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Azienda Milani

Vini e cibi da Oscar
“ VINI E MANGIARI DELLA NOSTRA TERRA … E NON SOLO”
AZIENDA AGRICOLA EREDI ELVIRA MILANI UNA ANTICA FAMIGLIA DI VIGNAIOLI DEL CANDIA DEI COLLI APUANI
Ci troviamo a Carrara per raccontarvi la storia dell’Azienda Agricola Eredi Elvira Milani, che ha contribuito fattivamente ai successi del Candia dei Colli Apuani e del suo vino bianco, Fortepiano, prodotto mirabilmente e con amore. La vigna e’ situata sulle pendici della Collina di Stabbio, fra la Valle del Carrione ed il Castello di Moneta, che con i suoi 200 metri d’altezza sul livello del mare, domina la citta’ di Carrara in uno spettacolo della natura veramente  incomparabile. Il podere e’ esposto a Sud-Est,  e quindi, i raggi del sole contribuiscono’ ad una perfetta maturazione delle uve.  Verso Est, lo sguardo si posa sulle maestose Cave di marmo bianco di Carrara e, se si volgono gli occhi, lentamente, verso Ovest, si incontra la immensa distesa azzurra del mare.
L’Azienda Eredi Elvira Milani si estende per circa nove ettari e la superfice coltivata a viti e’ di circa 3,5 ha. I terrazzamenti (le piane) impediscono la lavorazione meccanizzata e costringono i vignaioli a notevoli fatiche, dovendo essi effettuare manualmente tutte le pratiche.
Il capostipite e’ Giovanni Milani, diplomato a Siena, descritto come un bell’uomo intelligente, abituato a frequentare i salotti piu’ raffinati della citta’ e della Versilia, ma anche a lavorare sodo. Egli gestisce una segheria ed un’azienda di trasporto con barrocci, trainati da cavalli, che caricano i marmi alle cave e li fanno arrivare sia alle segherie del “piano” sia ai navicelli,. Sono questi dei piccoli velieri, sui quali il marmo, partendo da Carrara o da Viareggio, giunge in tutti i porti d’Italia ed in ogni parte del Mediterraneo.
Giovanni Milani e’ un uomo dotato di un ingegno vivo e capacita’ che ora chiameremmo manageriali. E’ tra i primissimi a pensare la produzione vini non per autoconsumo ma per la vendita. Egli capisce che il vino bianco, prodotto nei terreni di Stabbio, con il suo bel colore dorato, un ottimo gusto, e la sua scia stupenda di dolce, si beve bene e puo’ essere venduto non solo alle locali osterie ma anche ai marinai dei suddetti navicelli. E’, infatti, noto che quasi tutti i marina amano piu’ il vino che l’acqua.
Alla meta’ degli anni ’20, la famiglia acquista dei terreni a Stabbio e da’ inizio alla produzione ed alla commercializzazione del vino su vasta scala. Tale tipologia di vino viene, infatti, richiesta dalla miriade di cantine, sparse sia a Carrara che  a Massa ,  sia  “ai monti” che nei vicinali: i Milani le rifornivano adeguatamente.
In mancanza di luoghi e di attivita’ di puro svago la cantina divenne un vero e proprio luogo d’incontro ed occasione “sociale”. Addirittura vi si effettuava spesso la consegna delle paghe agli operati; in essa, tra un bicchiere di buon vino  e baccala’ in frittella o marinato, si trattavano affari e si dibattevano importanti problemi politici o culturali. Li’ si cercava di spegnere una sete insaziabile e si dice che i lizzatori la facessero da padroni. E nella cantina pure si cantava. Nel 1895, curiosamente, la Giunta Progressista favori’, dandone notizia con un pubblico manifesto, l’apertura di ben 365 cantine, una per ogni giorno”.I nomi erano: Da La Rusina, Da La Mine’, Da Vito’, e piu’ di recente Da’L Punzachin, o  da Saine’, ecc.
Tutto va avanti a gonfie vele, finche’ arriva la terribile crisi del 1929, con le note conseguenze disastrose. Infatti, le esportazioni di marmo precipitano con la conseguente chiusura di molte segherie ed il fallimento di molte altre, anche quelle storiche, che sembravano piu’ forti.
Pure la Famiglia Milani ne e’ duramente colpita ed e’ costretta  a chiudere la attivita’ di trasporto venendo cosi’ meno le condizioni per investire nel vino. La vita comunque va avanti. Il discorso della vigna, temporaneamente accantonato, si riapre alla fine della 2^ Guerra Mondiale, quando Giovanni e la moglie Renata Carletti decidono di rimettere mano ai vigneti di Stabbio. Ma la collina dei Milani  e’ incolta e devastata. Di lì passava, infatti, il fronte di combattimento e l’esercito tedesco ha fortificato quella zona con cemento  armato, bunker e nidi per le mitragliatrici. Le piante di vite, il bosco, le case, le cantine e le stalle sono  state rase al suolo con lo scopo di difendere al meglio la sede del comando germanico, insediatosi lì vicino. Ed allora Giovanni e Renata, forti del loro carattere, si rimboccano le maniche e faticosamente, ma progressivamente, rimettono tutto a posto. Comprano il crinale del colle che diventa, cosi’, interamente di proprieta’ della famiglia. Poi ristrutturano la casa padronale e l’azienda agricola dotandola di nuove attrezzature e rete elettrica.  La produzione arriva a 70 ettolitri (130 damigiane) di vino di buona qualita’ ed assai ambito e richiesto dal mercato locale e continua ad aumentare.
Nel ’68 Renata, seguendo la dolorosa sorte del coniuge muore e sua figlia Elvira, detta Viretta, assume la gestione della vigna e delle attivita’ commerciali. Negli anni 60-70 i Milani continuano a vendere bene il loro vino in damigiane alle numerose cantine locali ed a privati: la domanda e’ ancora alta ed il prodotto assai apprezzato.  Viretta si alza  all’alba, va alla vigna fino a meta’ mattina, poi raggiunge la segheria di marmo e, la  sera, fa le faccende di casa  prendendosi cura dei tre figli.
Nel finire degli anni ’90, Maria Paola e Giuseppe affiancano la mamma Elvira. Maria Paola, aiutata dal bravissimo enologo Giorgio Baccigalupi, cura la cantina; Giuseppe dirige i lavori sul terreno e Viretta segue, soprattutto, la parte amministrativa. Entrambi i figli si occupano anche della vigna. E si fanno gli investimenti necessari. Si decide, cioe’, di costruire una strada sterrata nel podere per facilitare i lavori e la vendemmia; di aderire al Consorzio del Candia dei Colli Apuani; di allestire una linea di imbottigliamento di una parte della produzione vinicola. Nascono cosi’ il Fortepiano Bianco Candia dei Colli Apuani Doc, il Vermentino IGT in purezza, il Rubecchio Rosso IGT Candia dei Colli Apuani, riscoprendo vitigni antichi della tradizione carrarina, quali Vermentino nero, Bracciola, Moscato d’Amburgo. ed infine il Vino amabile.
Il Fortepiano dell’annata 2011 (ottenuto da uve Vermentino 80%, con Albarola, Trebbiano toscano e Malvasia lunga bianca), gradi 13, all’occhio si presenta molto limpido, con un giallo paglierino luminoso; al naso e’ intenso con profumi di fiori e di frutta, individuati in ginestra, pesca bianca, mela matura; in bocca e’ secco e con una buona morbidezza, contrastata da una sapidita’ viva; si avvertono, inoltre, sapori di pesca bianca, mela matura, mandorla; il finale e’ un fruttato buono, seguito da un saporito (quasi salato) e di mandorla amara, che pero’ non disturba.
Il Vino si accompagna bene, per esempio, con il lardo di Colonnata, le torte di verdure, primi piatti a base di pesce o al pesto, fritture di pesce,  crostacei… e non solo.
Il nipote Giovanni e’ titolare di un avviatissimo bar nel centro di Carrara, nel quale, oltre ad un caffe’ di ottima qualita’, si possono degustare tutti gli ottimi vini della famiglia.
La storia non avrebbe potuto finire meglio di cosi’. Salute, cari amici!

EREDI ELVIRA MILANI  Via Elisa, 4  54033 Carrara
www.milanielvira.it

Oscar Bernardini Sommelier … di lungo sorso.
Carrara 4 febbraio 2015
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