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Candalla

Itinerari lucchesi
Cascate di Candalla a Camaiore.
  • Come raggiungerle
Giunti alla Chiesa della Badia di Camaiore seguire le indicazioni per Vada e Casoli, proseguire per cinque minuti fino ad arrivare all’omonima Trattoria Candalla.
Note: nella strada ci sono cartelli di divieto di sosta con rimozione dell’auto, molti parcheggiano egualmente, valutate voi.
  • Itinerario
Subito dopo la trattoria Candalla troviamo un ponte a ridosso della parete rocciosa dalla quale scende la prima cascata in una pozza d’acqua verde smeraldo. Guardando da sotto il ponte verso valle l’effetto ottico è meraviglioso, il cielo si rispecchia nell’acqua che scorre senza sosta, nonostante le pietre che vogliono trattenerla lei scivola via veloce. Dal piccolo ponte in pietra una vecchia mulattiera contrassegnata come sentiero C7 del CAI inizia a salire costeggiando sulla nostra destra il torrente Lombricese che scende a valle tra una vegetazione rigogliosa, composta da felci, liane, arbusti e piccoli alberi. Dopo pochi minuti di cammino si arriva a un vecchio mulino, un luogo incantato, magico. La struttura imponente ha conservato le porte ad arco,  le finestre ed alcune mura, mentre il tetto è completamente crollato. Al suo interno sono cresciuti alberi e rovi. In questo punto il torrente crea due cascatelle tra le rocce ricoperte da muschi di una bellezza indescrivibile. Nell’acqua arabescati riflessi di luce azzurra e verde, il mormorio del ruscello, il canto degli uccelli rendono facile aprire la porta alla fantasia in questa oasi incontaminata. Tutt’intorno troviamo disseminate macerie di edifici, un tempo forse abitazioni, ovili o  ricoveri per attrezzi. A valle, lungo il corso  del torrente sono disseminati numerosi resti di opifici di epoca preindustriale, mulini, pastifici, frantoi, polverifici, folli per la lavorazione della lana, seta e canapa tutti azionati tramite l’energia idraulica ricavata dalla forza propulsiva dell’acqua. Continuando a salire ora si scopre il verde massiccio del monte Ciurlaglia, poco dopo  il sentiero si divide in due.  Proseguendo dritto arriviamo al paese di Casoli, noi invece scendiamo a destra nel greto del torrente per raggiungere dopo un piccolo guado i torrioni del monte sulla pendice occidentale. Un posto incredibilmente bello, misterioso e nello stesso tempo affascinante. Quello che sembra un "faraglione di montagna" s’innalza verso il cielo come una superstite guglia solitaria di una cattedrale gotica da tempo crollata. Per mezzo di una fune fissata nella roccia saliamo fin sopra alle grotte carsiche nelle quali formazioni carsiche di calcare scuro scendono dall’alto come fossero le dita ossute di una mano vecchia. Questi ripari furono sfruttati durante l’età del bronzo dalle comunità locali per soggiornarvi stagionalmente e condurvi attività pastorizia e tessile. Negli scavi delle grotte del Lauro, dell’Ambra, e della Roberta gli scavi archeologici hanno messo in luce una capanna addossata alla parete rocciosa, costruita in legno con rivestimento in argilla, vasi di terracotta per la produzione casearia e anche un elemento di collana in ambra baltica, che testimonia contatti e scambi ad ampio raggio. Alcuni ripari sotto la roccia sono difficilmente accessibili e pericolosi. Dall’alto tra la fitta vegetazione  si vede il torrente scorrere, i raggi del sole che filtrano tra le foglie umide dei  rami  creano riflessi multicolori. All’improvviso il cielo si oscura, poi di colpo un boato si propaga nel canalone echeggiando e la pioggia inizia a scendere a scrosci. Con passo svelto e sicuro troviamo riparo sotto questi torrioni dove si respira l’odore del muschio, dell’erba, di antico. In questo luogo è facile farsi trasportare dalla fantasia e pensare a chi ci ha preceduto ed ha trovato riparo dentro queste grotte. Nel frattempo il  temporale, così repentinamente com’era arrivato, se ne va lasciando il posto nuovamente al sole.
Davanti a tutto ciò ci sentiamo impotenti, com’è giusto che sia: qui comanda la natura, gli intrusi siamo noi.
Candalla 28 aprile 2019
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