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Pallerone

Borghi Medioevali
Pallerone è da sempre associato al presepe meccanico costruito nei primi anni trenta. Passando dal piccolo borgo tagliato in due dalla via Filippo Turatti ( ss63 ) il paese apparentemente non offre alla vista del viaggiatore opere interessanti degne di una sosta. Anche voi, chissà quante volte avrete transitato per quella strada senza sapere invece che questo piccolo centro abitato nasconde beni assai interessanti: come il castello/ palazzo appartenuto ai Marchesi Malaspina e tutta la zona medioevale che si sviluppa alla sinistra del fiume Aulella. Noi in questa visita andremo proprio a scoprire queste due realtà semi-sconosciute.

  • Cenni storici del borgo medioevale.
Pallerone è stato feudo dei Malaspina dello  Spino Fiorito che avevano la loro dimora principale proprio nel vicino paese di Olivola. L’ubicazione di questo appezzamento di terra pianeggiante e a ridosso del torrente Aulella, fa si che nel quattordicesimo secolo il potente casato decida di costruirvi una villa con vista sulle Apuane come dimora per il periodo estivo. La pianura alluvionale della Magra rappresentò la giusta scelta per lo sviluppo demografico di Pallerone che trasse vantaggi con l’agricoltura rispetto ai paesi limitrofi posti sopra radure e colline. Così man mano il borgo prese vita con le prime abitazioni. La prima costruzione ancora oggi esistente risale all’undicesimo secolo ed è stata costruita dal Signor Palero, da cui prenderà il nome il paese: Pallerone. Lo sviluppo urbano ruoterà intorno al castello e alla torre che  nel frattempo era stata costruita a ridosso della via. Il torrione fungeva da postazione di controllo e di guardia per monitorare il passaggio di commercianti, pellegrini, soldati e viandanti che si trovavano a transitare per raggiungere l’Appenino Tosco Emiliano o per recarsi, attraversando le Apuane, in Garfagnana per poi proseguire per Lucca sulla via del Volto Santo. ).
Oltrepassando un arco in pietra ci lasciamo dietro le spalle il mondo moderno e in un attimo ci ritroviamo nell’affascinate mondo medioevale, e precisamente all’interno di una piccola piazzetta che segna la fine del borgo murato. Nello slargo, si affaccia la prima porta quattrocentesca. Oltrepassandola si continua il percorso nello stretto camminamento in ciottoli tra le case in pietra e si arriva alla seconda porta trecentesca, e ancora dopo pochi passi siamo alla terza e antica porta in arenaria risalente all’undicesimo secolo. Dal milleseicento in poi il castello divenne una lussuosa residenza fissa dei Marchesi Malaspina, pare che il castello di Olivola fosse andato distrutto dopo un incendio provocato da un fulmine ma in realtà le ragioni di questo trasferimento furono di tipo economico.
Il presepe di Pallerone
Ciao Amici, chissà quanti di voi da bambini sono andati al presepe di Pallore. Per chi invece non c’è mai stato, consigliamo la visita, ne vale veramente la pena, è un regalo per grandi e piccini. In dieci minuti ci si cala nel magico mondo del Natale.

  • Forse è il presepe meccanico più antico d’Italia ed è nato per caso nel 1935 dall' idea e dal lavoro di  un ragazzo: Silvio Marino che per divertimento, riciclando materiali da ferro vecchio, ingranaggi, ruote di biciclette e altro ancora iniziò a dar vita ad alcuni personaggi, come il ciabattino, il fabbro, il fornaio etc, e nel corso degli anni aiutato anche dai suoi paesani ne costruì molti altri. I palleronesi andavano orgogliosi del loro presepe tanto che si  narra che nel periodo della seconda guerra mondiale  andassero nottetempo a rubare pezzi meccanici dai mezzi dei tedeschi ,che erano di stanza a Pallerone,  per sabotarli ma anche  e soprattutto per completare il loro presepe! Nel 1968 il presepe era ormai talmente grande che ebbe bisogno di una sede fissa abbastanza capiente da contenerlo e si pensò allora di costruire adiacente alla chiesa del paese una grotta artificiale: vennero adoperati quintali di ferro e oltre cento quintali di tufo  estratto dalle grotte di Posara, vennero impiegati nove motori per movimentare le figure, per la variazione delle luci e per alimentare il gettito continuo di centoventi litri di acqua al minuto e furono stesi più di quattromila metri di filo elettrico. Tutto questo per permetterci di ammirare in una scenografia unica l’inizio della giornata degli abitanti del presepe che si animano alla levata del sole per poi fermarsi al tramonto. Al sopraggiungere della notte si accendono le luci nelle case e per qualche minuto un cielo di stelle ci fa sognare.
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