Purtroppo ieri ho dato l’ultimo saluto al “Nas,” all’anagrafe Marcello, amico da sempre. Persona squisita, che ha saputo cambiare le sorti della sua vita, cominciata in salita. Nei primi anni cinquanta, due spaventatissimi bambini, infagottati in un triste grembiulino nero, con un colletto di celluloide bianca, chiuso da un nastro azzurro, furono messi quasi a forza in uno scassatissimo banco di legno, di una prima elementare. Facendo sforzi titanici per non piangere, cominciammo inconsapevolmente quella che sarebbe stata un’amicizia, che sarebbe durata tutta la vita.
Il mio amico Nas
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