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Torre Medicea

Itinerari lucchesi
Percorrendo l'Aurelia da Massa verso Pietrasanta, in località Montiscendi, sulla nostra sinistra, ai piedi della collina dove domina il Castello Aghinolfi, notiamo una fatiscente costruzione di mattoni rossi in via di restauro: si tratta della torre medicea del "salto della Cervia". L'esistenza di questa torre è documentata già dalla fine del XIV secolo. La costruzione della struttura attualmente visibile venne iniziata sotto Cosimo de' Medici nel 1568, sospesa poco dopo per il ricorso che i lucchesi fecero all'imperatore, ripresa dal figlio di Cosimo, Francesco I nel 1578 e completata poi da Ferdinando I nel 1588. Si trattava in realtà di una struttura più ampia che includeva anche una Chiesa (che fu demolita nel 1810 per ampliare la strada); quello che rimane ora è solo l’imponente torre a pianta quadra alta 10 metri e un breve tratto di muratura di recinzione. Già nel 1000 in questo luogo esisteva una "porta", la Porta Beltrame, dal nome dell'adiacente lago che ora è noto come il lago di Porta. All'epoca questa zona rivestiva una notevole importanza poichè si riscuotevano i pedaggi della via Francigena e il lago, molto più grosso di ora, era fonte di guadagno, visto che era molto pescoso e perciò motivo di liti tra i due borghi confinanti di Montignoso e Pietrasanta (i pietrasantini accusavano frequentemente i vicini di pescare di frodo).

E questo nome curioso da dove deriva?
Un’antica leggenda riportata dal seravezzino padre Lorenzo Berti, vissuto a metà del XVII secolo, narra di una cerva che, vistasi braccata, si nascose dietro un tabernacolo dedicato alla Madonna adiacente a una grossa rupe. Il cacciatore che la inseguiva riuscì a scovarla e, capendo che l’animale non aveva alcuna possibilità di fuga, esultò e nello stesso tempo bestemmiò per la corsa sfiancante che l’animale gli aveva fatto fare. Poi con calma impugnò il fucile, prese la mira e nell’istante in cui premette il grilletto la cerva spiccò un salto sulla rupe retrostante, lasciando le sue impronte impresse nella roccia prima di dileguarsi nel bosco sotto gli occhi sbigottiti dell’uomo. Le impronte lasciate dall’animale sulla roccia diventarono testimonianza di un miracolo attribuito alla Madonna. Negli anni a seguire in quel luogo fu edificata la chiesa dedicata alla Madonna di Porta, e la rupe con le impronte fu inglobata al suo interno, dove migliaia di fedeli portavano i propri voti. Di questa chiesa oggi non rimane più nulla essendo stata demolita nel 1810. Gli arredi interni furono trasferiti assieme ai bassorilievi alla Santissima Annunziata di Seravezza, dove tutt’oggi nella facciata spiccano una Madonna e una cerva.
Leggenda di San Viviano
N.B
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