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Via Vandelli

STORIA
Cenni storici


La via Vandelli che abbiamo percorso per un tratto, nel mese di settembre, nasce come strada di collegamento tra Massa e Modena. Si rese necessaria per collegare il ducato di Modena a quello di Massa e Carrara, quando in seguito al matrimonio di Ercole d'Este con Maria Teresa Cybo-Malaspina il ducato di Modena ebbe l'agognato accesso al mare. La costruzione di questa via di comunicazione di grande importanza strategica per il ducato di Modena fu affidata a Domenico Vandelli, abate, ingegnere e geografo, il quale ne diresse personalmente i lavori che iniziarono nel 1738 e si conclusero nel 1751. La via Vandelli risultò essere un'opera ardita e all'avanguardia per il suo tempo anche se le ripide pendenze e le abbondanti nevicate invernali ne limitarono notevolmente l'uso. Già nei primi anni dell'Ottocento altri itinerari l'avevano parzialmente sostituita e con l'unità d'Italia e l'apertura di ancor più comode strade di comunicazione la via Vandelli fu abbandonata del tutto. Come già detto per il suo tempo l'opera aveva caratteristiche avveniristiche e grazie alla maestria dei costruttori è giunta quasi intatta fino ai giorni nostri, almeno per la parte che abbiamo percorso da Resceto al rifugio Conti. La via Vandelli fu costruita a secco con i materiali reperiti lungo il percorso e sale tanto rapidamente, viene coperto un dislivello di più di mille metri su un percorso di poco più di sei chilometri da Resceto al rifugio Conti, da far ritenere impossibile che carri carichi di marmo e generi alimentari, trainati da cavalli o muli potessero percorrerla nei due sensi.
Percorso
La via Vandelli inizia praticamente dal parcheggio ed è indicata come sentiero n. 35. Superato un ponticello di ferro il percorso inizia a salire con pendenze molto ripide che non accennano mai a ridursi. Si consiglia di approcciarsi al tragitto con prudenza e approfittare della lentezza dell'ascesa per ammirare il panorama. Alla nostra sinistra, salendo, abbiamo un'ottima vista della costa fino alla punta Bianca e poi del Sagro (1749 mt.), del Grondilice (1809 mt.), del Contrario (1789 mt.) e del Cavallo (1895 mt.).Continuando a salire sulla nostra sinistra si nota una cavità sulla parete del monte, è l'accesso a una vecchia miniera abbandonata di ferro. Quando siamo giunti nelle vicinanze del rifugio Conti possiamo ammirare delle formazioni rocciose molto affascinanti "I Campaniletti". Poco prima dei "Campaniletti" si trova un bivio per il quale si raggiunge il Passo Tambura (1543 mt.) e da lì la vetta del Tambura (1890 mt.). La nostra escursione è terminata al rifugio Conti, in anticipo rispetto alla nostra intenzione di raggiungere la cima del monte tambura a causa delle incerte condizioni meteorologiche. Resceto ora è lontano

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