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Fontia

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FONTIA è un villaggio ridente anche se racchiuso tra colline e valli, con una strada provinciale (costruita nel 1885, eminentemente per ragioni militari), che la collega alla sottostante Fossola, quindi al viale XX Settembre, proseguendo per Carrara oppure, al contrario, per Marina di Carrara: abbastanza collegata bene a tutta la provincia. L’altro proseguimento della strada provinciale verso Ortonovo la collega con la provincia di La Spezia.  Si trova all’altezza di 330 metri sul livello del mare (mentre la punta di Santa Lucia è a 380 metri), e possiede una antica piccola chiesa di S.Nicolò con un storico altare policromo in marmi bianco e colorati e due artistiche statue, una di Santa Lucia protettrice del paese e l’altra di S.Nicolò a cui è dedicata la chiesa. Contiene altari e accessori  del ‘700 (preciso che il santo, Nicolò così si scrive, mentre altre pubblicazioni alludono a certo Nicola, oppure Niccolò: infatti nel paese stesso c’è la via S.Nicolò, oltre alla chiesa, che avrebbe necessità di riparazioni urgenti e costose, al momento chiusa da alcuni anni). Venne riconosciuta Parrocchia alla fine del XIV secolo.  L’ 8 dicembre 1442 con atto, stilato nella sacrestia di S.Maria di Sarzana staccava  la chiesa di Fontia dalla parrocchia di S.Martino di Yliolo (Casano) che a sua volta dipendeva dal Capitolo lunense, finché Giacomo Malaspina chiede che le entrate di Fontia venissero finalizzate alla chiesa stessa  e alla parrocchia, ma soltanto nel 1822 passerà al Vicariato di Carrara nella Diocesi di Massa. L’archivio parrocchiale risale al 1645. Le vie sono tappezzate da opere marmoree e maestà votive. In via San Nicoló si trova un bel Crocifisso con le tre Marie piangenti, e poco oltre un rilievo del 1639 raffigurante San Antonio. Lungo le strade del paese si notano molte “formelle”  affisse quasi in ogni casa sopra l’ingresso oppure di fianco ed anche nelle mura laterali e tutte richiamano una immagine sacra con una dicitura sottostante la formella stessa,  anche solo una data oppure un augurio di benedizione per la casa: sono belle ed originali, ne ho contate ben oltre 28.  Gran parte di esse sono dei bassorilievi rappresentanti la Madonna con bambino fatti realizzare dalle famiglie più agiate in segno di devozione, altri sono invece degli stemmi di famiglia.
Altra lapide, in ricordo dell’incendio appiccato dai nazisti il 28 settembre 1944 perché pare sia stato ferito un soldato tedesco, che poi ha scagionato i paesani :


MONUMENTO DELL’INCENDIO DI FONTIA  OFFERTO DA E.MARSELLI
28-9-44  FONTIA  28-9-81

A RICORDO DELLA RAPPRESAGLIA
NAZI FASCISTA
COL FUOCO CHE ARSE LE NOSTRE CASE
ACCENDEMMO LA FIACCOLA DELLA
LIBERTÀ
COL SANGUE DEI NOSTRI MORTI
SCRIVEMMO LA PAROLA
PACE

I nomi più comuni nel borgo sono Casté,  Baccioli, Corsini e Recchi.  Anticamente era tributaria della Rocca di Moneta per quanto riguarda il pagamento di sostanziosi  tributi per essere certi  della difesa fra le mura del Castello, in caso di guerre.  Di bello, il paese,  ha le vedute panoramiche. Piazza Cesare Oberdan è stata ristrutturata nel 2005.  L'intervento ha avuto come oggetto la demolizione della pavimentazione della piazza e di tutte le pertinenze come scale di accesso e rampe che si presentavano in cattivo stato di conservazione e create in tempi successivi con materiali diversi. I lavori sono stati  realizzati utilizzando un accostamento Pietra, forte-Marmo bianco, con degli inserimenti di acciottolato in marmo bianco e Bardiglio dal progettista Geom. Davide Menconi. Nella piazza una lapide che ricorda i fontiesi  periti nella Grande Guerra Mondiale del 1915 - 1918 :


A  RIEVOCAZIONE  DEI  SUOI  FIGLI
CHE  VITTIME  DEL  DOVERE  -  SOTTO  I  CIELI  REDENTI
QUALI  SENTINELLE  AVANZATE
A  PROTEZIONE  DELL’ ITALIA PIU’  GRANDE
DORMONO  IL  SONNO  DEGLI  EROI
F O N T I A
AUSPICI  LE  SOCIETA’
DI  MUTUO  SOCCORSO  E  PUBBLICA  ASSISTENZA
MEMORE  E  RICONOSCENTE
QUI  VOLLE  IMPERITURO  IL  RICORDO
SETTEMBRE  1919


Nel dopoguerra sulla provinciale di asfaltatura neppure a discuterne, mentre  attualmente è tutta asfaltata, da Fontia Santa Lucia e oltre sino alla piazza Alessandro Biggi, proseguendo poi per via Silicani sino al Viale XX Settembre.  A dir la verità, strade che conducono al paese attualmente ce ne sono due: una, dal viale XX Settembre prosegue per la via Milazzo sino alla chiesa, quindi la via Centrale sin dietro il Cimitero, passando per la frazione Còrsi (il fondo valle sotto il Castello di Moneta). L’altra, la via Agricola che da piazza Biggi porta al cimitero di Fossola e proseguono entrambe sulla provinciale o  Strada Nuova per Fontia e  Ortonovo, quindi scende a valle per arrivare all’Aurelia.
Bisogna poi ricordare un parroco, don Dario Fazzi, nativo di Antona in quel di Massa, nominato “priore di Fontia” il 1° giugno 1933: per raggiungere il paese non esistevano servizi, ma a don Dario non facevano paura le salite, c’erano solo le mulattiere, dal Castellaro, lungo via Cavaiola fino a Fontia e Santa Lucia, ed oltre.
Per il lungo periodo trascorso a Fontia, dedicandosi completamente alla popolazione, lavorando da agricoltore, anche se non era un parroco operaio, ma per aiutare chi ne aveva bisogno, si prodigava ovunque, da Fontia a Fossone, sino a Ortonovo, a Fossola, a San Ceccardo e San Luca, e verso tutti colore che le chiedevano un aiuto.
In occasione dell’incendio, quando truppe militari naziste, a seguito di una rappresaglia partigiana, minacciarono di fucilare l’intera popolazione, i testimoni raccontano (esiste un verbale scritto e depositato nell’Archivio Parrocchiale), che appena don Dario vide, quella mattina la mitragliatrice puntata verso i paesani inermi, sprezzante per il pericolo verso la sua persona, apostrofò il comandante tedesco: “cosa fate a questa povera gente? Sono tutti innocenti. Il male che fate a costoro  resterà un’eterna vergogna per la vostra Patria, la Germania”. Il parroco che conosceva la sua gente, disse parole di conforto e impartì la benedizione attendendo il proclamato massacro,  in attesa della fine. Ci fu però una specie di “miracolo” . il tedesco ferito scagionò la popolazione dalla responsabilità dell’accaduto e tutti furono rimandati nelle loro case.  Ma il comando della Wehrmacht, che occupava la villa Biggi di Fossola, dichiarò che a Fontia e nelle vicinanze c’erano troppi partigiani nascosti, per cui fece sgombrare la zona del “Mazaped” (a basso di Fontia e del Monte di Santa Lucia), dichiarando che dovevano abbandonare le case perché avrebbero fatto saltale tutto il “ciop del Mazaped”. Qui non ci fu alcun miracolo, con le mine distrussero tutte le case che dal “Capuralin” vanno fino al Cimitero di Fossola.
Ritornando a don Dario, infaticabile, nel portare conforto ai soldati feriti, tedeschi e americani alloggiati all’interno della Chiesa di Santa Lucia, quando fu cannoneggiata ed i feriti rimasero sepolti sotto le macerie, non esitò a ricomporre quei corpi devastati dall’esplosione, assicurando a tutti la cristiana pietà. Soltanto dopo la fine della guerra si recò a Dusseldorf in Germania ad incontrare i parenti delle persone rimaste schiacciate sotto le macerie della chiesa. Scrisse ai parenti delle vittime americane ed ai comandanti delle divisioni che operarono, tra marzo ed aprile 1945 nella zona di Fontia.
Negli anni cinquanta dovette affrontare anche la ricostruzione delle chiese di Santa Lucia e di quella di Fossone, dedicata al “Cuore Immacolato di Maria”, elargendo a quest’ultima i contributi dei danni di guerra, anche col beneplacito dei superiori, ma chi avrebbe ricostruito la Chiesa di Santa Lucia? Qui, don Dario non cedette ad alcun compromesso, ed accollandosi sacrifici e fatica, con debiti ingenti, si mise all’opera per edificare le due chiese. La prima di Fossone venne terminata nel 1959, mentre il 17 aprile 1966 riaprì al culto la tanto amata chiesa di Santa Lucia.
La sua vita è terminata il 28 maggio 1974, con tutti i conforti religiosi, dopo una lunga sofferenza durata 41 anni sul colle di Fontia dove è stato officiato il funerale alla presenza del vescovo Aldo Forzoni e con ben 52 sacerdoti. La salma riposa nel cimitero di Santa Lucia, nella cappella dei sacerdoti, accanto a quella del predecessore don Giovanni Baudoni, entrambi nativi di Antona.

Parrocchia di SAN NICOLO’

Dall'abitato di Fossola ci si avvia verso Strada Nuova per Fontia, si risalgono le belle colline a vigneti, uliveti e castagneti, ed in breve si giunge a Fontia e al belvedere di Santa Lucia, sino alla torre per le comunicazioni militari con La Spezia, tutta strada asfaltata.
La Chiesa di San Nicolò (costruita nel XIV secolo),  Parrocchia di Fontia, attualmente chiusa per restauri, da circa tre anni: ma è da restaurare tanto all’interno che all’esterno.  Soltanto il Campanile, con la partecipazione dei fontiesi è stato restaurato nel 2005.
L'altare principale realizzato con pregiata fattura, in marmi bianco e colorato con bellissimo ed artistico tabernacolo, con retrostante, una composizione-finestra in vetri colorati,  illuminata in trasparenza, raffigurante San Nicolò da Bari. Una bella balaustra, non molto grande, in marmo bianco chiude il presbiterio. Gli altari laterali, belli anche se in un ambiente piccolo diminuiscono il loro prestigio , sono quelli del Purgatorio e del Suffragio posizionati uno antistante l'altro; sempre in marmi diversi, con nell’ancona un alto rilievo in marmo bianco statuario raffigurante le pene del Purgatorio, il secondo altare con altorilievo della Madonna del Suffragio. Entrambi con due alte colonne in breccia quasi nera. Altro altare minore raffigurante San Antonio da Padova. Il pulpito, semplice e bellissimo in marmo bianco statuario locale, con al centro un bassorilievo e raggiungibile con scaletta interna. Sopra l’ingresso una spaziosa orchestra con un piccolo organo.
Da inizio 2011 l'accesso al sagrato ed all'interno della chiesa sono stati inibiti per pericolo di  distacco di intonaci e crolli. Se non ci saranno interventi urgenti almeno conservativi, gli affreschi,  i marmi dell'altare maggiore e di quelli laterali saranno irrimediabilmente perduti. Sono ben evidenti i danni arrecati agli intonaci da consistenti infiltrazioni d'acqua. Purtroppo i fondi raccolti con estrema difficoltà solo pochi anni fa, sono stati sufficienti solo per il restauro del campanile. In origine soggetta direttamente al Capitolo della Cattedrale lunense, divenne Parrocchia autonoma alla fine del XIV secolo.
Entrò a far parte del Vicariato di Carrara solo nel 1822. L'attuale chiesa, ora intitolata a S. Nicolò da Bari, era dedicata precedentemente alla Vergine Maria come oratorio, mentre la chiesa parrocchiale era situata presso il cimitero e intitolata a Santa Lucia. Prima si usava il termine “pieve” che poi divenne “parrocchia” che deriva dal greco paroikia, e  significa "coloro che abitano intorno”, ed era la comunità raccolta attorno ad un vescovo, (quella che poi si chiamò "diocesi", per indicare diverse “parrocchie” soggette ad un vescovo: infatti ecco la Parrocchia di S. Nicolò da Bari in Fontia di Carrara, che conserva documentazione risalente al 1645. Sono inoltre presenti libri di messe, legati, pratiche di matrimonio e la documentazione prodotta dall'Opera parrocchiale (1809-1888), dalla Compagnia del SS.mo Sacramento (1650 - sec. XIX fine), dalla Compagnia del SS.mo Rosario (sec. XVIII - sec. XX inizi) e dalla Compagnia del Purgatorio e del Suffragio (1796-1887). Ha un ricco archivio dei secoli passati.


Santuario di SANTA LUCIA (ex Oratorio ed ex Parrocchia)

Dal piazzale di Santa Lucia si possono ammirare le Alpi Apuane, scendendo verso tutta la valle del Carrione sino a Marina di Carrara e dalla Marina di Pisa sino a tutto il golfo di La Spezia con Sarzana, Portovenere, l’isola Palmaria, Tino e Tinetto, e l’entroterra alle spalle di Sarzana con tutti i paesi sulle cime delle colline.  Nelle giornate terse si può vedere l’isola Gorgona molto bene,  ed in quelle particolarmente limpide, intravvedere anche la punta nord della Corsica.  Il piazzale aveva grossi cipressi, dove ora ci sono cinque o sei  pini, sui quali i ragazzi si arrampicavano.
Attualmente tutta la zona è cosparsa di molte, ma veramente troppe antenne televisive e di comunicazione, nove alberi in metallo con ciascuno più di venti antenne e  ripetitori di ogni grandezza, che emettono un fastidioso rumore: infatti vicino ci sono soltanto un cimitero e  il Santuario di Santa Lucia.
Il  Santuario, edificato nel  XVII secolo,  fu dapprima pieve del vicino cimitero, poi oratorio ed infine Parrocchia di Fontia, dedicata al culto, un po’ abbandonata e quasi sempre chiusa, con l’investitura a  nuova Parrocchia la Chiesa di San Nicolò. La chiesina fu eretta in parrocchia verso la fine del XIV secolo, slegandola dalla dipendenza dell'oratorio di San Martino a Casano. In un documento del 1475  il marchese di Massa, Giacomo Malaspina prega il capitolo della cattedrale di Sarzana di permettere che le entrate della chiesa stessa  restino nel paese per provvedere alle opere di miglioria sia dell'edificio religioso che della canonica.La parrocchia, trovandosi nel comune di Carrara, passa nel 1822 al Vicariato di Carrara nella neo-costituita Diocesi di Massa.
La chiesa ricostruita, diventata Santuario, trovasi nella stessa  posizione di quella distrutta, con un altare semplice, squadrato in marmo bianco venato, nel presbiterio c’è una balaustra, semplice e lineare in marmo bianco venato con venti colonnine tubolari gialle, pavimento in marmette di circa venti centimetri in brecce di marmo bianco e colorate.  «Abbiamo fatto raccolte di beneficenza, la prima pesca per raccogliere fondi per restaurare la chiesa - racconta una abitante di Fontia - risale al luglio 2007. Abbiamo fatto lotterie, e Alfio Sabadini ha offerto i suoi quadri, per lo scopo. Insomma, ci siamo dati da fare per i lavori».
«Sono stati risistemati i giardini, - spiegano gli abitanti - e sono stati fatti interventi di restauro all’esterno e all’interno dell’edificio della chiesa, e per festeggiare la fine dei lavori, domani, domenica 13 dicembre 2009, ci sarà anche il vescovo, monsignor Eugenio Binini, con  don Alessandro Biancalani, nuovo titolare della Parrocchia (ha anche quella di Fossola, da quando è morto il precedente, tre anni fa),  che ha celebrato la S.Messa.  Alla parete di sinistra è conservato un dipinto di Arturo Dazzi,  raffigurante l' “Angelo della pace”, la statua di Santa Lucia, quella regalata dalla Contessa Domenica Del Medico, nobile della zona, nel 1922, che quando fu cannoneggiata la Chiesa si trovava nella Parrocchia di San Nicolò, per cui si salvò. E’ stata restaurata specialmente nel saio di un celeste-azzurro, sempre dal pittore Sabadini. C’è un’altra statue di Santa Lucia, dietro l’altare, in marmo bianco statuario, ma al momento non si conosce l’autore.
Attualmente il Santuario ha un bel aspetto, tanto esterno che interno, lindo, pulito, accogliente nelle sue cerimonie. Ogni anno  accoglie la visita del Sindaco della città per ricordare la strage, con colleghi di Massa e Montignoso.
Le Sante Messe vengono celebrate la domenica mattina, col rito tradizionale (il celebrante, don Alessandro mostra le spalle dall’unico altare ricostruito).
Il 28 Settembre 1944 venne ucciso un tedesco ed uno rimase ferito, entrambi della Wehrmacht. La chiesa fu distrutta con cannonate sparate da SS dalla Punta Bianca il 16 Aprile 1945 e vi furono uccisi molti soldati tra tedeschi ed americani, tra cui il colonnello John Phelan che comandava la 1a Brigata del 473° Reggimento della 5a Armata americana, e del 370º reggimento fanteria, ora sepolto a New York nella U.S. Military Academya West Point.  Fu posto all’interno della chiesa un ospedale militare, nel crollo morirono nazisti ed americani, in quella sfortunata mattina del 16 aprile 1945. La chiesa fu ricostruita nello stesso sito, col contributo di tutti i fontiesi ed inaugurata il 16 aprile 1965 dall’allora vescovo Carlo Boiardi. Accanto alla Chiesa vi è il cimitero. All'interno di esso, si trova una cappella con le lapidi dei morti fontiesi durante i conflitti mondiali, sia civili che militari. Il cimitero inoltre, è soggetto a vincolo architettonico-monumentale.
Un altro graduato americano di fronte ad un tedesco che teneva le mani dietro la nuca, in segno di resa,  si avvicinò per arrestarlo quando il tedesco che aveva nascosto una bomba a  mano nelle mani, lanciò l’ordigno facendolo esplodere in pieno sul graduato americano che saltò  per aria. A  Fontia, in posizione strategica per la vista su tutta la pianura antistante il mare, vi furono feroci  battaglie poco raccontate e risultò un posto di deposito di molte munizione pronte per la difesa della Linea Gotica.  Il sig. Piero Recchi, circa ottantenne, fontiese, che ora vive a Casano, rammenta una cannonata che colpì  in pieno una donna a Santa Lucia, dove la parte più grande, di ciò che era rimasto, fu una mano. Due ragazzi, all’ingresso del paese, si trastullavano sopra un carro armato, visto per la prima volta. Quando si mise in moto, il più piccolo pose un piede sul cingolo e fu trascinato sotto il mezzo che lo schiacciò, l’altro ragazzo si salvò, mentre l’americano che guidava il carro svenne per l’emozione subita. L’undicenne morto era Marino Corsini, nato nel 1934 e morto nel 1945.  Sempre il signor Rocchi mi conferma che a Santa Lucia venne, per una visita veloce,  anche il Feldmaresciallo Erwin Johannes Rommel per osservare le posizioni d’eventuale difesa delle truppe tedesche, ed anche in quegli anni, si dice che venne direttamene Albert Kesserling, noto generale tedesco, a visionare i lavori sulla linea. Naturalmente queste affermazioni sono tutte da confermare. I tedeschi avevano approntato un bunker nei pressi della chiesa del paese che serviva anche da osservatorio per la direzione del tiro. La casamatta, di importanza militare cruciale, fu neutralizzata dal comandante partigiano Alessandro Brucellaria (1914 - 1998), da tutti conosciuto come il “Memo”, che riposa nel cimitero di Turigliano, ad Avenza, sotto  una grande ed artistica tomba “Il Vento del Ricordo”, in marmo bianco di Carrara, eseguita da Francesco Cremoni. Alla destra della facciata fu posta la sopra riportata lapide e dopo l’ inaugurazione della ricostruzione avvenuta il 19 Aprile 1965 con il Vescovo delle Diocesi di Massa S.E. Mons. Carlo Boiardi.  L’altare, bella scultura settecentesca, venne quasi distrutto, ma i resti non si sa che fine abbiano fatto.
Le due dozzine di colonnine di marmo della ringhiera esterna che nel passato erano state danneggiate nottetempo, anche perché la zona, isolata dal paese di Fontia, era completamente al buio. Per l'occasione la chiesina è stata recentemente restaurata sia all'interno che all'esterno, e la facciata della chiesa ora è illuminata compreso l'area del piazzale che è sorvegliata da alcune videocamere, ed anche transennata. Terminato il lavoro di ristrutturazione il 13 dicembre 2009, i ringraziamenti vanno a tutti coloro che si son prodigati a ristrutturare la chiesina, compreso il pittore Alfio Sabadini che con tanta passione e professionalità ha potuto ripristinare molti angoli della chiesa che si erano sciupati nel tempo passato,  da continue infiltrazioni di acqua piovana.
La statua commemorativa nell’adiacente giardinetto, lato verso il viale, è stata posta il 3 luglio 2011, con la scritta, a basso sul piedistallo :


A  MEMORIA  DEI  SOLDATI  CADUTI
IN  QUESTO  LUOGO  SACRO

mentre sul retro, sempre sul piedistallo :
2011  -  DONO  DI  ALFIO  SABADINI
CON  LA  COLLABORAZIONE  DI
GIUSEPPE  RECCHI
1944 - 45

La storia di questo blocco quasi filiforme, in marmo bianco, è piuttosto complessa. La doveva regalare un comandante tedesco (non si sa se facente parte della compagnia che agì in loco nel 1945), perché avrebbe imposto la statua senza l’autore né il donatore. Poi questo comandante lasciò questo mondo e gli eredi vendettero il piccolo monumento, che si trovava in un laboratorio di lapidei in viale Zaccagna, agli abitanti di Fontia, che con grandi altri sacrifici l’acquistarono e la posarono nel giardinetto antistante l’entrata del Santuario. La sfera posta all’apice fu donata da un fontiese che anche lui decise di rimanere anonimo.
Allora Sabadini con Giuseppe Recchi provvidero alla sistemazione come appare, sempre per “amore Dei”.
Perché i soldati deceduti in questo luogo furono tanti, sconosciuti, tanto tedeschi che americani, italiani e fontiesi, per cui questo piccolo e svettante monumento è un cristiano pensiero a ricordarli, ed a ricordarci che ogni guerra è fatta per creare morte e distruzione.


IN QUESTA CHIESA
SOLDATI
GIA’ DA DIVERSE BANDIERE DIVISI
SI TROVARONO FERITI
E FU SOLLIEVO AL LORO DOLORE
LA FEDE IN CRISTO
CHE IGNORA NEMICI E BATTAGLIE
ED IN ESSA MORIRONO FRATELLI
E  POPOLO  DI  FONTIA
VOLLE
RICOSTRUITA QUESTA CHIESA
AUSPICANDO
UOMINI CHE NON SAPPIANO INCOMPRENSIONE E GUERRE
MA PACE ED AMORE SOLTANTO
15 – 4 – 1945     17 – 4 – 1966

Rinnovata l’ 11 Settembre 2008, alla presenza di molte autorità e del Sindaco di Carrara, e rappresentanti del Sindaco di Massa e  Montignoso, poiché molte parole, logorate dal tempo e dalle intemperie, non si leggevano (in precedenza erano scritte in nero, ora in argento).
Non manca anche la situazione spiacevole dell’invasione di molte antenne su alberi metallici altissimi a carichi di paraboliche, digitali, elettromagnetiche, che sprigionano segnali ritenuti pericolosi alla salute umana. Ci son state riunioni, congressi, incontri tanto con la Arpat di Massa che con i vari Sindaci che si sono avvicendati, con gli Assessori più disparati, ma senza risolvere alcunché.


Alberi di antenne di telecomunicazioni, impiantante a Santa Lucia :
1) - con 31 antenne
2) - con 29 antenne
3) - spostato verso Carrara, con 28 antenne
4) - con  6 antenne
5) - antistante l’ingresso del cimitero, con 25 antenne
6) - di fianco al precedente, verso Fontia, con 10 antenne
7) - dietro agli ultimi due, con 26 antenne
8) - verso Fontia, con 36 antenne
9) - dietro al precedente, con 10 antenne
Inoltre con 5 antenne, un alberello, tra le mura del cimitero e il
nord della chiesa.
Per un totale di ben 206 antenne (totale a difetto, perché ci sono altre antenne
disseminale per terra, che non si capisce se sono attive o meno).

Immagine chiesa Santa Lucia anni passati
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Crediti

Lucio Benassi     Carrara, 15 giugno 2013

BIBLIOGRAFIA     per Fontia:
1) - http://fontia.jimdo.com/curiosità/bunker/
http://fontia.jimdo.com/cenni-di-storia-in-immagini/fontia-paese/
http://it.wikipedia.org/wiki/Fontia
http://it.msn.com/?ar=3&bs=0 Sito di Ferruccio Giovanetti e Roberto Meroni http://fontia.jimdo.com/opere-murali-marmoree/#                                                       - Renato Bruschi, nella breve biografia di don Dario Fazzi

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