Chiesa della Beata Vergine della Consolazione
Chiese > Massa
Marina di Massa, via L.Sturzo, 4, angolo via A.Zini
La chiesa, con bolla vescovile del 19 dicembre 1910 divenne parrocchia autonoma, e due frati della sede piemontese, appartenenti all’Ordine di Maria, la occuparono (sono gli stessi che amministravano la Parrocchia di Marina di Carrara). Questi Frati di Maria, conosciuti dai parrocchiani delle due cittadine balneari e molto amati dai fedeli, continuarono la loro missione, escluso Marina di Carrara che cambiò (vedi la Storia della Chiesa Sacra Famiglia), dove rimasero per 83 anni, da don Zenobi nel 1923 a don Aliboni nel 2006. Attualmente a Marina di Carrara c’è padre Enzo Gigli, coadiuvato da altri sacerdoti, dal 2008.
I Frati di Maria, occuparono la vecchia chiesa, in via L. Sturzo, inaugurata nel 1879, con la vecchia canonica che divenne il loro convento, ma ben presto si dimostrò inadeguata per la popolazione e per i molti turisti che vennero a Marina di Massa, di cui molti si fermarono permanentemente. La vecchia chiesa era dedicata a San Giuseppe ed alla Madonna, esistente tutt’oggi, a fianco della nuova, sulla via Luigi Sturzo. La vecchia canonica ristrutturata è l’attuale convento di San Giuseppe dell’Ordine mentre la vecchia chiesa, anch’essa ristrutturata serve per il catechismo dei fanciulli e nell’unica navata si svolgono riunioni varie. Sulla facciata una lapide marmorea che riporta inciso:
RICORDO DELLA S. MISSIONE
predicata
DAI PRETI DI SAN VINCENZO DE PAOLI
15 febbraio 1903
I CARICATORI DEL PONTE
QUESTA CROCE POSERO
SIA LODATO GESU’ CRISTO
100 g. d’indulgenza
(Ora a Marina di Massa è stata inaugurata la nuova Parrocchia di San Giuseppe e San Vincenzo de’ Paoli, in via Pisa 37, costruzione originale e molto moderna, che rappresenta sul tetto una grande vela marinara e con molti servizi nella vasta area).
Nel corridoio, ingresso laterale, è rimasta la statua di San Giuseppe col Bambino, dello scultore massese Pierfrancesco Dalle Luche, in ricordo della venuta dei Frati Servi di Maria 1912 – 2004. Nel grande piazzale, a fianco e sul pavimento, il simbolo marmoreo dei Servi di Maria. Per il crescente sviluppo demografico con l’incremento del turismo, dopo le peripezie di due guerre mondiali, il 24 giugno 1962 venne posta la prima pietra per la nuova chiesa parrocchiale intitolata alla Beata Vergine della Consolazione: soltanto nel 1972 il Vescovo monsignor Aldo Forzoni, deciso a riordinare il territorio, eresse a Parrocchia di Maria Santissima la Chiesa in località Partaccia e contemporaneamente altri restauri nel vecchio complesso, divenendo, nel 1997, Centro Attività Parrocchiali, intitolato al Beato Pier Giorgio Frassati. (Torino 6 aprile 1901 – 4 luglio 1925), figura di santità ardente e affascinante, proclamato beato da papa Wojtyla nel 1990, confermato da papa Francesco.
Oggi i servi di Maria, nel mondo, hanno avuto 32 Priori dal 1249 al 2013 – ben 34 Case dell’Ordine – tra di loro 6 Santi, 19 Beati e 5 Venerabili.
Le monache Serve di Maria (Mantellate), sono religiose di voti solenni dedite alla vita contemplativa appartenenti al secondo ordine servita (O.S.M.) e sono organizzate in comunità autonome rette da una priora: alla fine del 2005, l'ordine contava 150 monache e 16 case. Davvero grande Organizzazione, tra Frati e Monache.
I Servi nel 1689 ebbero dal Vescovo, il 7 maggio, l’autorizzazione al trasferimento a Massa, per questioni sanitarie e di varie difficoltà per la vita dei Servi in una casa in affitto, il Vescovo stesso autorizzò a fondare e costruire un edificio-ospizio nel sito Camporiondo, (ex giardino Malaspina), dove si trasferirono e vi rimasero fino al 4 luglio 1914: tale loro convento in quest’occasione divenne la Scuola Malaspina in via Palestro, tuttora esistente, ristrutturata per le necessità ma vi rimase, al termine della scala che conduce al primo piano, un bel busto marmoreo dedicato a Giovanni Pietro Bertazzoli, massese, nato nel 1647, e ricoperse la carica, nell’Ordine, di Priore Generale, con sull’angolo via Palestro-Via XXVII Aprile, la loro chiesa, ancor oggi funzionante, sotto la giurisdizione della Basilica Duomo di Massa. Ma questi benemeriti Servi, furono presenti ovunque nei cinque continenti, ed al Bondano di Massa, nella Parrocchia, piccola ma funzionale, con la cappella contenente una ventina di tombe della Famiglia Ceccopieri, in una seconda Cappelletta anche la lapide di un parroco dei Servi: padre Eliseo M.Ferraretto che i fedeli di Bondano posero nel 2004.
Tornando a Marina di Massa, l’ingresso alla Chiesa, da via A. Zini, si compone di un grande giardino con al centro, sul pavimento in marmi colorati, il simbolo dei Servi di Maria (riportato anche sui due cancelli, in metallo), ed a destra una grande Madonna marmorea, la costruzione è rialzata di circa un metro, con una scalinata che porta in fronte le tre porte, che ricordano le tre navate interne, con grande pensilina in cemento armato. Entrando nella Chiesa della Beata Vergine della Consolazione, a sinistra una grande lapide marmorea, con l’insegna dei Servi a ringraziamento per i cento anni 1910-2010. Le tre aperture, immettono nel sacro luogo, con a destra un dipinto della pittrice massese Loredana Benassi Rizzolo, contemporanea, della Vergine circondata dai sette Santi Fondatori dell’Ordine Servi di Maria, al momento appoggiato sul pavimento, ma penso dovrebbe andare nella nuova cappella o applicato sulla parete interna d’ingresso della chiesa (un quadro simile anche nella parrocchia di Marina di Carrara, di Gian Domenico Ferretti, del XVIII secolo), colti nel momento dell’estasi. Altre opere della pittrice massese nell’attuale sacrestia. Subito salta all’occhio il gruppo marmoreo dell’Ultima Cena posto nel presbiterio dietro l’altare: dodici Apostoli con Gesù al centro, e l’ultimo a destra, Giuda, di schiena, sembra sul punto di lasciare la riunione. Opera in marmo statuario di Carrara, eseguito nel 1971 dallo scultore Tommaso Gismondi (Anagni, FR, 28 agosto 1906 – Anagni, 26 aprile 2003). Valido scultore, noto come “Scultore del Papa” per le opere nella Biblioteca ed Archivio Vaticani con commissioni di papa Paolo VI e papa Paolo Giovanni Paolo II. Non so con precisione se è una leggenda, ma pare che l’Ultima Cena qui presente fu scolpita per alcuni argentini, credo su ordine di Evita e Juan Peron nel periodo della loro ascesa in Sud America, ma al completamento della scultura (quattro blocchi, pesantissimi, in marmo statuario di Carrara), Evita era già defunta (1952), mentre Juan Domingo Peron terminò i suoi giorni nel 1974), cosicché l’ordine fu annullato ed il luogo sacro in cui dovevano essere posti, trovò troppo oneroso il costo, specialmente della spedizione e dell’assicurazione, non escludendo l’onorario dello scultore. Tale bellissimo complesso statuario fu acquistato dai Servi di Maria per essere posto dietro l’Altare nella erigenda Chiesa dedicata alla Beata Vergine della Consolazione, a Marina di Massa. Opera eseguita tutta a subbia, ovvero non lucidata, durante gli anni “70, seguendo i dettami dell’ultimo Concilio Vaticano II.
Si accede all’interno, con due grandi acquasantiere marmoree ai lati a forma di conchiglia, offerte da Pietro Gherardini. Si prosegue verso la navata di destra (sempre guardando il presbiterio), con al termine un Organo, di medie dimensioni, del laboratorio Chicchi di Cerreto Guidi, portato in loco nel 2005. Sulle tre pareti, trattate e ricoperte a piccoli blocchetti marmorei di diversi colori, dal grigio chiaro fino al nero, che ricoprono le pareti delle due navate e del presbiterio, con sopra, per dare luce, composizioni a mosaico di vetri multicolori, creando una gradevole e luminosa composizione, che prosegue anche sopra tutto il presbiterio (mosaico e pareti a blocchetti, per circa sei metri in altezza, poi parete bianca a calce, con al centro una copia di un grande Crocifisso di Ferdinando Tacca, in bronzo, l’originale è a Pietrasanta, ma uno più piccolo anche nella Basilica Minore, Duomo di Massa, originale, sull’altare Maggiore di Ferdinando Tacca (Firenze, 1619 – Firenze, 1686), figlio del carrarese Pietro Tacca (Carrara, 6 settembre 1577 – Firenze, 1640). (vedi Storia Duomo di Massa).
Sul presbiterio, a sinistra, un grande marmoreo leggio in bassorilievo con il Profeta Baruc. - Discepolo del profeta Geremia. In realtà il cosiddetto libro di Baruc è un’antologia di brani diversi e di redazione molto antica, giunti a noi in greco.
Dal libro nr. Uno è riportato l’originale brano nr. 14: “Leggerete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nella casa del Signore, nel giorno della festa e nei giorni opportuni”, che tiene nella mano sinistra il suo libro e con la destra sta salutando o benedicendo, offerto dalla Famiglia Venturini-Piccinini, con la scritta, in basso: “Leggete perciò questo libro nel Tempio del Signore e nei giorni opportuni”.
A sinistra del presbiterio c’è una piccola stanza con la sacrestia, ma i lavori stanno continuando anche adesso per la costruzione, alla destra del presbiterio di una nuova cappella per i giorni feriali e locale per riunioni, mentre sopra stanze per sacerdoti ospiti. Inoltre nella Cappella dovrebbe aver posto anche il Santissimo che al momento è al centro dell’Ultima Cena, illuminato, nel presbiterio, compresa la scultura marmorea di Rino Gianni, che attualmente si trova nascosta dall’organo, anch’essa dovrebbe essere spostata nell’erigenda cappella. Lo spazio di ampliamento dovrebbe essere di 300 mq e comprendere anche l’allargamento dell’attuale sacrestia, mentre sul lato del parcheggio, comprende anche una scalinata di nove graditi, quale altra uscita esterna.
Ritornando sulla navata di destra, dietro l’organo, che nasconde una scultura di Rino Gianni di Pietrasanta, vivente, (già docente all’ Accademia di Belle Arti di Carrara) e fervido operatore del marmo, che rappresenta in bassorilievo “la Madonna Addolorata” con alcuni fedeli ed il Padre Giacchino M. Calabresi, O.S.M. (L’ Addolorata è una Madonna alla quale i Servi di Maria, oltre ad aver innalzato alcune chiese, sono stati sempre devoti, tanto da far parte del loro carisma).
Al termine della navata di destra, a fianco dell’Organo, una grande Croce in legno, con affisso le seguenti due scritte su targhette metalliche:
“Carissimi giovani alla fine
dell’Anno Santo io vi affido
il segno stesso di questo Anno
Giubilare la “Croce di Cristo”
Postatela nel mondo come segno
dell’amore del Signore Gesù
per l’umanità e annunciate
che non vi è salvezza e redenzione
che nella Croce di Cristo
morto e resuscitato”
ANNO SANTO DELLA REDENZIONE
PASQUA 1984
e
A RICORDO DEL PASSAGGIO
NEL GIORNO 21.12.1998
DELLA CROCE DELLA GIORNATA
MONDIALE DELLA GHIOVENTU’
CHE SI CELEBRERA’ A ROMA
NELL’ANNO DEL GRANDE
GIUBILEO IL 15 – 19 AGOSTO 2000
I Giovani ed i Ragazzi
dell’Oratorio
14 giugno 1999
L’area esterna comprende oltre al Centro Ricreativo San Giuseppe (nell’attuale Convento, sul lato via A.Zini), mentre una grande aula per conferenze nell’ex chiesa di San Giuseppe, con ai due lati due nicchie con le statue marmoree si San Domenico e Sant’Antonio da Padova. Spazio esterno per il gioco dei fanciulli in tutta sicurezza, spazio per il catechismo dei giovani. Mentre nel grande cortile, a fianco della nuova Chiesa per il deposito biciclette, con grande spazio per pattinaggio oppure gioco palla a volo sul lato via Sturzo e dalla parte opposta un parcheggio auto per coloro (e non) che si recano alle funzioni religiose, probabilmente dovuto cedere al Comune di Massa per l’autorizzazione. In questo lato anche l’espansione della chiesa: un cartello esterno, in via Adelina Zini, annuncia l’ampliamento dell’edificio di culto (cappella feriale, tabernacolo per il Santissimo, locali per il ministero parrocchiale e probabilmente la scultura ora nascosta dietro l’organo, di Rino Gianni, ed al secondo piano camere per sacerdoti ospiti. Inoltre, nel lato opposto, l’ampliamento dell’attuale sacrestia). Questo ingrandimento potrebbe avere un ingresso secondario, avendo a fianco della seconda cappella una grande scalinata di nove gradini che potrebbe essere aperta dal parcheggio, consistente di ben 300 mq - con progettazione architettonica dell’ing. Luciano Bertilorenzo, delle strutture ing. Paolo Edoardo Giusti, coordinatore sicurezza ing. Silvano De Angeli, responsabile procedimento ing. Antonio Enrico Palla, impresa appaltatrice MA.REM., tutti di Massa e con il contributo dell’ 8x1000 della Chiesa Cattolica. Non è specificata la fine lavori, che ci auguriamo al più presto, per vedere la funzionalità di tutto il complesso dei Servi di Maria.
Sulla parete (quella antistante il grande ingresso), tre tele contemporanee di Ernando Venanzi, raffiguranti la Crocifissione, al centro in posizione sopraelevata Cristo in Croce ed ai lati quelle dei due ladroni. Sempre nelle due navate, sinistra e destra, tre nicchie, per ciascuna, con a sinistra la statua, in grandezza naturale, di Santa Rita da Cascia, Sant’Antonio Pucci, (entrambi della scuola Niccolai e Ghelardini di Pietrasanta, 1969) La Beata Vergine della Consolazione con Bambino dei fratelli Giannoni di Pietrasanta, 1969) ed al termine della prima navata (sempre guardando l’Ultima Cena), una pala marmorea con il Sacro Cuore di Gesù, in rilievo, in mezzo alla famiglia, realizzata dalla scuola Niccolai e Ghelardini di Pietrasanta, con davanti il Fonte Battesimale (trasferito dalla vecchia chiesa di San Giuseppe di via Sturzo, già via della Chiesa), avendo sulla cupola il battesimo di Gesù da parte di San Giovanni, opera d’artigianato locale, in marmo con copertura bronzea, offerto dalle Famiglie Ivaldo e Ivo Moschini, con a lato il candeliere marmoreo che accoglie il Cero Pasquale, opera degli alunni dell’Istituto d’Arte di Massa. Sempre su questa navata e nella terza a sinistra, si estendono le 14 stazioni della Via Crucis, in bassorilievi marmorei, realizzati nel 1966, ad opera degli alunni dell’Istituto d’Arte di Massa, sotto la direzione del prof. F. De Caro. Sulla corsia di destra, Sant’Antonio da Padova, Santa Teresina, e San Giuseppe. Precisazione sui Santi che si conosce troppo poco della Loro esistenza, presenti con statua marmorea nella Chiesa Beata Vergine della Consolazione a Marina di Massa:
1) - Per Santa Teresina, s’intende Santa Teresa di Gesù Bambino, oppure Santa Teresa di Lisieux, Alençon (Francia), 2 gennaio 1873 - Lisieux, 30 settembre 1897, festività 1 ottobre.
2) – Per Sant’Antonio Pucci, il suo nome di battesimo fu Eustachio Pucci, nacque a Poggiole di Vernio (Firenze) il 16 aprile 1819. Entrò a 18 anni nei Servi di Maria della Ss. Annunziata di Firenze cambiando il nome in Antonio Maria. Nel 1843 fece la professione religiosa e dopo qualche mese fu ordinato sacerdote. Un anno dopo fu inviato come viceparroco nella nuova parrocchia di Sant’Andrea a Viareggio, affidata ai Servi di Maria e tre anni dopo ne divenne parroco, ufficio che tenne fino alla sua morte, in tutto 48 anni. Si dedicò con zelo eroico alla cura spirituale e materiale dei suoi fedeli i quali lo chiamavano con affetto “il curatino”. Nel contempo fu per 24 anni priore del suo convento di Viareggio, per sette anni Superiore della Provincia Toscana dei Servi di Maria. Istituì delle Associazioni per ogni categoria dei suoi parrocchiani. Per i giovani: la Compagnia di San Luigi e la Congregazione della Dottrina Cristiana; per gli uomini: perfezionò la già esistente Alma Compagnia di Maria Ss. Addolorata; per le donne: la Congregazione delle Madri Cristiane. Nel 1853 fondò inoltre le Suore Mantellate Serve di Maria per l’educazione delle fanciulle, istituì il primo ospizio marino per i bambini malati poveri. Dopo aver soccorso un ammalato in una notte fredda e tempestosa, si ammalò di polmonite fulminante che lo portò alla morte il 12 gennaio 1892. Sepolto nel cimitero comunale, il corpo del santo “curatino” fu traslato il 18 aprile 1920 nella stessa chiesa di Sant’Andrea in Viareggio, dove aveva trascorso il suo lunghissimo periodo di parroco. Pio XII il 12 giugno 1952 lo proclama beato e papa Giovanni XXIII lo proclama santo il 9 dicembre 1962. Ricorrenza, 12 gennaio.
Breve Storia dei Servi di Maria:
Sèrvo : «assoggettato, sottomesso», è comune soltanto nella locuzione servo della gleba, (contadini, privi di diritti politici e civili), oltre al sostantivo dal significato comune ed evidente.
Servita : Religioso appartenente all’ordine mendicante dei Servi di Maria: essi adottarono la regola di Sant’Agostino e fu approvato da Benedetto XI nel 1304. Tra il 1430 e il 1570 all’interno di questo ordine, come avveniva anche in altri, emerse il movimento riformatore dell’Osservanza. Tra i membri dell’ordine più noti spicca la figura di P. Sarpi,
Stemma dell'Ordine, realizzato dalla sovrapposizione di "S" (Servi) ed "M" (Maria). La corona è composta da sette gigli, che indicano i sette Santi Fondatori, in latino Ordo Servorum Beatae Virginis Mariae (sigla O.S.M.), è un ordine della Chiesa Cattolica e venne fondato a Firenze, probabilmente nel 1233, da un gruppo di sette persone, poi conosciuto come i sette Santi Fondatori, ma i primi documenti risalgono all'anno 1245 e sono relativi a una comunità di uomini penitenti ritiratisi a vita eremitica e comunitaria sul monte Senario con un bel Santuario che nel dicembre del 1917 papa Benedetto XV l’ha elevato a Basilica Minore (sulle Basiliche vedi Storia del Duomo di Massa).
Il primo nome assunto è quello di "Compagnia di Maria Addolorata", cambiato poi in "Servi di Maria", secondo la tradizione, da un bambino che osservando due giovani penitenti che stavano tornando in città dal Monte Senario, che gli sembrarono appunto "due servi di Maria”.
Per disposizione del Concilio Lateranense IV secolo (1215), l’Ordine rischia la soppressione, ma tramite l’opera progressiva di Filippo Benizi, ottengono di perpetuare l’Ordine.
Trent’anni dopo papa Benedetto XI, domenicano, nel 1304, con la bolla Dum levamus approva la Regola e la Costituzione dei Servi di Maria. Coi secoli successivi (XIV e XV) si estende la presenza in Italia nelle provincie religiose, in modo particolare a Trento a Parigi ed in Spagna. Nel 1424 papa Martino V, con bolla Apostolicae Sedis Providentia, ratificò l’organizzazione del Terz’ Ordine, oggi denominato Ordine secolare dei Servi di Maria. Nei secoli a seguire l’Ordine fu anche presente al Concilio di Trento, 19° concilio ecumenico, dove particolarmente esplicita fu la valutazione espressa da Paolo Sarpi, teologo ed erudito, appartenente all'Ordine dei Servi di Maria. Tra il 1548 ed il 1580 si procedette alla revisione delle Costituzioni dell’Ordine., ma la curia romana osteggiò, nel seicento, Paolo Sarpi prima come teologo poi, anche dopo la sua morte, per la sua Istoria del Concilio tridentino e Papa Innocenzo X, nel 1652, impone una riforma forzata a tutti gli ordini religiosi, comportando la soppressione di oltre cento convenuti. Comunque in questo secolo si diffondono, oltre ai frati anche le monache ed il Terz’Ordine. Il 1700 e 1800 presenta contrastanti aspetti: i frati raggiungono oltre tremila componenti, uno alla dignità cardinalizia, la chiusura di molti conventi e la dispersione di altrettanti frati, compresa, nel 1778, per disposizione del Papa, la soppressione della Congregazione eremitica di Monte Senario. Bisogna attendere il 1815 per un progressivo avvio di una ripresa dell’Ordine, anche se molto precaria. Soltanto nel 1900 ci sarà una rinascita con la massima diffusione geografica dell’Ordine, ormai presente in tutti e cinque continenti, rispecchiando l’internazionalità dell’Ordine: si aprono, nel 1943, in piena guerra mondiale, a Londra la Servite Hause, a Roma nel 1950 la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, con sede nella capitale. Molto attivi in tutte le iniziative sociali, in particolare il convento milanese di San Carlo al Corso (ingressi in corso Matteotti e corso Vittorio Emanuele), divenne il punto di riferimento della partecipazione cattolica alla resistenza. Ben sette frati serviti parteciparono nel dopoguerra all'attività di Nomadelfia di don Zeno Saltini, molto attivi in tutte le iniziative sociali.
In seguito alle disposizioni del Concilio Vaticano II, l'Ordine inizia la riforma delle proprie Costituzioni nel Capitolo generale di Firenze nel 1965. Il testo entra in vigore, definitivo, che si avrà nel 1987. Al 31 dicembre 2013, l'ordine era composto da 803 frati, 544 dei quali sacerdoti.
L’Ordine ha avuto ben 32 Priori Generali, ultimo Gottfied M. Wolf, dal 2013, con 34 Case dell’Ordine, Marina di Massa compresa. Dodici Santi con i Sette Fondatori e don Filippo Benizi, due mantellate. Diciannove Beati, cinque Venerabili e ventisette persone legale ai Servi di Maria, tra cui David Maria Turoldo (che ho conosciuto a Milano, al secolo Giuseppe Turoldo (Coderno, UD, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), in Duomo e all’ Arcivescovado, mentre al teologo Paolo Sarpi è dedicata una grande via milanese.
• Buonagiunta MANETTI, da Firenze,
documentato il 7 ottobre 1251; priore generale nel 1256; deceduto nel 1257; fu sepolto a Monte Senario, vicino all'altare maggiore della chiesa.
• Buonfiglio MONALDI, da Firenze
secondo la tradizione il primo dei sette e loro capo; priore di Monte Senario il 17 marzo 1250, allorché il vescovo di Siena, Buonfiglio, concedette licenza per la costruzione in città della chiesa e del convento di Santa Maria di Cafaggio, oggi basilica della Santissima Annunziata di Firenze. Nel 1251-1252 visse anche lui a Cafaggio, dove ricevette nell'Ordine il giovane Filippo Benizi. Morì, secondo la tradizione, il 1º gennaio 1262 e fu sepolto a Monte Senario.
• Amadio AMIDEI, da Firenze, che pare abbia trascorso tutta la vita nel convento di Monte Senario. La tradizione vuole che, alla sua morte avvenuta nel 1266, tutti i Padri vedessero una fiamma di fuoco salire in alto, segno e simbolo questo del suo amore verso Dio, come indica il suo nome.
• Manetto DELL’ANTELLA, da Firenze, priore del convento di Lucca nel 1264, fu eletto nel 1265 Generale dell'Ordine. Rinunziò al generalato nel 1267 ed ebbe per successore Filippo Benizi.
• Uguccione UGUCCIONI, da Firenze, forse priore di Monte Senario nel 1259, di famiglia a Città di Castello il 21 agosto 1255, e compagno di Sostegno e di Filippo allorché quest'ultimo, secondo la Legenda B. Philippi del secolo XIV, guarì un povero lebbroso. Morì nel 1282, a Monte Senario, dopo essere ritornato dal Capitolo generale di Viterbo, nello stesso giorno e nella stessa ora dell'amico Sostegno.
• Sostegno SOSTEGNI, da Firenze, ricordato nella Legenda de Origine anche come zio di fra Lapo da Firenze; forse vicario generale in Francia. Morì nel 1282 e fu sepolto insieme agli altri fondatori a Monte Senario.
• Alessio FALCONIERI, il più noto dei sette santi. Umile, desideroso di penitenza, anche in vecchiaia si dedicò ai lavori materiali e alla “cerca” (elemosina casa per casa), nonostante gli incomodi dell'età e della stagione (Legenda de Origine). Protesse i giovani dell'Ordine e impiegò i danari delle vestimenta che gli spettavano (un'usanza dei Servi) per inviare i più meritevoli di loro a studiare alla Sorbona di Parigi. Visse quasi 110 anni e morì nel 1310.
(Queste le singole figure dei sette santi fondatori, i cui cognomi furono aggiunti solo nei secoli XV-XVI.)
Oggi i servi di Maria, nel mondo, hanno avuto 32 Priori dal 1249 al 2013 – ben 34 Case dell’Ordine – tra di loro 6 Santi, 19 Beati e 5 Venerabili.
Le monache Serve di Maria (Mantellate), sono religiose di voti solenni dedite alla vita contemplativa appartenenti al secondo ordine servita (O.S.M.) e sono organizzate in comunità autonome rette da una priora: alla fine del 2005, l'ordine contava 150 monache e 16 case. Davvero grande Organizzazione, tra Frati e Monache.
I Servi nel 1689 ebbero dal Vescovo, il 7 maggio, l’autorizzazione al trasferimento a Massa, per questioni sanitarie e di varie difficoltà per la vita dei Servi in una casa in affitto, il Vescovo stesso autorizzò a fondare e costruire un edificio-ospizio nel sito Camporiondo, (ex giardino Malaspina), dove si trasferirono e vi rimasero fino al 4 luglio 1914: tale loro convento in quest’occasione divenne la Scuola Malaspina in via Palestro, tuttora esistente, ristrutturata per le necessità ma vi rimase, al termine della scala che conduce al primo piano, un bel busto marmoreo dedicato a Giovanni Pietro Bertazzoli, massese, nato nel 1647, e ricoperse la carica, nell’Ordine, di Priore Generale, con sull’angolo via Palestro-Via XXVII Aprile, la loro chiesa, ancor oggi funzionante, sotto la giurisdizione della Basilica Duomo di Massa. Ma questi benemeriti Servi, furono presenti ovunque nei cinque continenti, ed al Bondano di Massa, nella Parrocchia, piccola ma funzionale, con la cappella contenente una ventina di tombe della Famiglia Ceccopieri, in una seconda Cappelletta anche la lapide di un parroco dei Servi: padre Eliseo M.Ferraretto che i fedeli di Bondano posero nel 2004.
Bibliografia:
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=23380&Chiesa_della_Beata_Vergine_della_Consolazione
- https://it.wikipedia.org/wiki/Servi_di_Maria
- https://it.wikipedia.org/wiki/Sette_santi_fondatori
- Depliant della chiesa Beata Vergine della Consolazione, Marina di Massa.
- Marcucci M. A., Piccola guida della Basilica Cattedrale di Massa. Cenni
storici, Altari, Cappelle, Opere d’arte, Centro studi storia locale della
Basilica Cattedrale di Massa, ristampa 1988 a cura di don Luca
Franceschini.
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