che al tempo erano un vero e proprio tesoro, e poi, per potersi riscaldare uno con l’altro. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che attorno al 1300, la temperatura media fosse di circa quattro gradi, inferiore a quella odierna, non poco, in case con dispersioni termiche enormi, con scarsità di legna da ardere, per il suo alto costo, con le finestre chiuse da semplice carta cerata  unta con sego, quindi, questa pratica di un letto comune, a prima vista bizzarra, non deve stupirci. Anche la borghesia non se la passava molto meglio, escluso per il materasso riempito con lana di pecora, che però, oltre a tendere a compattarsi, era il rifugio ideale per pulci e pidocchi. Altra cosa erano i letti dei nobili. Questi erano in legno pregiato, molto alti da terra, con un’intelaiatura di cuoio o corda, per sostenere un materasso di seta, riempito di piume d’oca. Nell’alto medioevo, fu introdotto dall’Oriente, l’uso del baldacchino. All’inizio questo aveva solo un significato simbolico, ossia di proteggere una persona importante, quasi sacra, il re, o il principe, ma con il passare del tempo, ci si accorse che poteva avere un’utilità anche pratica. Gli enormi e altissimi saloni dei castelli, dove erano posti i letti, erano freddissimi, ma soprattutto frequentati in ogni ora del giorno e della notte, da guardie, serve e servitori, così il letto a baldacchino viene circondato da pesanti tendaggi, che oltre a isolarlo termicamente, possono dare agli occupanti anche un minimo d’intimità. Per la nobiltà, la stanza da letto, e il letto stesso, servono per dimostrare ricchezza e potenza, è qui che si ricevono gli amici, e si parla di affari, così il letto, oltre a diventare enorme, si dota di panche laterali, si adorna di eleganti colonne di legno finemente istoriate, spesso laminate d’oro, per sostenere baldacchini, realizzati con tessuti pregiati intessuti con oro e argento, le coperte, di preziosa e costosissima seta, subiscono la stessa sorte, e sono immense. Le spese per sostenere questa moda assurda, sono tali, che nella Repubblica di Venezia, alcuni Dogi, promulgano leggi per frenare questo inutile sfarzo. Non mancano poi regnanti paranoici, che circondano il letto d’impenetrabili grate di ferro, per il terrore di essere assassinati nel sonno. Per molti secoli, il letto subisce pochissime varianti, fino ad arrivare all’inizio del millenovecento. L’era industriale è nata, e con essa la voglia di sperimentare nuovi materiali, un tempo preziosi, ma oggi alla portata di chiunque. Nasce così, la moda del letto di ferro battuto, dotato finalmente di una rete in acciaio. A metà del secolo, la tecnica migliora ancora, ed è in grado di costruire le testiere in tubo metallico, molto più leggero ed elegante, l’uso dei laminatoi, permette di ottenere lamiere in ferro, che sono piegate, arricciate, e laccate, dipinte con fiori o scene bucoliche. I letti di legno, tornano alle dimensioni normali, le nuove tecnologie permettono l’applicazione d’impiallacciature con intarsi in legno esotico, che incorniciano immagini sacre, o paesaggi di fantasia, nasce così, l’Art Decò. Oggi il letto è senza dubbio il pezzo su cui, ogni progettista-designer, si sbizzarrisce maggiormente, ve ne sono, a scomparsa, con cassettiere e luci nascoste, multi posizionabili, con reti in cuoio, in legno, e perfino in materiale composito. Ma, da millenni, qualunque sia la sua forma e dimensione, e a prescindere dal materiale con cui è stato costruito, a un letto si chiede solo una cosa; di favorire un … buon riposo.
Mario Volpi
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