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Sorgenti del Caprione

Caprione
Sorgente Redarca
29 Aprile 2018- 2018.
La zona di Redarca è  un'area carsica di notevole interesse storico-archeologico  situata tra la Serra di Lerici e la Rocchetta sul promontorio del Caprione e precisamente sui monti Branzi. Prende il nome dal torrente che la attraversa, infatti la parola Redarca deriva dal latino "rivus de aqua".
Si tratta di un corso d'acqua molto antico alle cui acque furono attribuiti poteri purificatori e terapeutici. Pare che già  l'antico popolo dei Liguri Apuani ne sfruttasse le acque, che venivano considerate sacre, per riti propiziatori alla fecondazione di giovani donne. Riti che si svolgevano per lo più durante il solstizio d'estate in modo da garantire la nascita di bambini durante un periodo che non fosse troppo freddo e che quindi ne aumentasse le probabilità di sopravvivenza. La nascita, che doveva avvenire dopo 10 lunazioni, avveniva quindi ad Aprile e il bambino arrivava così al primo freddo già svezzato.

Dove si trova.
Sulla statale che sale dalla Serra verso Rocchetta ad un tornate sulla sinistra troviamo un masso su cui è inciso il nome della località: REDARCA .
Di lì sempre sulla  destra  parte il sentiero che sale tra le poche case, lasciatosi alle spalle la penultima abitazione sulla destra della vallata troviamo una grossa quercia e li si scende verso il canalone. Dopo 5 minuti si arriva alla sorgente. Continuando a salire per circa 30 metri troviamo una grotta carsica. Arrivati in questa valle è facile lasciarsi prendere dalla fantasia e lasciare libera l'immaginazione, noi abbiamo avuto la netta sensazione che quello fosse un luogo molto antico e di importanza sacra per i Liguri Apuani.
La grande pietra tagliata posta all’ estremità della radura ricorda un enorme bocca aperta ed  è rivolta verso la sorgente e il sole che sorge. Sulla sua superficie sono presenti  segni  e fori che varrebbe la pena analizzare.
Poco sotto la radura si trova un’ altra enorme pietra ricoperta da muschi verdi, che è sorretta da resti di un muretto a secco, mentre la grande pietra nella parte esposta ovest presenta un ampio foro alquanto strano. Un altro elemento che fa pensare ad un area di notevole importanza  è la presenza di resti di un' edificio costruito con pietre locali a secco nei pressi della sorgente.  La sua forma circolare ricorda un cavaneo di notevoli dimensioni oppure visto la stretta vicinanza con la sorgente e che il suo interno è intonacato con argilla rossa, potremmo supporre che un tempo fosse una sauna oppure una cisterna per raccogliere l’acqua. Salendo ancora poche decine di metri sopra la sorgente si arriva ad una cavità carsica che scende verso le viscere della terra, ovviamente non essendo attrezzati e del mestiere noi ci siamo fermati all'ingresso.
 
Rimettiamo un link che mostra il suo interno esplorato dagli speleologi.
 
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi informazione al riguardo, gli interessati  possono mettersi in contatto con la redazione scrivendo a info@carraraonline.com
Sorgente della Fata
Sorgente della Fata
Ciao Amici, oggi andiamo a scoprire una bellezza incontaminata del nostro territorio e precisamente vi portiamo a vedere la Sorgente della Fada o della fata sul monte Caprione (a soli pochi km da Marina) un luogo venerato dai nostri antenati, i Liguri Apuani.
Per mantenere inalterata la magia del luogo e per la sua PERICOLOSITA’ nel raggiungerla abbiamo scelto di non rivelarne l’ubicazione esatta.

Dopo aver risalito il piccolo torrente per circa venti minuti arriviamo alla cascata della Fada o fata, l’ambiente è straordinariamente bello, tra liane e rigogliose selve si sente la voce del vento sussurrare nel canalone. Il torrente con la sua acqua calcarea ha creato delle conformazioni rocciose di calcio dalle forme incredibili e dove l’acqua scorre lentamente ha depositato delle piccole barriere creando delle pozze semicircolari a forma di piccole piscine dall’acqua cristallina. Continuiamo a salire tra antiche rocce, pareti verticali e costoni franati, dove enormi piante mostrano possenti radici scoperte ancorate al terreno quasi non volessero lasciarsi cadere nel vuoto ma continuare a rimanere saldamente aggrappate al loro mondo, al loro regno incontaminato, alla vita. Salendo ancora arriviamo alla cascata, un salto vigoroso di circa trenta metri tra muschi verdi e rocce, il fragore, gli spruzzi e le goccioline creano un paesaggio fiabesco da rimaner senza parole. Dopo aver scattato le foto, continuiamo a salire fino alla vecchia sorgente che viene detta romana ma che in realtà era già sfruttata in precedenza dai nostri antenati:  i Liguri Apuani. In questo luogo si dice nascessero i bambini, si tratta di una credenza che però potrebbe nascondere la pratica di antichi riti legati al culto della fecondità dovuta alle proprietà dell’acqua. Il nome Fonte Fada (Fonte della Fata) deriva proprio da lontano, si narra che l’entrata al buco delle Fate fosse vigilato da guardie romane armate che acconsentivano l’accesso solo alle donne che andavano ad immergersi nude nell'acqua pura e sacra del lago scavato tra le rocce. In prossimità della fonte c'è uno spazio circolare, sul lato destro troviamo una grotta molto interessante, mentre sulla nostra sinistra si trova l’accesso alla sorgente. Noi oggi decidiamo di entrare nell’apertura in mattoni che conduce all’origine della sorgente : il camminamento angusto e buio è ricavato dentro il monte dalle parteti di portoro. E' stretto ma per i primi venti metri ci permette di camminare in posizione eretta. Avanziamo affascinati sotto il fascio della torcia che spartisce le tenebre della grotta, dopo questo tratto il passaggio ha un’altezza di circa 80 cm, proseguiamo a carponi per sette metri. Oltrepassato questo sbasso il cunicolo roccioso si rialza e continua per altri venti metri circa e li davanti a noi ora sulla parete destra troviamo un enorme stalattite. Poco più avanti troviamo il punto più basso, qui l’altezza dal suolo e di circa 60 / 70 cm e il piccolo passaggio è invaso dall’ acqua che come ci fa supporre l'ispezione fatta colla torcia, tracima dal lago. Purtroppo non essendo attrezzati ci dobbiamo fermare in questo punto, ma la nostra sfida continua.
PierBin – 26 Maggio 2018

Detesto ripetermi nei ringraziamenti ma è doveroso, non posso dimenticare Aine, per le numerose informazioni e le ricerche storiche.
Grazie infinite Aine.

N.B
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