1)Vi rispondo volentieri, il Caffè Europa, un tempo era ubicato all'angolo di via Roma dove ora è l'Esselunga. Era un bar molto grande frequentatissimo, dove vi era un grande Sala biliardi, che ospitava molte gare, e addirittura attorno agli anni settanta, ospitò una esibizione del campione mondiale di biliardo artistico,uno spagnolo di cui non ricordo il nome. Passò di mano diverse volte e si trasferì a pochi portoni di distanza dove è ubicato anche adesso.
E De Fazio
2)Nel palazzo Vacchelli, il figlio Giovanni con la Fondazione Vacchelli, e l'Immobiliare IM.MO. SpA, possiede uffici, anche per la
gestione del palazzo, imponente esempio di opera architettonica realizzata in stile bugnato fiorentino fra il 1912 e il 1914
dal Cavalier Eugenio Vacchelli su progetto dell’Architetto Raggi di La Spezia. A piano terra, sull'angolo tra piazza Matteotti
e via Roma, si trovava il Caffè Europa (come scritto nella dicitura sull'angolo, in ferro battuto), io lo frequentavo regolarmente
quando lavoravo all' IMEA, Industria Mobili Eterni Arredamento, di Carlo Vacchelli, (marito e moglie, Carlo (1904-1983 e
Bianca Casoni (1905-1971), riposano in una tomba a pagamento nel cimitero di Turigliano: entrando, subito nella strada a destra,
rialzata di cinque gradini di marmo, in fondo alla strada stessa, c'è una tomba bassa e larga, con del verde attorno).
Prevedo di essere coetaneo del figlio Giovanni che ora vive a Forte dei Marmi, in una traversa di Viale della Repubblica,
quasi prospiciente il bel mare.
il Caffé EUROPA (ora la dicitura, ereditata da altre persone, più avanti verso il semaforo, attualmente da cinque anni a Cristiano
Correggi), aveva un banco di mescita per la lunghezza, (Carrara verso Marina), con dei tavoli all'esterno, appoggiati al muro
(durante l'estate), ed erano aperti anche gli ingressi sulla via Roma, oltre a quelli di piazza Matteotti, già intitolata a Luigi Carlo
Farini (Russi, 22 ottobre 1812 – Quarto, 1º agosto 1866), con nove luci in via Roma: 6 porte e tre finestre, e 3 luci in piazza
Matteotti, con 12 globi copri lampade lattiginosi, visibili attualmente. Soprastante tutte le "luci", una bella antica ed artistica
pensilina in ferro battuto verniciata di nero e sottostanti accessori, compreso l' arrotolamento delle tende in caso di solleone,
(vedi foto allegata, relativa agli anni 1920-30), con la scritta Eugenio Vacchelli Mobili, papà di Carlo. Gli uffici dell' IMEA
erano al primo piano, pubblicità, ufficio spedizioni postali, ufficio offerte e corrispondenza, ufficio amministrativo, direzione,
mentre le spedizione erano al piano terra, interne, con unita la falegnameria per piccole riparazioni.
Da notare anche Palazzo Giampaoli, con bellissime colonne, portali, e sculture in marmo bianco Carrara, la piazza Farini non
ancora asfaltata e neppure piantumata, un vettura tramviaria, due lunghi lampioni e sulla destra alberi rialzati dalla piazza,
ed erano nel giardino del Caffé Nazionale, che l'usava con tavoli per la clientela, che sostavano famiglie a prendere anche un gelato.
Pare che il Caffè Europa nacque nel 1916, sino ad arrivare nel 1932 a Zampolini Alessio, (vedi fotocopia della fattura di
Eugenio Vacchelli, il nonne dell'attuale proprietario Giovanni Vacchelli, che concesse la licenza al figlio, Zampolini Alvisio
che lo tenne sino al 1953 poi lo affittò e quindi lo cedette al figlio Roberto (questi ultimi Zampolini erano dei baristi).
Roberto nel 1964 cedette la licenza a Giovanna Carozzi sposata Lattanzi che nel 1972 chiude definitivamente, (mentre l'UPIM
occupava i locali al piano terra ed al primo piano, già occupati dall' IMEA, ed in seguito dopo varie esposizioni, i locali furono
occupati dal Supermercato Esselunga, occupando anche quelli del Caffé Europa, dove è tuttora nel 2013. Comunque le mura
erano e sono della famiglia Vacchelli, mentre la licenza, cosa diversa, la Carozzi la vendette a Bonuccelli, che a sua volta la gira
a Cristiano Correggi, cinque anni fa, e la possiede ed esercita tuttora, al numero civico 12, della piazza Matteotti.
Nel 1918 la sede centrale della Eugenio Vacchelli era a La Spezia, mentre a Carrara esisteva una filiale, "palazzo proprio" (sic!).
Era luogo di riferimento per appuntamenti di uomini d'affari, dove si poteva incontrare Ugo Mazzucchelli, Caramatti, quello
dell'abbigliamento, giovane intraprendente, il pasticciere Federico Salza, ed anche il genovese Paolo Villaggio (non ancora nel
mondo del cinema), quando lavorava alla Montecatini che si trovava dove attualmente dovrebbe andare il capolinea dell' ATN,
ed abitava al Convitto nella Casa ex Balilla, ed i futuri avvocati, tra cui Alfarano, ed una volta anche Arturo Dazzi, in frettolosa
partenza per Pisa, mentre Nando Dunchi beveva sempre un caffè corretto. Mi incontravo anche con il giornalista Manrico Viti
che seguiva l'IMEA con il dott.Campus, genovese, responsabile ed addetto alla pubblicità. Poi arrivò l'eclettico Valerio Paoletti
(Carrara 28-4-1927 – Carrara 28-12-1998), che prese in mano le relazioni con la clientela, ma rimase per poco, fin quando aprì
in galleria, (costruita nelle fondamenta delle casa Bader, dove c'era la Banca Toscana e il caffè Nazionale, e dei giardini Marchetti
in via Roma, proprio prima di Salza), dove ora c'è Nerbi, nel sotterraneo, una esposizione di oggetti e mobili antichi, prima di
traslocare nella via Mazzini 19, ovvero piazza Matteotti. Lo incontrai a Milano e mi disse che stava cercando di aprire un
negozio di antichità, gli promisi che sarei andato a trovarlo, ma fu una fase fatta e non lo rividi più, se non a Carrara alla giuda
della sua auto antica Citroen, credo del 1947, quindi al suo decesso, alla fine di dicembre 1998.
Eravamo la gioventù del dopoguerra, un po' strampalata, ma molto efficiente ed intraprendente, facendo in continuazione, ed era un
obbligo, la "vasca" di via Roma, avanti ed indietro, (anche se in seguito si è affievolita, perché ognuno ha preso poi la propria strada,
lasciando il posto alle nuove generazioni). Ora Carrara, pomeriggio e sera è quasi deserta, molti uffici si sono spostati verso
Avenza e verso Marina, gli Istituti scolastici a Fossola, molte filiali bancarie hanno chiuso, il Tribunale si è spostato a Massa,
(assieme a quello di Pontremoli), seguirà l'Ospedale unico in via Enrico Fermi a Marina di Massa e la città vive soltanto il mattino
per le poche incombenze comunali, e di altro genere, anche se tentano manifestazioni nella zona storica, per incrementare il flusso
e far si che i commercianti non chiudano la loro attività.
Lucio Benassi Carrara, 20 settembre 2013
2)Effettivamente il giardino di piazza Matteotti (già Farini), aveva un parapetto in rete metallica,
per la sicurezza (poi sostituito con delle ringhiere), mentre il muro di cinta era interrato, ovvero il giardino era
rialzato per tutto il muro che si vede nella fotografia, a scalare verso il Bar, ed aveva due ingressi: uno sulla piazza
Farini, (al centro del muro, e si vede un pilastro), che mediante due/tre scalini si saliva verso il giardino, con relativo
cancello di chiusura, altro all'interno del Bar Nazionale con breve scaletta per uso anche dei camerieri che servivano
al tavolo.
Potete costatare che dopo Palazzo Giampaoli non c'era ancora il palazzo dove oggi c'è la Banca Monte dei Paschi,
all'angolo con la via d'Azeglio e via 7 luglio (già via Garibaldi, quasi di fronte all'ingresso principale del Colombarotto),
dove c'erano case comuni di due/tre piani, quasi fatiscenti, poi abbattute. (noi ragazzini salivamo le scale sino al primo
piano e dalla finestra del ballatoio si poteva vedere l'interno del giardino ricco di alberi, fioriture, serre, piante di frutta
e giardinieri al lavoro, ecc.). Mentre il Colombarato aveva, tutto intorno da via Aronte a via Cavour sino alla Moretta,
un alto muro di cemento, con altri ingressi, agli angoli via Aronte/via Garibaldi, per la servitù, (dove trovavansi
anche gli alloggi e tra via Garibaldi e via Cavour ingresso d'emergenza. Le carrozze entravano dall'ingresso
principale, molto largo per il periodo in riferimento, con cancello artistico di metallo, sorretto da due potenti pilastri con
sopra due grandi vasi in marmo. La carrozze furono poi sostituite da auto.
Tanto per informarvi, essendo, come dichiarate felicemente, una nuova fortunata generazione.
Saluti a tutta la redazione
Lucio Benassi Carrara, 21 settembre 2013