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Borgo di Nicola

Ai nostri confini

Dicembre 2011
Come raggiungerlo

Uscita autostradale di Carrara, all’incrocio svoltare a sinistra, proseguire dritti fino al secondo semaforo, ora svoltiamo a sinistra sulla via Aurelia, al terzo semaforo svoltiamo a destra in direzione Ortonovo fino a trovare le indicazioni per il paese Nicola.

Le sue origini

L’ abitato di antiche origini viene chiamato nei medievali, Micoria, Micoarra o Nicola, come Ortonovo Nicola era una villa della Corte di Iliolo (San Martino di Casano) sottoposta alla giurisdizione vescovile, ma già nel 1137 ebbe statuti propri.
In posizione strategica per il controllo della piana di Luni, Nicola fu sottoposto dapprima al dominio di Lucca, poi di Pisa, quindi degli Scaligeri, dei Rossi di Parma,degli Spinola di Genova, dei Visconti di Milano.

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La tradizione vuole che nel XII secolo trovasse ospitalità in Nicola S. Guglielmo, duca d’Aquitania che, nel 1677 venne proclamato patrono del borgo assieme ai Santi Giacomo e Filippo.
Nel 1406, la Comunità si diede in accomandigia al comune di Firenze, che cercava di possedere saldamente le terre lunigianesi strategicamente importanti per la sicurezza della valle dell’ Arno e della costa tirrenica.
Fu saccheggiato dalle truppe del Piccinino che distrussero le mura ed incendiarono il borgo.
Sul finire del 400, dopo alterne vicende, Nicola venne ceduto al Banco di San Giorgio, assieme a Ortonovo, Castelnuovo e Falcinello e successivamente entrò a far parte del dominio della Repubblica di Genova.
Al seguito dei genovesi nuove famiglie ( commercianti, notai, amministratori del Banco ) si stabilirono a Nicola, imponendosi ai vertici della vita amministrativa e accumulando ampie proprietà fondiarie.
Durante gli oltre due secoli di sottomissione alla Repubblica il borgo fu perennemente alle prese con i legati alla salvaguardia del proprio territorio, specialmente contro Ortonovo e Sarzana.
Nel 1797, in seguito all’entrata in Genova delle truppe Napoleoniche, anche Nicola entrò a far parte della Repubblica Ligure appena costruita.
Nel 1806, a causa delle riforme volute da Napoleone  per una migliore suddivisione dell’impero, venne istituito il Comune unico di Ortonovo di cui Nicola fu semplice frazione.

IL BORGO

Il borgo di Nicola appare compatto a chi percorre la piana della Magra. Le sue case si dispongono su più livelli, formando un anello ellittico attorno alla sommità di un colle che si distacca dalla dorsale del monte Boscaccio.
Il campanile della chiesa segnala la parte più alta del borgo, probabile sede delle fortificazioni più antiche.
A differenza della maggioranza dei borghi lunigianesi, Nicola dispone il suo castello, che fu sede della “guarnigione”, verso la piana di Luni.
Fu costruito tra il secolo XIII ed il secolo XV, inglobando anche una torre a base pentagonale, simile a quelle di Arcola e Vezzano, dove è stata ricavata la doppia porta di accesso al borgo.
Anche la porta ricalca una tipologia diffusa in altri borghi della bassa Lunigiana : a Caprigliola, a Falcinello, a Trebbiano a San Venerio.
Il Piccinino, generale delle truppe di Milano, intervenuto nella guerra nel 1431 in favore di Lucca, dopo aver fatto dare l’assalto e poi il saccheggio al borgo di Nicola, lo fece ardere col fuoco.
Tre anni dopo, la Signoria di Firenze ordinava si rifacessero le mura castellane rovinate dal nemico milanese.
Sul castello, verso sud è ancora visibile un bel bassorilievo in marmo raffigurante il giglio, simbolo della città Toscana.

CHIESA DEI SANTI GIACOMO E FILIPPO

La chiesa forma, con la sua facciata settecentesca, di ambito ligure, il fondo della piazza principale di Nicola Probabile cappella di origine bizantina intitolata ai Santi Giacomo e Filippo, citata nelle Decime del 1296 come dipendente dal Capitolato di Sarzana, divenne parrocchia autonoma nella prima metà del XV secolo.
L’edificio subì notevoli rifacimenti, ed in seguito a questi acquisì uno stile composito con prevalenti caratteristiche tardo barocche.
Analizzando la struttura si possono ancora riconoscere fasi medievali, rinascimentali e settecentesche.

LA PIAZZA DELLA CHIESA

La piazza principale di Nicola si trova sulla sommità del colle ed è circondata da fronti edilizi compatte che strutturano una sorta di vano unitario, dalla forma stretta ed allungata, simile a quello di una grande corte.
L’origine di tale forma è dovuta con ogni probabilità alla specializzazione che la parte sommitale dell’ abitato possedeva, per scopi difensivi religiosi o cimiteriali.
La concezione post rinascimentale dello spazio urbano e le mutate condizioni di vita hanno portato a compimento il processo di formazione dei borghi che si erano sviluppati in età medievale: compaiono gli intonaci, i palazzi signorili, le facciate dipinte etc.
Anche la piazzetta, di Nicola, con la sua chiesa scenograficamente rimodellata e gli edifici ristrutturati, è frutto di questa maturazione, che inserisce il borgo fra gli esempi più significativi dell’urbanistica ligure.

LA PIAZZETTA DELL’ ACACIA

Un’ acacia secolare, cresciuta nell’anello più esterno dell’edificato di Nicola dà il nome al suggestivo slargo detto”piazzetta dell’acacia”.
All’ombra dell’ antico albero si trova una delle cisterne pubbliche dell’insediamento, l’altra si trova sul lato opposto, vicino alla porta principale.
Nella piazzetta sono tutt’ora visibili le mura di fortificazione del borgo ed una delle torri quadrate parzialmente ristrutturata verso l’interno.
Lo slargo è completamente acciottolato come gran parte del borgo di Nicola che conserva ancora la bella pavimentazione realizzata con ciottoli in pietra.
Poco distante si incontra la ripida salita che conduce alla piazza della chiesa, collocata alcuni metri più in alto, in posizione arroccata in modo da controllare la sella che separa il colle di Nicola dalle pendici del Monte Bosaccio, attraversata anticamente da percorsi provenienti dalla piana in direzione Casano.

La chiesa

La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, con la sua facciata tardo barocca,di ambito ligure,anima il fondo della piazza principale di Nicola.
L’edificio, di antica origine, nonostante i rifacimenti subiti, mostra alcuni caratteri medievali.
La chiesa, che estese la propria giurisdizione oltre le abbandonate basiliche lunensi, sino al mare, viene citata nelle Decime del 1296 come dipendente dal Capitolo di Sarzana, dal quale si distaccò soltanto nella prima metà del XV secolo, quando divenne parrocchia autonomia.
Sul finire del XVI secolo la chiesa fu ristrutturata: venne allungta verso la piazza ed innalzata. Il fabbricato fu nuovamente rimaneggiato, verso la metà del 700. quando fu realizzato il transetto e vennero affrescate le volte.
Nel 1975 e negli anni successivi, per far fronte allo stato rovinoso del monumento, furono eseguiti numerosi lavori di restauro, che ne impedirono la chiusura al culto.
La chiesa ad unica navata ha oggi una pianta a croce latina derivata dalla tarda apertura del transetto utilizzando spazzi ricavati nella cerchia del primo anello edificato del borgo.
Una luminosa cupola,copertura con lastre d’ardesia, completa il volume dell’edificio.
Sui fianchi sono ancora  leggibili i muri in pietra medievali e gli interventi del secolo XVI, che portarono allungamento dell’edificio verso la piazza.
La facciata risalente al 1759, è decorata con le statue in marmo dei santi titolare che ne fiancheggiano la parte superiore, mentre al centro campeggia una pregevole immagine della Vergine Immacolata.
Il bel portale settecentesco della chiesa è ornato con due figure angeliche mutile, applicate sopra il timpano spezzato all’ interno del quale si colloca un’iscrizione in marmo.
La chiesa è ricca di pregevoli tele, fra cui quella cinquecentesca dedicata all Madonna del Rosario, descritta nella Visita Pastorale del 1601.
La pianta della chiesa è a croce latina ad una sola navata.
I pavimenti del decoro sono ancora gli originali del 500.  
L’altare maggiore è un’opera di pregevole fattura seicentesca.
Al centro si colloca un bel tabernacolo in marmi policromi sormontato da una croce lignea del XVII secolo, di scuola genovese.
L’altare della Madonna del Suffragio, ora del Crocifisso, contiene la bella Croce su tavola del XVIII secolo.
L’opera di ignoto pittore lucchese mostra i segni della cultura bizantineggiante, purtroppo l’opera è mutilata nella sua parte inferiore e reca ancora i segni dei danneggiamenti provocati dall’ ultima guerra.
Gli affreschi tramandano i nomi di: Niccolò Contestabili, Vittorio Palmieri; e Daler di Bologna.
Ai lati del presbiterio della chiesa sono collocati, sei per parte, gli Apostoli e San Paolo, pregevoli altorilievi in marmo collocati in nicchie.
A destra si trovano nell’ordine: Pietro, Andrea,Giacomo,Tommaso,Bartolomeo e Filippo; mentre a sinistra: Paolo,Giovanni, Matteo, Mattia, Simone e Giacomo il Minore.
In basso si legge l’iscrizione recante la data del 15 ottobre 1537 e il nome del donatore, il presbitero Domenico de Franciosi, rettore chiesa di Nicola fra il 1525 ed il 1540.


“SPED PSBITER DOMINICI DE FRANZOSIS ED SUE DOMUS EST IN DEO ET SANCTIS EIUS – IDEO ET HOC OPUS FECIT FIERI DE ANNO MDXXXVII DIE XV OCTOBIS”

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