Chiesa di S G Battista Fossola - carraraonline.com

Vai ai contenuti

Chiesa di S G Battista Fossola

Chiese > Carrara

Per  la  CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA in Fossola, ricca di cimeli provenienti dalla omonima chiesa di Moneta,  fu decisa la costruzione il 23 marzo 1783, con rogito del notaro Domenico Maria Rossi come riportato nello scritto di certo  Gio Puntelli  (nella grafia originale) :

Con l’aiuto finanziario di Maria Teresa Duchessa di Massa e Principessa di Carrara, quindi della figlia Maria Beatrice che nel 1794 offrì, per il compimento dell’opera, 100 zecchini d’oro. Sotto la prima pietra, al centro delle fondamenta del coro, fu murata una medaglia d’oro con l’effige di Maria Teresa, che costò 105 zecchini  d’oro carraresi. Il progetto fu elaborato dall’architetto Giovanni Matteo Scalabrini di Carrara, e le maestranze furono guidate da un milanese. Solo nel 1801 il titolo parrocchiale fu trasferito da Moneta a Fossola. La chiesa di Moneta divenne  oratorio quindi fu pian piano abbandonata, ed andò distrutta dall’incuria degli uomini e del tempo. Rimaneva nella Rocca un altro oratorio, quello di Santa Maria. L’altare maggiore di Moneta fu smontato ed  ivi  ricostruito, con la porticina d’argento del tabernacolo. Tra il 1823 e il 1829 furono trasferiti gli altari di Sant’Isidoro e del Suffragio, mentre l’altare della Madonna fu venduto e quello     che si trova attualmente nella chiesa fu iniziato nel 1851. Quello di Sant’Antonio   con le colonne laterali, fu pagato e donato dai fedeli  Agostino Pisani e Giuseppe Puntelli  nel 1829. Così  Sant’Isidoro Agricola divenne patrono della Chiesa di Fossola.
Entrando nella chiesa dall’ingresso principale, si possono osservare,
- Acquasantiera del 1700 ed il suo pregio consiste nella lavorazione artigianale che esalta l’armonia delle forme, stipite floreale in marmo del ‘500, proveniente da Moneta, che conduceva alla soprastante orchestra con l’organo del 1858 costruito dall’artista pistoiese Nicomede Agati, in legno verde e oro, con 29 canne, tastiera di bosso ed ebano con 50 tasti e pedaliera di 19 pedali, con mantice a  lanterna.  C’è  una lapide subito a sinistra dell’ingresso, proveniente da Moneta, che rammenta in latino  “Pietro Bernardo Pisani,  pubblico notaio in Carrara,  morto il 20 Marzo del 1855,  dopo una vita integerrima  di 71 anni.  I fratelli  Iacopo e  Giovanni posero nel 1860” : probabilmente erano i figli o qualche parente (I Pisani erano una famiglia proveniente da Moneta).


Sul lato destro guardando l’altare maggiore, troviamo l’altare del Purgatorio del ‘600, con tabernacolo del ‘700,  già nella chiesa di Moneta, con nell’ancona raffigurata la Vergine del Suffragio con San Giovanni ed un angelo che accoglie anime purganti e nel timpano la scritta ”Privilegiatum Pro Defuntis”
- Segue il confessionale settecentesco,  anche quello proveniente da Moneta, datato 1722  in caratteri romani (MDCCXXII, al momento della posa a Moneta), in marmo bianco, nero e bordeaux, finemente intarsiato e lavorato naturalmente a mano.
- Quindi l’altare  di Sant’Isidoro con bellissimo altorilievo nell’ancona, del 1711,  di Giovanni Antonio Carusi rappresentante S.Isidoro Agricola, patrono della chiesa, nel miracolo della fonte.  Il tabernacolo settecentesco proviene anch’esso da Moneta.  
- Sul lato sinistro:L’altare di S.Antonio abbastanza moderno, con marmi intarsiati e colonne nere bellissime, donato da certo Georgius Berring Nicoli  (industriale che viveva nella sua casa, “Villa Casa Mia” sul viale XX Settembre, tra lo Stadio e la Gildona), nel 1927.     Fu anche fondatore e presidente del primo Automobil Club    di Carrara, nel 1925,  assieme al vice presidente Bernardo Fabbricotti. Infatti alla base della colonna di sinistra, sta scritto:


- Altro confessionale, datato 1710 in caratteri arabi, con una scala laterale  probabilmente formata da ex mensole, che porta al pulpito soprastante a creare un corpo unico col confessionale,  e con gli stessi  marmi a colori intarsiati di quello di destra.   In bassorilievo la figura del Redentore, con la scritta  “Praedicate Evangelium” (Proclamate, o “Predicate il Vangelo”).
- Segue l’altare della Madonna del Rosario, anche questo in stile moderno, perché l’originale fu venduto il 2 Agosto 1829 ai signori Vincenzo Mugnaini e Gio  Battista  Benedetti.  Il tabernacolo del ‘700 con porticina in argento provengono da Moneta.  Nell’inquadratura un’opera d’ignoto del ‘600  raffigurante la Vergine con S.Domenico e S.Caterina da Siena,  mentre in basso è dipinto il Castello e due chiesette di Moneta (l’oratorio di Santa Maria e quella di San Giovanni Battista). - Due arcangeli ai lati dell’altare,  San Michele  e  San Gabriele.
- I quattro altari, oltre a possedere pregevoli altorilievi o pitture, ciascuno possiede due bellissime colonne marmoree, di vari colori e  tipi di marmo, bianco massiccio compreso.  Il più bello e lavorato è certamente quello di Sant’Isidoro, che sembra un ricamo prezioso.
- Lungo le pareti quadri della Via Crucis, opera apprezzabile di sconosciuti autori del ‘600/’700. Sul pavimento numerose ed antiche lapidi tombali.
- Chiesa ad una sola navata come tutte le altre chiese dell’epoca a Carrara, escluso il Duomo. La chiesa di Marina ha aggiunto in seguito le due navate laterali, credo nel 1930 da Domenico Zaccagna quando la ristrutturò, campanile compreso.
- Nel presbiterio, nei muri laterali all’altare maggiore, due tabernacoli in marmi colorati, con teste di angelo, provenienti da Moneta, che contengono l’olio santo, con la scritta  OLEOM INFIRMORUM l’uno, mentre l’altro  INTER NATOS MULIERUM.
- Dietro l’altare maggiore, nel coro, scranni in legno tutto intorno alle pareti.  Posto in alto, un’ancona commissionata nel 1545 a Francesco del Mastro, scultore carrarino,    (di Miseglia)  rappresentante la Vergine con Bambino nudo  e  Croce soprastante, ed ai lati di questa Croce, sempre sulla paraste, due statuette  una della Vergine Addolorata e l’altra di San Giovanni Evangelista, entrambe scolpite in marmo, ed a sinistra guardando nell’ancona,  S.Giovanni Battista ed a destra Sant’Andrea con la croce,  alla base la scritta,


Mentre ai lati ancora due bassorilievi più piccoli, del 1547, con S.Terenzo e  S.Rocco. (queste due statuette sono attribuite al nipote di Francesco,  Bernardino del Mastro, che era anche garante dello zio nel portare a termine l’opera).
- Questa  predella appare incompiuta. Quasi al centro è raffigurata l’Annunciazione, ai lati le immagini di Sant’Apollonia e Santa Lucia, ed entro un tondo incavato San Pietro, tutti a mezzo busto. San Pietro è stato posto in questo cerchio perché, secondo l’ordinativo a Francesco del Mastro, doveva sostituire Sant’Andrea. Anche queste sculture provengono dal Castello di Moneta.  Infatti, nelle  “Memorie Biografiche”   di G.Campori, 1873, Forni Edit.Bologna, viene riportata la seguente biografia su         “DEL MASTRO Francesco,  di Gio.Battista  sunnominato,  carrarese – sculptor  statuarius –  promette agli operai della chiesa di Miseglia  di scolpire tre figure in marmo, una rappresentante la B.V. col figlio in braccio, l’altra S.Pietro, la terza S.Gio.Battista. Questa notizia ci è data da un rogito  del notaio Berettari del 14 febbraio 1545”
- Sempre dal presbiterio dell’altare maggiore si entra nell’Oratorio dell’Assunzione, a sinistra dell’entrata due iscrizioni in latino antico. Ecco la traduzione di una :



(Nella traduzione, l’anno in caratteri romani corrisponde al 1730,  il TAUMATURGO sarebbe Sant’Antonio da Padova, mentre il PRECURSORE sarebbe San Giovanni Battista.  L’INSIGNE PIETA’ corrisponde al senso religioso ed  A PERPETUO MEMORIA DELLA COSA, significa che posero questa lapide a ricordo della donazione delle reliquie).
- Una seconda lapide che inizia con l’iscrizione “IO ANT. THADDEI A  MONETA ecc.” datata MDCI, (ovvero 1601, che riporta una serie di dati riguardanti atti notarili e donazioni dal 1530 al 1561, ma l’interpretazione è molto difficile per le  numerose abbreviazioni  e  per i simboli usati), entrambe provenienti dalla Chiesa di Moneta.
- Nell’altare dell’Oratorio dell’Assunzione, opera del settecento,  con  nell’ancona  una pittura che riproduce Maria Santissima ovvero l’Assunta con ai  piedi  S.Lucia e  S.Teodata  e con tabernacolo del ‘500.
- Guardando l’altare, sulla sinistra lapide del ‘400 rappresentante S.Giovanni in atto di battezzare Gesù, con sottostante  fonte battesimale, tutto in marmo bianco massiccio proveniente da Moneta, con la dicitura:
PIETRO DEI PISANI E GENTILE DELLA VERDINA CONSOLI
DI  MONETA FECIT FIERI A.D.  MDLXVIIII

e con sopra una graziosa statuetta di S.Giovanni Battista,  in marmo bianco.
- Sulla parte destra si nota la pietra tombale del conte Francesco Antonio Del Medico, morto a 86 anni con l’esplicita richiesta di essere sepolto in questa chiesa della quale aveva posto la prima pietra nel lontano 1783.  Infatti nella scritta in lingua latina vengono evidenziate le sue imprese di comandante in Britannia e  in Gallia e citate le cariche avute a  Carrara.  Morì il 13 Maggio 1813.
- Il sottostante fonte battesimale abbastanza recente e di forma ottagonale, anche questo in marmo massiccio, con cupola in legno che ricorda nel disegno il motivo marmoreo dell’altro fonte proveniente da Moneta, offerto come riferisce la dicitura :
PAOLO e ADRIA CONIUGI TRISCORNIA
DONARONO ALLA CHIESA DI FOSSOLA L’ANNO 1918

- Sempre all’interno dell’Oratorio troviamo una statua di San Giovanni in marmo di circa 90 centimetri, ma l’autore non è chiaro nel sottostante piedistallo (forse Giovanni Antonio Carusi nel 1671, voluta dal priore Giovanni Francesco Pisani), ed altra statua  in gesso,  della Madonna del Rosario con Bambino, entrambi incoronati, che un tempo ed attualmente si porta in processione lungo la via Centrale, via Magenta, via Agricola, piazza A.Biggi e rientro per via Marselli.
- Una antica epigrafe, proveniente dalla chiesa di San Giovanni di Moneta, è stata murata sopra l’ingresso della sacrestia, ed è un vero cimelio quasi rettangolare in marmo, con la base a volute e umbonata al centro, di circa 75 x 54 centimetri, con la seguente scritta, piena di abbreviazioni, tradotta dal latino antico:
Illustrissimo e Reverendissimo Signore e Padre                                                                 Ambrogio Viola Vescovo di Lacedonia, consacrò questa Santa Chiesa a San Giovanni Battista della città fortificata di Moneta, su autorizzazione del Reverendissimo Priore  Santo Frediani ordinario della Diocesi di Carrara, su licenza del Priore Costantino Pisani, Presbitero in carica.  Il giorno 11 Aprile, nell’anno del Signore 165.
Scritto Originale :
ILL.MVS  ET,  Rs.MVS  DNVS,  ET PR  AMBROSIVS
VIOLA  EPVS  LAQVEDONENSIS  ECCLE
SIA  HANC  S.I  IOIS.  BAPTAE  OPPIDI  MONE
TAE  DE  LICENTIA  R.MI  PRIORIS  S.I  FRIDIA
NI  ORDINARII  CARRARIAE  NVLL  DIOEC
CONSECRAVIT  CONSTANTINO  PISANIO
RECTORE  EXIGENTE  DIE  XI  APLIS
ANNO  DNI  CIƆ IƆCLI

La data in latino antico  :  CIƆ IƆCLI corrisponde in latino moderno al  1651   Come avverbi numerali  : milies, quingentis, centies, quinquagies, decies, semel                 .                                           1000         500           100            50              10         1         oppure,   nei  cardinali  :   mille  quingenti  centum quinquaginta decem  unus
Traduzione inedita, mentre la ricostruzione latina è  del prof.Mariano Lallai.
(Il vescovo di Lacedonia  in prov. di Avellino, Ambrogio Viola, era nativo di  Ortonovo  e proprio  verso la fine del’anno 1651 morì: in tempo per consacrare la chiesa di Moneta)
Uscendo dall’Oratorio, a destra il Campanile: opera a base quadrata e remota che dopo la costruzione della chiesa venne sopraelevato, quindi restaurato nel 1997 e    con alcune campane provenienti dalla chiesa dismessa di Moneta, altre fuse sulla piazza antistante nel 1879.   All’ingresso è stata posta la seguente iscrizione su marmo:             Resisti vecchio campanile  affinché il suono delle  tue melodiose campane venga ancora udito lontano nel tempo.
G.C.  A.D. 1997
(G.C. corrisponde a Giorgio Cipollini)
La chiesa di Fossola, dedicata a S.Giovanni Battista, come pure quella di Moneta, che recava sul pavimento la data 1709, ancora con un ultimo relitto: un portale marmoreo del 1700, che non si può vedere attualmente,  perché l’accesso è sbarrato,  presumibilmente per la costruzione della strada sottostante  (ma tale portale risulta "sparito"). Anche il ponte lavatoio  mancante, impedisce di  accedere alla parte interna della Rocca.
All’esterno della chiesa di Fossola, sulla facciata, riporta la scritta:
HIC-DOMUS-DEI-ET-PORTA-COELI
ANNO – DOMINI  MCMXXVI
Ovvero,  1926 che è l’anno del primo restauro, eseguito dall’architetto Sanguinetti, mentre il secondo restauro fu eseguito nel 1996  perché resa  inagibile per la caduta della volta. Il campanile è stato restaurato nel 1997.La suddetta scritta è affiancata da due belle grandi statue,  una di S.Giovanni Battista  e l’altra  di  S. Isidoro Agricola.

Lucio BENASSI Carrara, 22 aprile 2013

BIBLIOGRAFIA
Lucio Benassi - "FOSSOLA" - Ediz. .S.E.A. Carrara, 2009

In questa sezione trovi
Since 2004
Da un'idea di PierBin
Torna ai contenuti