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25 Aprile

1944 Il fronte
25 aprile, festa o ricorrenza?
Probabilmente, molti giovani non conoscono neppure il motivo della festa del 25 aprile. Prima di tutto andrebbe puntualizzato che chiamare "festa" questa ricorrenza, mi pare quantomeno azzardato, non perchè non approvi quello che è successo in quel giorno, tutt'altro, ma solamente perché in quei tristi e luttuosi avvenimenti, erano coinvolti altri italiani, in uno scontro fratricida che purtroppo andrà avanti per decenni, anche dopo la fine delle ostilità. Ma andiamo con ordine. Il 10 giugno 1940, Benito Mussolini, al tempo Presidente del Consiglio del Governo italiano, fa consegnare agli ambasciatori di Francia e Inghilterra, la dichiarazione di guerra. Oggi documenti, e testimonianze di persone a lui vicine, ci dicono che questa non fu una decisione presa alla leggera, anzi! Il Duce sapeva benissimo che il Regio Esercito Italiano, non era in grado, ne come logistica, ne come armamenti, di impegnarsi in una guerra, e sopratutto, pare, che fosse anche a conoscenza della scarsissima preparazione militare dei comandanti, diventati tali, non per capacità individuali, ma per antico retaggio di una classe nobile, ormai in declino. A suffragio della sua contrarietà ad entrare in guerra, vi è anche una dichiarazione di neutralità, approvata dal Consiglio dei Ministri Italiano in data 10 settembre 1939. Perchè dunque, si è impelagato in un'impresa che, oltre a portare all'Italia morte e distruzione, fu la causa del suo declino politico e della sua morte? Gli storici azzardano tre ipotesi, anche se, probabilmente la verità vera non sarà mai conosciuta. La prima è quella che vedendo la devastante potenza militare dell'alleato tedesco, travolgere gli eserciti europei con irrisoria facilità, abbia pensato che al momento della spartizione del bottino di guerra, ossia i territori, a l'Italia non sarebbe toccato nulla. La seconda dice che fu Adolf Hitler, suo alleato, a ventilare l'ipotesi che, se l'Italia fosse rimasta neutrale, sarebbe stato possibile che l'esercito tedesco invadesse l'intero territorio Nazionale, facendo decadere il Governo da lui presieduto. La terza, è la più misteriosa. Si ha la certezza storica che Benito Mussolini, e Winston Churchill, ebbero un fitto scambio di lettere, questo prima, ma anche dopo l'entrata in guerra dell'Italia. Cosa contenessero quelle lettere non è dato sapere, ma certamente qualcosa di molto compromettente per l'Inghilterra, tanto che i suoi servizi segreti, guidati proprio da Churchill,ufficialmente in vacanza sotto falso nome, tornarono in Italia a un mese dalla fine della guerra per "ricomprare" non si sa bene da chi, il corposo pacchetto di missive. Qualcuno ipotizza che lo statista inglese, convinse il Duce ad entrare in guerra, per poter usare l'Italia, come "ventre molle" per una futura invasione, in cambio di alcuni possedimenti coloniali. Ben conscio della sua debolezza militare, e finanziaria, e la totale mancanza delle materie prime essenziali, come carbone, petrolio, e acciaio, Mussolini, sperò in una guerra lampo, quindi adottò una strategia di attesa. Fece presidiare il versante occidentale delle Alpi, con l'intenzione di attaccare la Francia che credeva ormai al collasso, anche la Jugoslavia doveva essere osservata senza intervenire, mentre fece attaccare l'Etiopia, per difendere l'Eritrea. Ma poi, visto che gli eserciti tedeschi parevano inarrestabili, Mussolini diede ordine di attaccare anche la Francia. Questa mossa fu disastrosa, sia sul piano militare, perchè solo dopo notevoli sforzi, e con un altissimo numero di caduti, si riuscì a raggiungere Mentone, conquista praticamente inutile, ma sopratutto per la comunità internazionale, che oltre a constatare la debolezza militare dell'Italia,  reputò quell'attacco  un'azione da vigliacchi. La presa di coscienza della nostra debolezza militare, spinse gli alleati a bombardare ripetutamente, Napoli, Genova, e Torino, azioni compiute quasi impunemente,visto la scarsissima efficienza della nostra decrepita contraerea. Anche in Egitto e in Grecia le cose non andarono meglio. Negli aridi e roventi deserti africani, gli inglesi catturarono quasi 100.000 soldati italiani, costretti a combattere con gli antidiluviani fucili Mod. 91. della prima guerra mondiale, contro le corazze dei loro moderni tank. L'attacco alla Grecia attraverso l'Albania,  non ottenne l'effetto sperato, perchè l'esercito ellenico, meglio armato di noi, ci respinse fin sulle coste. Anche la campagna di Russia, si rivelò disastrosa per il Regio Esercito, e costò la vita a quasi 75.000 soldati italiani, mandati in quelle gelide steppe  con scarpe di cartone, e senza possibilità di rifornimenti. Nonostante la scarsità di armi e rifornimenti, le truppe italiane scrissero con il loro sangue pagine gloriose, come la divisione "Folgore" a El Alamein, dove ottenne addirittura l'onore delle armi dagli inglesi, o l'ultima carica del Savoia Cavalleria a Isbuscenskij, nell'immensa steppa Russa, dove sbaragliarono un intero reggimento di soldati russi. Anche la situazione della popolazione civile in Italia era disastrosa, senza generi di prima necessità, per le sanzione che gli Alleati ci avevano imposto, e sottoposta a continui bombardamenti. Così il 25 luglio del 1943, Benito Mussolini venne destituito e arrestato per ordine del Re Vittorio Emanuele III, e a capo del Governo venne messo il Generale Badoglio, con il compito di trattare l'Armistizio con gli alleati. Questo, chiamato poi "Armistizio di Cassabile," verrà annunciato da radio Tobruk prima dagli Alleati, e successivamente dallo stesso Badoglio, l'8 settembre 1943. Di punto in bianco, migliaia di soldati italiani sparsi sui vari fronti, restarono abbandonati a loro stessi. Pensate al loro disorientamento, i "camerati" di un tempo, ora sono nemici, mentre gli inglesi e americani ora sono alleati. La maggior parte di loro getteranno alle ortiche la divisa, e cercheranno con ogni mezzo di tornare a casa, mentre altri anteporranno a tutto il loro onore di soldati, e convinti di essere dalla parte giusta, sceglieranno di continuare a combattere, con i tedeschi, o contro di essi. In patria intanto il movimento partigiano  è appena agli inizi, e conta poche migliaia di persone, ma presto aumenterà di numero, rinforzato da coloro che si danno alla macchia per sfuggire ai rastrellamenti dei tedeschi che, dopo l'Armistizio, furiosi per quello che considerano un tradimento, hanno dato via libera a l'operazione "Achse," ossia l'occupazione di tutto il territorio italiano ora considerato ostile. I movimenti partigiani cominciano a politicizzarsi, e a seguire diversi credi, come il comunismo, il socialismo, o il partito d'azione, e spesso le varie Brigate sono in contrasto tra loro, su obiettivi e azioni da eseguire. Intanto Mussolini che era stato incarcerato sul Gran Sasso viene liberato dalle forze speciali tedesche, e fonda la Repubblica di Salò. Ed è qui il dramma che prima avevo accennato. Reparti della Milizia, si scontrano con forze partigiane, mentre gli attacchi ai soldati tedeschi, provoca da parte loro terribili rappresaglie sulla popolazione civile. In alcune di queste spregevoli  azioni, erano presenti, con le loro divise, o  travestiti da soldati tedeschi, miliziani italiani, che la gente chiama con disprezzo "mai morti," che gonfi d'odio e di risentimento, per il fallimento dell'ideologia fascista, cercano vendetta, rifacendosi sulla popolazione innocente, guidando, e aiutando i reparti di SS a massacrare le loro stesse genti. Finalmente il 25 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, da Milano, diede ordine a tutti i reparti partigiani di attaccare, tedeschi e milizie, contemporaneamente in tutti i territori ancora occupati. La vittoria su di un nemico ormai sfiduciato e logorato, fu schiacciante, e finalmente il territorio italiano fu libero dal giogo straniero, ma sopratutto dalla dittatura fascista. Purtroppo però gli omicidi, le vendette, e l'odio tra le varie fazioni, continuarono per decenni, ecco perchè io affermo che il 25 aprile, e si una festa, ma sopratutto penso che debba essere un monito per le nuove generazioni, perchè ogni tipo di guerra, ma sopratutto quella fratricida debba essere bandita per sempre.
Mario Volpi
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